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22/05/21

Libro del Giorno: "Diari Segreti" di Ludwig Wittgenstein

 


Tornano finalmente ristampati in Italia, molti anni dopo la storica edizione Laterza ormai introvabile, i Diari Segreti di Ludwig Wittgenstein, un testo la cui pubblicazione suscitò non poche polemiche tra i curatori postumi dell'opera del grande genio viennese e i suoi critici, che la ritenevano fondamentale per accedere con più completezza al suo pensiero. 

Come è noto, Wittgenstein si arruolò volontario nell'esercito austro-ungarico all'indomani dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, nonostante avesse potuto tranquillamente evitare la proscrizione visto che era reduce da una doppia operazione d'ernia e visto che la famiglia da cui proveniva era una delle più ricche e delle più aristocratiche della società viennese dell'epoca. 

I motivi che spinsero Wittgenstein ad arruolarsi non erano il nazionalismo, né la difesa dei patri confini. Lo spingevano motivazioni personali: quella di scoprire la sua vera natura una volta messo di fronte alla prova estrema e alla possibilità di morire. Per Wittgenstein quella prova, come tutta la vita, era un mezzo di evoluzione personale - "diventare un uomo migliore," diventare un uomo decente

Wittgenstein redasse i Diari Segreti, con molte annotazioni di carattere assai personali, in un codice cifrato da lui inventato. Annotandoli su un quaderno su cui in seguito furono allineati altri scritti entrati a far parte dei cosiddetti Quaderni. 

Wittgenstein rimase arruolato per tutta la durata della guerra, in condizioni di estremo pericolo, fu anche gravemente ferito, e infine fu catturato dall'esercito italiano quattro giorni prima dell'armistizio e trasferito in un campo di prigionia al sud d'Italia dove rimase per otto mesi, fino all'estate del 1919. 

I Diari segreti di Ludwig Wittgenstein costituiscono dun    que il resoconto, la conseguenza e la testimonianza di quella rapida risoluzione che spinse il filosofo a iscriversi come volontario nell’esercito allo scoppio del primo conflitto mondiale

Punto di snodo della sua speculazione filosofica, la decisione di arruolarsi venne presa dopo un lungo periodo vissuto in completa solitudine e si configurò come un radicale mutamento di vita, come estinzione di un percorso personale prevedibile e precostituito, come una condizione imprescindibile per il proseguimento del suo lavoro intellettuale.

Da quel che si sa, Wittgenstein non avrebbe per nulla apprezzato tutta questa attenzione per la sua persona e l’avrebbe senz’altro considerata il sintomo di un’inutile e invadente curiosità. Eppure, la vita di Wittgenstein attrae proprio perché è la vita di un filosofo in grado di sedurre i propri allievi e non solo. 

Ludwig Wittgenstein (Vienna 1889 – Cambridge 1951) è uno dei più importanti e influenti filosofi del Novecento. Le sue opere – in particolare, il Tractatus logico-philosophicus (1921) e le Ricerche filosofiche (1953) – hanno profondamente segnato il pensiero filosofico e la cultura degli ultimi cent’anni.