In una recente intervista ad Alessandra Venezia (per IoDonna/Corriere della Sera), Tilda Swinton, che è una grande attrice e una donna molto intelligente, ha espresso un pensiero molto interessante:
'La giovinezza è sopravvalutata. La vita diventa molto più interessante col passare degli anni e arrivare a 97 anni, come mia nonna - che è ancora la mia stella polare - a me piacerebbe. Chi disse che la gioventù nei giovani è sprecata aveva ragione. Sì, d'accordo, l'energia dei giovani.. ma tutto il resto è un disastro. Le cose migliorano e continuano a migliorare col passare del tempo. Almeno per me.'
Mi sembra una considerazione profonda e coraggiosa in un'epoca che ha deificato la giovinezza - e la bellezza esteriore ad essa legata - al punto tale che si pretende di imporre - nei linguaggi della pubblicità, dei media.. - il modello di una età eternamente giovane, quasi come se la vecchiaia (parola scomparsa dal vocabolario) non esistesse più.
Invece, avverte la Swinton - che incarna sullo schermo spesso personaggi fuori dal tempo e dal genere - la gioventù è un'età immatura. In particolare, oggi.
E' il (nostro) tempo mortale a definire il passaggio ad una vita più piena, più autentica e quindi più gustosa.
Oggi ne abbiamo tutti i mezzi.
Ripeness is all, scriveva Shakespeare. La maturità è tutto.
L'energia giovanile, la forza, la ribellione, l'istinto, la bellezza, l'esibizione, la sfrontatezza, sono ben poca cosa se non si è capaci di capire che ogni conquista di sé - e del Sé - passa attraverso la relazione con l'altro.
Con tutto ciò che - in termini di godimento e sofferenza, di consapevolezza e prova - esso comporta.
Con tutto ciò che - in termini di godimento e sofferenza, di consapevolezza e prova - esso comporta.
Ma soltanto quando si cresce le cose continuano a migliorare col passare del tempo.
Fabrizio Falconi
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