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20/09/20

Quella volta che anche un poeta come Leonard Cohen si comportò ... in modo inelegante


Una volta anche un principe come Leonard Cohen si è comportato come un cafone.
La storia riguarda la nascita di una delle sue più celebri (e struggenti) canzoni: Chelsea Hotel #2
La canzone fu scritta nel 1974 e inserita nell'album New Skin for Old Ceremony.
Era dedicata a una ragazza incontrata qualche anno prima, che veniva rievocata subito molto crudamente nei 4 versi iniziali:
I remember you well in the Chelsea Hotel,
you were talking so brave and so sweet,
giving me head on the unmade bed,
while the limousines wait in the street.
ovvero:
Mi ricordo bene di te al Chelsea Hotel
Mi parlavi con dolcezza e coraggio
E me lo succhiavi sul letto disfatto
Mentre in strada la limousine aspettava.
Subito sorse nei fan la curiosità di conoscere il nome di questa "Chelsea Girl" . E Cohen, solitamente molto riservato sulla sua vita privata, li accontentò.
In Greatest Hits del 1976 scrive:
«L’ho scritta per una cantante americana che è morta qualche tempo fa. Anche lei viveva al Chelsea.»
Il mistero fu dunque subito svelato, e lo stesso Cohen lo confermò:
La ragazza era proprio la cantante americana Janis Joplin, che negli anni del successo - ma anche dell'inizio del suo calvario personale di eroina e alcol che la portò alla morte a soli 27 anni - viveva nella suite 411 del Chelsea Hotel (Dylan era alla 2011, Cohen spesso alla 424 ma, come ricorda Stanley Bard – storico gestore del Chelsea Hotel – non disdegnava altre camere).
Cohen raccontò, evidentemente romanzando l’episodio, che a notte tarda («verso le tre del mattino», avrebbe anche specificato) era solito incontrare Janis in ascensore. Una volta, mentre lei cercava Kris Kristofferson («che è ben più alto di me) e Leonard sperava di incontrare Brigitte Bardot o Lili Marlene, caddero l’uno nelle braccia dell’altro («Sono io Kris Kristofferson» «Pensavo fossi più alto! «Lo sono, ma sono stato male…») – d’altronde a quell’ora del mattino non c’era più nessuno in giro…
Quell’unica notte d’amore fu, come Cohen ha più volte ammesso, “il seme” di questa canzone.
Cohen successivamente si è più volte pentito di aver rivelato il nome della protagonista. Janis Joplin era morta, sola e abbandonata da tutti, in condizioni terribili la notte per una overdose di eroina il 4 ottobre 1970 in uno squallido alberghetto di Los Angeles, perché la sua fortuna, proprio a causa della dipendenza dall'eroina aveva intrapreso una fortissima parabola discendente.
In un’intervista rilasciata a Radio 1 della BBC Cohen disse: «In quella canzone ho fatto il nome di Janis Joplin. Non so quando ho iniziato, ma ho associato il suo nome alla canzone, e da allora me ne sono sempre pentito. E’ un’indiscrezione per la quale mi sento molto in colpa. E se ci fosse un modo per chiedere perdono a un fantasma, vorrei chiedere perdono per aver commesso quest’indiscrezione.»
In un’altra occasione, disse che sua madre Masha non avrebbe certo gradito questa sua esternazione poco elegante.
Insomma, anche ai poeti capita di scivolare, e di brutto.