Questo video l'ho girato ieri al Maxxi di Roma dove era previsto l'epilogo canoro e il disfacimento dell'opera di Bruna Brunamonti: un Mandala di grandi proporzioni realizzato in oltre due mesi di minuzioso lavoro con la disposizione sul pavimento del museo, secondo un andamento circolare, legumi e cereali, fino a formare una svastica sinistroversa caratterizzata da una miriade di forme e sfumature di colore.
Una operazione complessa e delicatissima realizzata da Bruna Esposito insieme a Simone Cametti, Paola d’Agnese, Roberta De Lazzari, Cristina Falasca, Lorenzo Kamerlengo.
Il video testimonia il momento nel quale l'artista ha proceduto a disfare l'opera con le sue stesse mani.
Poco prima cantori avevano interpretato nel silenzio della sala “e così sia…” (2001) un pezzo di Andries van Rossem su poema di Paola d’Agnese.
Il disfacimento di un Mandala è sempre un momento denso di emozioni. Per noi occidentali, così disabituati al distacco, drammatico.
Per i monaci tibetani, invece, il disfacimento di un Mandala è il semplice significato racchiuso del senso stesso dell'esistenza.
Come ogni cosa umana, su questa Terra, anche lo sforzo titanico di un Mandala, di dare ordine al mondo, finisce in polvere.
La polvere viene raccolta in un'urna dispersa nell'acqua.
Ogni Mandala è un esercizio al distacco. A distaccarsi da ogni cosa terrestre, da ogni cosa, dal possesso, da ogni relazione, da ogni legame.
Ogni cosa, come tutto, finisce.
E ieri, mentre osservavo la perfezione di quell'opera, prima che iniziasse la distruzione, pensavo a quanta armonia, quanta bellezza essa conteneva. Eppure, ogni cosa, ogni relazione costruita dall'uomo con tanta pazienza, con tanta dedizione, con tanta cura, con ogni amore, finisce nel caos.
Colpisce anche la enorme sproporzione dei tempi: ci sono voluti 2 mesi di lavoro continuo, di sei persone che si sono alternate, per costruire e realizzare.
Ci sono voluti solo pochi minuti per distruggere tutto.
E' così che vanno le cose qui.
La bellezza del Mandala è ora in un'altra dimensione della testa e del cuore, in un'oltre-vita che nessuno conosce e nessuno può attraversare.
Fabrizio Falconi
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