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20/05/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 22. Il volo della Fenice (The Flight of Phoenix) di Robert Aldrich (1965)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 22. Il volo della Fenice (The Flight of Phoenix) di Robert Aldrich (1965)


Questo celebre film (di cui è stato realizzato un remake in tempi recenti, nel 2004) è oramai un classico, per diversi motivi, primo fra tutti quello di essere il precursore assoluto di un intero genere, quello della gara per la sopravvivenza al seguito di una catastrofe, in questo caso aerea. 

Durante un volo di trasferimento l'aereo di una compagnia petrolifera statunitense, infatti, un bimotore da trasporto Fairchild C-82 Packet, condotto da Frank Towns (Jimmy Stewart, che in effetti anche nella vita reale fu un pilota di aerei durante la seconda guerra mondiale), un pilota veterano di guerra ormai in declino e afflitto dai rimorsi, e dal suo ufficiale di rotta alcolizzato Lew Moran (nientemeno che il grande Sir Richard Attenborough, qui nei panni di semplice attore coprotagonista), parte sulla rotta che lo conduce da una stazione estrattiva in pieno deserto del Sahara verso la costa del Mediterraneo, ed è costretto ad un atterraggio di fortuna a seguito di una violenta tempesta di sabbia che intasa i motori. 

Lo schianto sulla sabbia causa la morte di due passeggeri ed il grave ferimento di un terzo, il giovane italiano Gabriele (l'attore italiano Gabriele Tinti), lasciando illesi i due membri dell'equipaggio e gli altri passeggeri: il dottor Renaud, un medico francese; l'operaio petrolifero Trucker Cobb (il grande Ernest Borgnine), appena licenziato perché affetto da turbe psichiche; il capitano Harris (Peter Finch), un rigido militare dell'esercito britannico, e la sua "vittima" prediletta, il sergente Watson, Mike Bellamy, un prospettore petrolifero; Standish, un timido e devoto ragioniere; Ratbags Crow, un irriverente giornalista scozzese; il tedesco Heinrich Dorfmann, che ha fatto visita al fratello, un lavorante messicano e la sua scimmietta. 

La riserva d'acqua è sufficiente per le due settimane, mentre ci sono quintali di datteri in scatola da mangiare. Per evitare la tempesta, Towns è però stato costretto a deviare di quasi duecento chilometri dalla rotta dichiarata: dopo i primi giorni il gruppo si rassegna all'idea che i soccorritori devono avere ormai abbandonato le ricerche. 

Comincia così una avvincente e disperata lotta per la sopravvivenza: un primo tentativo di coprire a piedi la distanza che li separa dall'oasi più vicina si conclude con la morte del messicano e di Trucker Cobb, mentre le condizioni dell'italiano ferito si fanno sempre più disperate, tanto che morirà pochi giorni più tardi. 

A questo punto Dorfmann, il passeggero tedesco, propone un'idea geniale e a prima vista pazzesca: smantellare il relitto dell'aeroplano, utilizzandone i componenti per realizzare un velivolo più piccolo, in grado di portare in salvo i superstiti. 

 Dapprima oggetto di scherno e incredulità, la proposta appare via via l'unica speranza di salvezza, soprattutto alla luce delle misurazioni e dei calcoli elaborati dal suo ideatore, la cui professione è quella di ingegnere aeronautico. Dorfmann, con ingegnosi stratagemmi, riesce ad ovviare alla mancanza di utensili e componenti e si trova ad affrontare l'ostilità proprio del pilota Frank Towns, legato ai suoi pregiudizi da età "eroica" dell'aviazione. 

L'ala di tribordo viene smontata, mentre viene inventato un sistema con cui il velivolo dovrà scivolare sulla sabbia prima del decollo. A ostacolare il cammino verso la salvezza ci penserà anche una carovana di predoni che attraversano il deserto con i loro cammelli; non solo: a un certo punto lo stesso Dorfmann rivela candidamente di essere un progettista di aeromodelli, non di veri aerei; ma il progetto è ormai in stato avanzato per rinunciare e Towns suggerisce a Dorfmann di non rivelare agli altri che costruisce "giocattoli". Rimasti in sette, i superstiti infondono le loro ultime energie nel completamento dell'aereo, e alla fine Towns riesce a decollare, portando in salvo tutti ed atterrando in un'oasi dove avviene l'estrazione del petrolio. 

Diretto da uno dei migliori registi di sempre di Hollywood,  Robert Aldrich, Il volo della fenice, interpretato da uno straordinario cast interamente maschile è una straordinaria indagine sui caratteri umani e allo stesso tempo un perfetto racconto d'avventura. 

Il Volo della Fenice
(The Flight of the Phoenix)
di Robert Aldrich
Stati Uniti d'America, 1965 
Durata 142 min 
con James Stewart, Richard Attenborough,  Peter Finch, Ernest Borgnine