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14/05/20

I "Consigli ai Medici" ritrovati di Camus prima di scrivere "La Peste" - oggi in un libretto omaggio nelle librerie Giunti



"Voi, medici della peste, dovete fortificarvi contro l'idea della morte e conciliarvi con essa, prima di entrare nel regno preparatole dalla peste. Se trionferete qui, trionferete ovunque e vi vedranno tutti sorridere in mezzo al terrore. La conclusione e' che vi occorre una filosofia"

E' uno dei consigli, pratici e spirituali, che si leggono nella "Esortazione ai medici della peste" pubblicata nell'aprile del 1947 nei Cahiers de la Ple'iade, quasi sicuramente scritta dal premio Nobel per la letteratura Albert Camus nel 1941 e vista come una delle pagine preparatorie e poi non messe nel suo romanzo "La peste", uscito proprio nel 1947 e che in questi mesi molti hanno riletto o scoperto, tanto che è tornato questa settimana nella classifica dei libri più venduti, perchè sembra racconti la nostra esperienza e parli di noi, invece di averne immaginata una 70 anni fa

Mai pubblicata in Italia, questa "Esortazione", ora tradotta da Yasmina Melaouah e proposta da Bompiani d'intesa con la Succession Albert Camus, suona, con le sue citazioni di Tucidide e del suo racconto della peste di Atene, profetica e profonda quanto il romanzo

Suggerisce ai medici una serie di norme oggi ingenue e inquietanti mutuate dal trattamento di contagi passati ( dall'uso dell'aceto, erbe aromatiche, all'uso di un camice di tela cerata) e li sprona a non aver paura ma ad assumere appunto una linea di condotta elaborata con filosofia che aiuti a saper avere una misura, a diventare padroni di se stessi, a respingere la stanchezza, a mantenere una serenita' d'animo nonostante tutto, aggiungendo: "Non vi e' nulla di meglio, a questo scopo, che consumare vino in quantita' apprezzabili, per alleviare un poco l'espressione affranta che vi verra' dalla citta' in preda alla peste". 

 Sono una decina di pagine, in omaggio ai lettori delle librerie Giunti al Punto e in ebook gratis sul sito Bompiani www.bompiani.it, che ammoniscono anche noi: "dovete diventare padroni di voi stessi. E, per esempio, saper fare rispettare la legge che avrete scelto, come quella del blocco e della quarantena. Uno storiografo provenzale narra che un tempo, quando uno di coloro che erano sottoposti alla quarantena scappava, gli veniva fracassata la testa. Non e' questo che auspicate. Ma non dimenticate con cio' l'interesse generale. Non venite meno a tali regole per tutto il tempo in cui saranno utili, quand'anche il cuore vi inducesse a cio'. Vi e' chiesto di dimenticare un poco quel che siete senza tuttavia dimenticare mai quel che dovete a voi stessi. È questa la regola di una serena dignita'". 

Le notazioni sono tante, da quelle pratiche come "non guardate mai il malato in faccia, per non essere nella direzione del suo alito", a quelle piu' morali: 

"Non dovete mai e poi mai abituarvi a vedere gli uomini morire come mosche, come accade oggi nelle nostre strade, e com'e' sempre accaduto da quando ad Atene la peste ha preso il suo nome. Non smettete di essere atterriti dai volti neri di cui parla Tucidide ... e continuate a rivoltarvi contro la terribile confusione in cui coloro che negano le cure agli altri muoiono nella solitudine mentre coloro che si prodigano muoiono ammucchiati gli uni sugli altri"

Camus quindi, ricordando ai medici che "Vi e' chiesto di dimenticare un poco quel che siete senza tuttavia dimenticare mai quel che dovete a voi stessi. È questa la regola di una serena dignita'", conclude con la sua visione delle cose: "Resta il fatto che nulla di tutto cio' e' semplice. Nonostante le maschere e i sacchetti, l'aceto e la tela cerata, nonostante la tranquillita' del vostro coraggio e il vostro saldo sforzo verra' il giorno in cui non sopporterete piu' questa citta' di agonizzanti, questa folla che gira a vuoto per strade roventi e polverose, queste grida, questo allarme senza futuro. Verra' il giorno in cui vorrete gridare il vostro orrore di fronte alla paura e al dolore di tutti. Quel giorno non avro' piu' rimedi da consigliarvi, se non la compassione che e' la sorella dell'ignoranza". 

