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19/07/25

Perché il tennis di oggi non mi appassiona più - di Fabrizio Falconi


Il tennis di oggi ha smesso di appassionarmi, perchè l'elemento o il fattore umano, come è successo in molti altri sport, è passato completamente in secondo piano.
Sono legato al tennis di un'altra epoca, quando al centro di tutto c'era il tennista, che andava in campo con il borsone e dentro 3 racchette di legno (all'epoca si rompevano spesso le corde...) e lui era solo con se stesso. Gli "allenatori" come si chiamavano allora, spesso nemmeno andavano in tribuna. Ed erano come padri, per gli atleti: un mentore, insomma, o un maestro che dava consigli.
Adesso i campioni sono plurimilionari col bilancio economico di una multinazionale, che hanno intorno staff composti da decine di persone, ognuno dei quali ha il suo campo di applicazione: medico, preparatore atletico, fisioterapista, psicologo, ecc. ecc.. uno squadrone di esperti che allestisce programmi di allenamenti schedulati al computer e monitorizzati più di un viaggio spaziale della Nasa: tutto è sotto controllo, tutto è predisposto alla creazione e alla manutenzione del campione. I materiali fanno il resto, con scarpe, bendaggi e racchette create con nanomateriali e disegnate con l'intelligenza artificiale.
Per questo anche l'effetto sorpresa, underdog o outsider nel tennis di oggi è in via di estinzione: vincono sempre i più "forti" e per distacco. L'esemplare numero 1 è stato Djokovic, più somigliante a un robot che a un giocatore di tennis. Ma niente in confronto alle giovani leve, Alcaraz e soprattutto Sinner che uccideranno il tennis per i prossimi 15 anni, dividendosi tutto il bottino (nella proporzione più o meno di 3 a 1).
Insomma, tutto questo non mi appassiona. E nostalgicamente mi rimpiango il tennis ben rappresentato da questa foto di Bjorn Borg con il suo storico allenatore Lennart Bergelin, che lo scoprì da bambino e lo seguì fino a che Bjorn - che evidentemente apparteneva ancora alla razza "umana" - decise di disertare, a 26 anni, da un tennis che stava già cominciando a diventare un implacabile tritacarne.