Visualizzazione post con etichetta letteratura nordamericana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta letteratura nordamericana. Mostra tutti i post

23/09/25

"Ravelstein" l'ultimo capolavoro di Saul Bellow


Era l'ultimo dei suoi romanzi che mi mancava, l'unico che non avevo mai letto e l'ultimo che ha scritto, a 85 anni.

Ravelstein è atipico nella struttura, per chi conosce B.: sembra cominciare senza un vero inizio e finire senza una vera fine. Ma lo schema dei personaggi è quello di Humboldt.
Il maestro qui è il filosofo (ebreo e omosessuale) Ravelstein, venerato dai suoi allievi, modellato da Bellow addosso alla vera figura di Allan Bloom (1930-1962), amico personale di B., figura di riferimento del mondo accademico e filosofico americano, cui nel 1987 arrise un imprevisto e stratosferico successo di vendite e di notorietà con un saggio intitolato "La chiusura della mente americana" (che ora forse bisognerebbe rileggere) e che morì di Aids nel 1962.
L'allievo è sempre Bellow, come era il Charles Citrine di Humboldt e anche il "Chick" di questo romanzo. Amico di Ravelstein, anche se più grande d'età, Chick assiste alla malattia e alla morte del Maestro, raccogliendone i pensieri e gli umori, le intuizioni e i dubbi di fronte alla morte.
Il libro è così diviso in due: nella prima parte il protagonista è Ravelstein - un personaggio carismatico ma che non suscita simpatia - e la sua dipartita. Nel secondo il protagonista è Chick, cui l'amico ha chiesto di scrivere - dopo la sua morte - una biografia obiettiva, sincera.
Ma prima di accingersi a farlo, Chick, durante una vacanza ai Caraibi con la giovane moglie, ingerisce, attraverso un pesce al ristorante, una terribile tossina, la "cingua" che lo riduce in fin di vita, causandogli notevoli danni cerebrali.
E' quanto è successo veramente a Bellow poco prima della scrittura di questo suo ultimo romanzo, uscito nel 2000.
Pur avvertendo, come può fare un lettore che conosca bene questo immenso scrittore, un certo affanno descrittivo - lo si nota soprattutto nella ripetizione di alcuni passi, cose già dette più o meno nello stesso modo che ritornano nelle 260 pagine - il romanzo è bellissimo e umanamente toccante, forse anche perché può essere letto come una sorta di testamento (il tema dominante è la morte). La filosofia, l'etica, la politica, la storia, il movimento del cosmo e quello dell'individuo che vede il mondo come attraverso uno specchio, anche qui combinano - insieme al flusso narrativo in prima persona di Chick - l'affresco della singolare vicenda che interessa ogni vita umana, specie quella auto-interrogante.
L'enorme lascito letterario di Bellow un giorno verrà forse pienamente riscoperto. Ora l'america è impegnata in una serrata gara autodistruttiva e non è interessata e riscoprire le sue fonti spirituali umani e letterarie. Quel tempo però, forse un giorno verrà. E si capirà che Saul Bellow era (anche) stato, come tutti i grandi artisti, un chiaro-veggente mai del tutto sopraffatto dalla realistica amarezza, mai (neanche prima della morte) vinto dalla rinuncia alla contemplazione della bellezza e della (irragionevole) speranza.

06/03/16

Il Libro della Domenica: "Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodskij





Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo.

Parlare di Venezia significa parlare di tutto – e in particolare della letteratura, del tempo, della forma, dell’occhio che la guarda. 

Così è per Brodskij in senso pienamente letterale. Questa divagazione su una città si spinge nelle profondità della memoria del pianeta, sino alla nascita della vita dalle acque, da una parte, e, dall’altra, nei meandri della memoria dello scrittore, intrecciando alla riflessione le apparizioni nel ricordo di certi momenti, di certi fatti che per lui avvennero a Venezia. 

C’è qui, come sempre in Brodskij, l’immediatezza della percezione e il gioco fulmineo che la traspone su un piano metafisico. E, per il lettore, quella percezione, quel contrappunto di immagini e pensieri intriderà d’ora in poi il nome stesso di Venezia.


Iosif Brodskij 
Fondamenta degli incurabili 
Traduzione di Gilberto Forti 
Piccola Biblioteca Adelphi 1991, 20ª ediz., pp. 108 
 isbn: 9788845908088 
Temi: Letteratura nordamericana, Letteratura di viaggi 
€ 10,00 

Iosif Brodskij a Venezia