Paolo Petroni per ANSA

11/11/19

Alla libreria Rinascita 2.0 Corso di scrittura creativa con Manuela Maddamma


Manuela Maddamma terrà un corso di scrittura creativa Libreria Rinascita 2.0 da febbraio a marzo 2020, che avrà per titolo:

“IL MESTIERE DI VIVERE, IL MESTIERE DI SCRIVERE”

Nella prima parte del corso ci si interrogherà innanzitutto sul senso della scrittura, nel tentativo di rispondere alle domanda: “Perché si scrive?”.
SI SCRIVE PER GUARIRE:
si prenderanno in esame il caso, riuscito, di Giuseppe Berto, Il male oscuro (con note anche stilistiche);
i casi, non riusciti, di Guido Morselli (Dissipatio H.G. e Un dramma borghese e Cesare Pavese, Il mestiere di vivere e Il carcere.
SI SCRIVE PER RIFLETTERE SULLA PROPRIA VITA (AUTOBIOGRAFISMO):
si prenderanno in esame i casi di Sibilla Aleramo, Una donna; accenno a Flaubert (Bovary) e a Kurt Cobain (autobiografismo più letterale).
Analisi del Salinger sui Pescibanana (con note stilistiche).
SI SCRIVE PER COMBATTERE SITUAZIONI FAMILIARI OSTILI: QUANDO LE PERSONE PIÙ CARE SONO LE PIU PERICOLOSE: Sylvia Plath (Campana di vetro, Tulipani, Inseguimento) e Amelia Rosselli (con voce).

ESERCIZI

Abbiamo parlato di Famiglia, dunque ragioneremo sui sentimenti:
COME DESCRIVERE I SENTIMENTI: ascolto di Nanni Moretti che legge 2 Sillabari di Parise (Famiglia, Mare).

ESERCIZIO

SPIEGARE COME ANCHE COME NEL BREVE SPAZIO DI UN RACCONTO IL PROTAGONISTA PUÒ E DEVE MUTARE: lettura di Carver Cattedrale e Granchi di Murakami Haruki

ESERCIZIO

TECNICHE DI SCRITTURA: COME SI SCRIVE UN ROMANZO: IMPIANTO, SCHEMA, SUGGERIMENTI, INCIPIT E CHIUSA, DESCRIZIONI (esempi), DIALOGHI

ESERCIZIO su La Voce Umana di Cocteau.

Nella seconda parte del corso si estenderà il campo e ci si interrogherà innanzitutto sul senso dell’opera d’arte, nel tentativo di rispondere alle domanda: “Può l’arte guarire dalla malattia mentale?”. Si esaminaranno e commenteranno i casi di Van Gogh, Edvard Munch, Bacon, Rothko, Louise Bourgeois.

IL CORSO VERRA' PRESENTATO DOMENICA 1 DICEMBRE ALLE ORE 17 SEMPRE PRESSO LA LIBRERIA RINASCITA 2.0

Manuela Maddamma ha studiato filosofia e storia delle dottrine esoteriche e mistiche nell'Europa moderna e contemporanea a Parigi. Ha curato un'edizione integrale del De umbris idearum (Mimesis 1999) e una traduzione in italiano contemporaneo del De l'infinito, universo e mondi di Giordano Bruno (Venexia 2013). Nel 2005 esce il romanzo Lascia che guardi per Fazi Editore. Ha scritto sul Foglio per diversi anni e nel 2009 ha pubblicato Anime estreme (Vallecchi editore). Vive e lavora a Roma come editor e traduttrice dal francese. Insegna "Scrittura creativa" presso l'Istituto Ricerche di Gruppo di Lugano.

Per info e prenotazioni:
💻 info@rinascita20.it
📲 324.9943634



20/09/17

Esce per Adelphi, "Cacciatori nel buio" - intervista a Lawrence Osborne.



