I luoghi e, per certi versi, anche
le situazioni sono le stesse. Ma Lawrence Osborne, l'autore
inglese noto in Italia per alcuni illuminanti reportage letterari
dai confini del mondo, questa volta resta in Oriente, pero' si
muove dalla non fiction al romanzo con "Cacciatori nel buio", che
esce nella collana Fabula di Adelphi ed e' il primo testo di non
fiction di Osborne a essere tradotto in italiano.
Lo abbiamo
incontrato alla sua presentazione alla libreria Verso a Milano e
abbiamo parlato con lui del diverso passo che occorre per passare
sul terreno impervio del romanzo.
"E' piu' di un altro passo - ci ha risposto Osborne - e' un altro
mondo, un altro universo psicologico. Per me e' stato molto
difficile arrivarci, e ho cominciato con un libro ambientato in
Marocco, uscito nel 2012, ma c'e' una grande differenza tra le due
cose e si richiede un cambio completo di abitudini di lavoro. Ci
ho messo tanto ad arrivarci, e' successo a 50 anni. Ci sono dei
momenti nella tua vita in cui certe cose succedono, magari anche
in modo inconscio".
"Cacciatori nel buio" e' stato definito un noir e racconta di
casino', somme di denaro, oscurita' e vite alternative sul confine
tra Thailandia e Cambogia e quindi nella giungla di un Paese dove
la violenza dei Khmer Rossi continua segretamente ad aleggiare.
"Scrivere fiction - ha aggiunto Osborne - e' molto piu' divertente
per me. La verita' e' che io ho sempre trovato molto difficile
scrivere giornalismo e non fiction. Anche se in realta' il mio
ultimo libro di non fiction pubblicato in Italia, 'Bangkok' era
scritto in modo particolare, come se fosse una raccolta di
racconti. Non voleva essere solo qualcosa di noioso e fattuale,
ma piuttosto un libro con delle emozioni, abbastanza pazzo. Lo
volevo cosi', con uno stile da fiction. Credo che abbia
rappresentato il momento di transizione tra i due mondi".
Gran parte della letteratura di Osborne, e probabilmente anche
una discreta fetta della sua vita, si svolge proprio sui confini,
zone di transizione e incertezza nelle quali lo stesso scrittore
ammette di sentirsi "piu' vivo".
"Il confine tra Thailandia e Cambogia - ci ha raccontato - e' un
confine molto interessante, come quello tra Messico e Stati
Uniti, o tra Spagna e Marocco. Quei confini carichi di
elettricita', molto tesi, molto violenti, ma anche liberatori:
attraversare un confine simbolicamente rappresenta una
liberazione".
La vita dei protagonisti del romanzo segue un suo sviluppo, che
spesso appare incalzante e tumultuoso, cosi' come, ci ha
assicurato Lawrence Osborne, la genesi degli stessi personaggi.
"Io posso pianificare meta' del libro - ha concluso lo scrittore
- ma dell'altra meta' non ho idea. I personaggi verranno fuori e
andranno dove vogliono".
Niente male come premessa e promessa di avventura.
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.