Vorrei scrivere qualcosa sul sole. 
Il sole non è morto ancora. Come in ogni anno ha raggiunto il suo punto più basso sull'orizzonte.  Da decine di millenni l'uomo ha avuto paura.  In questo periodo tutto assomiglia alla fine: la fine del sole, la fine del mondo. 
La conferma della rinascita dell'astro della luce, anno dopo anno, trasmessa e confidata, ha innalzato la fiducia umana nella vita, la possibilità concreta del domani e di un eterno ritorno sempre sperabile. 
Ciò che fu chiamato 'natale', abita qui. 
Promessa cristiana e rinnovamento, riti apotropaici, nascita e rinascita hanno lasciato il posto oggi a una confusa mobilità del tutto in-sensata.   
Ci si muove per sentirsi vivi e per poter dire di essere andati da qualche parte. Si spendono soldi, si fanno viaggi, ma soprattutto si va di corsa, questo è l'importante. 
Di corsa, però, non vediamo niente. Il falso movimento rende perfino invisibile il movimento del sole, la sua effettiva ri-nascita, il suo ritorno alla luce.  Alla nostra luce.
Senza luce niente è possibile. 
Non c'è vita, non c'è oggi e non c'è ieri e nemmeno domani. Fermiamoci, dunque, e celebriamo il nostro rito di sempre: osservando il sole, tributando la luce. 
 

 