I luoghi e, per certi versi, anche le situazioni sono le stesse. Ma Lawrence Osborne, l'autore inglese noto in Italia per alcuni illuminanti reportage letterari dai confini del mondo, questa volta resta in Oriente, pero' si muove dalla non fiction al romanzo con "Cacciatori nel buio", che esce nella collana Fabula di Adelphi ed e' il primo testo di non fiction di Osborne a essere tradotto in italiano. 

Lo abbiamo incontrato alla sua presentazione alla libreria Verso a Milano e abbiamo parlato con lui del diverso passo che occorre per passare sul terreno impervio del romanzo.

"E' piu' di un altro passo - ci ha risposto Osborne - e' un altro mondo, un altro universo psicologico. Per me e' stato molto difficile arrivarci, e ho cominciato con un libro ambientato in Marocco, uscito nel 2012, ma c'e' una grande differenza tra le due cose e si richiede un cambio completo di abitudini di lavoro. Ci ho messo tanto ad arrivarci, e' successo a 50 anni. Ci sono dei momenti nella tua vita in cui certe cose succedono, magari anche in modo inconscio". 

"Cacciatori nel buio" e' stato definito un noir e racconta di casino', somme di denaro, oscurita' e vite alternative sul confine tra Thailandia e Cambogia e quindi nella giungla di un Paese dove la violenza dei Khmer Rossi continua segretamente ad aleggiare

"Scrivere fiction - ha aggiunto Osborne - e' molto piu' divertente per me. La verita' e' che io ho sempre trovato molto difficile scrivere giornalismo e non fiction. Anche se in realta' il mio ultimo libro di non fiction pubblicato in Italia, 'Bangkok' era scritto in modo particolare, come se fosse una raccolta di racconti. Non voleva essere solo qualcosa di noioso e fattuale, ma piuttosto un libro con delle emozioni, abbastanza pazzo. Lo volevo cosi', con uno stile da fiction. Credo che abbia rappresentato il momento di transizione tra i due mondi". 

Gran parte della letteratura di Osborne, e probabilmente anche una discreta fetta della sua vita, si svolge proprio sui confini, zone di transizione e incertezza nelle quali lo stesso scrittore ammette di sentirsi "piu' vivo"

"Il confine tra Thailandia e Cambogia - ci ha raccontato - e' un confine molto interessante, come quello tra Messico e Stati Uniti, o tra Spagna e Marocco. Quei confini carichi di elettricita', molto tesi, molto violenti, ma anche liberatori: attraversare un confine simbolicamente rappresenta una liberazione"

La vita dei protagonisti del romanzo segue un suo sviluppo, che spesso appare incalzante e tumultuoso, cosi' come, ci ha assicurato Lawrence Osborne, la genesi degli stessi personaggi. "Io posso pianificare meta' del libro - ha concluso lo scrittore - ma dell'altra meta' non ho idea. I personaggi verranno fuori e andranno dove vogliono". Niente male come premessa e promessa di avventura.

30/07/17

L'introduzione da "Le rovine e l'ombra", in vendita in libreria.





Introduzione tratta da Le rovine e l'ombra, in tutte le librerie in questi giorni (edizioni Castelvecchi)


Ho letto un giorno tra centinaia di notizie trascurabili, che durante la ferocissima Guerra Civile in Siria è accaduto anche un piccolo miracolo: gli abitanti di Dārayyā, quartiere alla periferia di Damasco, ridotto in poltiglia dopo cinque anni di bombardamenti e l’assedio del regime, hanno salvato 15 mila libri dagli appartamenti e dalle scuole distrutte trasportandoli al sicuro in un grande scantinato sottoterra, trasformato in biblioteca. 

A questo sotterraneo è stato dato anche un nome – Fajr, ovvero ‘alba’ – e gli uomini che lo gestiscono – il loro capo si chiama Ahmad – lo tengono aperto, bombardamenti permettendo, dalle 11 del mattino alle 5 del pomeriggio. 

