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28/11/18

Esce in Libreria "Io sono Maria Callas" - una bellissima graphic novel di Vanna Vinci.



La storia di un'icona, la tragedia di una donna, il mistero di un'identita': questo e''Io sono Maria Callas', graphic novel di Vanna Vincirecentemente pubblicato da Feltrinelli Comics

Dopo Frida Kahlo, Vinci si concentra su un'altra icona femminile: "Non sapevo molto di lei, ma mi colpi' un'intervista a Carlo Maria Giulini - racconta l'autrice all'ANSA - Diceva di conoscere Maria Callas come cantante, ma si chiedeva se lei stessa sapesse chi era nella solitudine di casa sua"

Da qui e' partita una ricerca non tanto nel canto sovrumano, quanto nella vita del personaggio, per sondarne il carattere e il ruolo di donna: "Parliamo senz'altro di moltissimi anni fa, ma la sua storia resta esemplare: ci troviamo di fronte a una persona con volonta' e talento incredibili ma priva di struttura interna, che ha sempre dubitato di se stessa, che si e' appoggiata a una madre terrificante, a un marito che era padre-impresario-segretario e quest'uomo terribile che e' stato Onassis"

Le fragilita' di Callas sono sempre al centro del racconto, a partire dall'insicurezza per il suo aspetto fisico che la porto' a sottoporsi a interventi rischiosi per dimagrire

Le fasi, i traumi ma anche le vittorie sono narrate con uno schema preso direttamente dalla tragedia greca, con episodi divisi dagli stasimi, dove un coro di personaggi intervengono e commentano gli episodi. "Nella sua storia c'erano tutti gli elementi della tragedia greca: lei dichiarava di essere fatalista. Inoltre le voci dissonanti e talvolta fuori luogo del coro, come Sarah Bernhardt o David Bowie, danno l'impressione di un personaggio cangiante e imprendibile".

In particolare, la sovrapposizione con Medea tiene insieme lo spunto drammatico e il discorso femminile, specie nel capitolo che utilizzando l'estetica della pittura vascolare greca racconta la degenerazione della sua vita sentimentale: "Non ci saranno state bastonate, ma si parla di una violenza comunque: e' una donna che si e' relegata a essere accompagnatrice di lusso, la storia stessa di Medea, perché per colpa del suo uomo ha perso il potere. Raccontare il suo rapporto con Onassis era molto difficile: ho iniziato dalle parole di Euripide, che pareva aver capito gia' tutto, e mi sono riletta alcuni testi fondanti del femminismo, tra cui 'Il secondo sesso' e 'Sputiamo su Hegel' per trattare al meglio quel passaggio"

Dal punto di vista iconografico, Vinci parte da immagini celebri della Callas per creare grandi pagine che fondono i linguaggi del fumetto e del libro illustrato: "Imparare a disegnare la faccia non e' stato facile: il suo viso, bellissimo, ha molte stranezze nelle proporzioni. D'altra parte il potere di questo personaggio si vede non solo nelle immagini fashion, ma gia' nelle foto sgranate delle rappresentazioni alla Scala. Piu' ancora che nel libro su Frida l'interno delle tavole e' come esploso, come se a un certo punto fosse venuta fuori dal foglio".




02/08/18

50 anni fa: Quando Charles M. Schulz, il creatore dei Peanuts, disse "No" e fece entrare un bambino nero tra gli amici di Linus e Charlie Brown.

È il 31 luglio 1968. Un giovane nero sta leggendo un giornale, quando a un tratto il suo sguardo si posa su un dettaglio. Con le lacrime agli occhi, il giovane comincia a urlare e correre per tutta la casa, in cerca di sua madre. Anche lei rimane senza fiato di fronte a quella pagina: mai pensava di vivere così a lungo per vedere una cosa del genere. E così in altre case del paese. Cosa avevano visto madre e figlio? 

 La prima apparizione di Franklin Armstrong sull'iconico fumetto Peanuts. 

Il personaggio di Franklin nasce grazie a una lettera che un'insegnante, Harriet Glickman, scrisse a Charles M. Schulz. Martin Luther King, Jr. era stato appena ucciso con dei colpi di arma da fuoco fuori dalla sua stanza d'albergo di Memphis

Glickman, lavorando coi bambini e avendone di suoi, era consapevole del potere del fumetto tra i giovani. "Mi resi conto che i bambini neri e i bambini bianchi non si vedevano mai raffigurati in classe insieme". E ancora: "Dalla morte di Martin Luther King, mi sono chiesta continuamente cosa potessi fare io per cambiare quelle condizioni che hanno portato all'assassinio e che contribuiscono a questo clima di incomprensioni, odio, paura e violenza". 