Così, ogni giorno, venti, venticinque persone si fermano a leggere al riparo dei barili-bomba, prendono un libro in prestito e lo portano al fronte, la prima linea dietro casa, la casa che non c’è più e che ora è soltanto un ammasso di rovine. Fuori dal romanticismo che una notizia del genere può inspirare, mi ha incuriosito l’istinto primitivo che sembra aver mosso questi uomini, pressati da ben altre urgenze. Se hanno sentito il bisogno di preservare qualcosa così gelosamente e di farne una sorta di simbolo di sopravvivenza o di rinascita significa che anche sotto (o dentro) le rovine è possibile trovare vita. 

Che anzi le rovine sono quel luogo dove la vita torna a scorrere. Le rovine infatti sono luoghi deputati a nascondere, a preservare ciò che non è stato completamente distrutto e può tornare a nascere. Le rovine – proprio per la loro attitudine al nascondimento – sono anche i luoghi dell’ombra. È facile, come hanno fatto i ribelli siriani, nascondere il loro sotterraneo-biblioteca sotto cumuli di rovine dove presumibilmente oggi nessuno ha più voglia di spingersi. 

Nel sottosuolo, nell’ombra, come anticamente accadeva nelle arcaiche catacombe romane, la vita – e lo spirito che essa alimenta – ha potuto preservarsi, conservarsi, rinnovarsi. Anche l’ombra, infatti, è propizia alla vita. Come accade in natura, nelle estensioni dei sottoboschi, nel folto delle foreste, nel fondo degli oceani. Mi sembra che rovine e ombra siano due connotati sempre più precisi della contemporaneità. Del futuro non so dire. Molto dipenderà, naturalmente, da come si sapranno affrontare e gestire ombra e rovine. La cosa certa è che nessuno più può fare finta di nulla e fingere che il mondo sia un luogo pulito, sicuro, senza rovine e senza ombra. Ombra e rovine sono, anzi, territori sempre più estesi, e qualsiasi rinascita, personale o collettiva, dipenderà per forza – come per i dannati di Dārayyā  dalla capacità che si avrà di attraversare le rovine, di attraversare l’ombra.


23/02/16

Una nuova presentazione di "Roma segreta e misteriosa". Sabato 27 febbraio 2016.




Per chi vuol sentire parlare un po' di Roma, delle sue storie e delle sue bellezze, c'è un nuovo appuntamento con la presentazione di Roma segreta e misteriosa.

Ecco qui i dettagli:

Sabato 27 febbraio, ore 18.30 
alla Libreria Arcadia 
Via Senofane, 143 00125 Roma 

La libreria è a Casalpalocco, all'altezza del Drive In.
Tel. 06.5053354 www.libreriarcadia.com

Vi aspetto, se vorrete.

Fabrizio

22/01/16

Cresce dopo tanti anni negativi il dato sulla lettura dei libri in Italia - Armando Torno (Il Sole 24 Ore)




Sale dell'1.7 per cento in più rispetto al 2014 il dato riguardante la lettura di libri nel nostro paese.   Oggi legge in media un libro cartaceo all'anno il 42% degli italiani che hanno più di 6 anni (era il 41.4 nel 2014), recuperati quindi 412 mila lettori; infine piccolo boom anche per gli ebook che sono stati letti nel 2015 da 4,687 milioni di lettori (è il 14,1% della popolazione che ha usato Internet negli ultimi tre mesi)

Armando Torno per Il Sole 24 Ore ha commentato questi dati. 

Ralph Waldo Emerson, pensatore tra i più acuti dell’Ottocento americano, meditato attentamente anche da Nietzsche, lasciò nel saggio «Società e solitudine» una raccomandazione: «Non leggete mai un libro che non sia vecchio di un anno»

Il secolo romantico poteva ancora permettersi un lusso simile; oggi, se applicassimo tale regola, crollerebbe l’industria editoriale. E, con essa, rischierebbe l’estinzione anche quella materia indefinibile, ma estremamente importante, chiamata cultura. 

Quanto valeva nel secolo di Leopardi, Nietzsche e Marx in materia di lettura oggi va preso con il beneficio d’inventario, di certo non possiamo applicarlo alle nostre abitudini. Ce ne rendiamo conto anche dinanzi a una buona notizia, come quella resa nota dal presidente dell’Aie (Associazione italiana editori) Federico Motta 




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