Glickman, nella sua lettera, chiese a Schulz di prendere in considerazione l'aggiunta di un personaggio nero nel popolare fumetto: un modo per riunire il paese e dimostrare ai neri che non erano esclusi dalla società americana. 

L’insegnante aveva scritto anche ad altri autori: tutti però temevano che i tempi non fossero maturi, avevano paura per le loro carriere o di essere scaricati dal sindacato

Charles Schulz avrebbe potuto ignorarla. E invece trovò il tempo di risponderle: era intrigato dall’idea, ma non era sicuro che lui fosse la persona adatta o che fosse la scelta giusta. Non voleva peggiorare le cose o sembrare condiscendente. Glickman non si è arresa. Ha continuato a scrivergli, e Schulz non ha mai smesso di risponderle. L’insegnante ha coinvolto altri amici neri, per spiegare i motivi delle loro battaglie e dare all’autore qualche suggerimento su come introdurre il personaggio senza offendere nessuno. 

La conversazione è andata avanti finché un giorno, Schulz, ha detto a Glickman di controllare il giornale. 

Era il 31 luglio 1968. È in questa data che Charlie Brown incontra un nuovo personaggio di nome Franklin. 

Franklin è un ragazzino ordinario, che fa amicizia con Charlie e lo aiuta nelle sue avventure. Suo papà è a combattere in Vietnam. Alla fine delle tre strisce, Charlie invita Franklin a dormire da lui qualche volta. Nessun annuncio in pompa magna, nessuna formalità per l'introduzione di questo nuovo personaggio: tutto inizia con una naturale conversazione tra due bambini, dove non contano le differenze di pelle

Ma Schulz non dimentica una dichiarazione importante: un bambino nero ha un papà in Vietnam, a combattere per l'America. Per Schulz l’introduzione di Franklin era naturale e rilevante fino a un certo punto: non hanno pensato la stessa cosa alcuni fan, soprattutto negli stati del sud, che hanno protestato così tanto da far diventare la notizia un caso nazionale. Un editore del sud ha dichiarato: “Non mi interessa se c’è un personaggio nero, ma non va mostrato a scuola insieme agli altri”. 
Charles M. Schulz

Schulz finì a colloquio con il presidente della società di distribuzione del fumetto, che era preoccupato di questo nuovo personaggio che avrebbe potuto influenzare la popolarità dell’autore. Molti giornali in quei giorni minacciarono di tagliare le strisce di Schulz. 

La risposta di Schulz: "Ricordo di aver raccontato di Franklin a Larry. Ne abbiamo parlato a lungo al telefono, voleva che lo cambiassi. Mi sono seduto e ho detto no .” 

Alla fine, Franklin divenne un personaggio dei Peanuts a tutti gli effetti e - nonostante le proteste – a scuola si sedette di fronte a Peppermint Patty, mentre giocava come centrale nella squadra di baseball. 

Più di recente, Franklin è tornato sotto i riflettori nel 1973, dopo una serie di polemiche sulla serie"A Charlie Brown Thanksgiving" in cui il ragazzino appare seduto da solo su un lato del tavolo, mentre i suoi amici siedono insieme sull'altro lato, di fronte a lui. Schulz ha dichiarato di non avere controllo sulla serie animata. 

Aveva invece il controllo sulle sue strisce di fumetti, e la sua presa di posizione, ancora oggi così importante, lo dimostra. 

 Glickman avrebbe raccontato più avanti di essere cresciuta con i valori dei suoi genitori, che hanno instillato in lei e i suoi fratelli valori di uguaglianza e rispetto. Valori che nel corso degli anni li hanno resi consapevoli su questioni di razzismo e diritti civili in America. ”Ogni giorno vedevo, o leggevo, di bambini neri che cercavano di andare a scuola e di folle di bianchi che gli urlavano e sputavano contro... e delle percosse… e dei cani… ma anche del coraggio di tante persone in quel tempo". È grazie a Glickman e a Schulz se tutto il mondo oggi conosce e ama un ragazzino di nome Franklin.