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11/03/22

E' vero che Robert De Niro finì in carcere in Italia negli anni '80?

 


Alla domanda del titolo, dovremmo rispondere - per scrupolo dei particolari - che no, Robert de Niro non fu propriamente arrestato all'inizio degli anni '80, mentre si trovava a Roma. Però dovremmo aggiungere che in quella giornata il grande attore americano - in compagnia del collega Keith Carradine - si prese certamente uno spavento e che comunque finì recluso per qualche ora in una caserma dei carabinieri, col sospetto, grottesco di appartenere alle Brigate Rosse, in una vicenda che merita comunque di essere raccontata, e della quale restano le sorprendenti foto che vedete sopra e sotto il post. 

Chi li ha vissuti, ricorda quegli anni: giorni di paura e violenza, in tutto il Paese. Dopo il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro, le Brigate Rosse sono in difficoltà: arresti (anche se il super-latitante Mario Moretti è ancora libero) e dissociazioni ne hanno minato la forza militare, ma organizzazioni armate di estrema destra e di estrema sinistra sono ancora assai attive in diverse città italiane e a Roma, ovviamente. 

È in questa angosciosa atmosfera che De Niro, il quale aveva appena girato con Scorsere «Toro scatenato» atterra in Italia per presentare il suo nuovo film. 

Assieme a lui nella capitale c'è anche il collega e amico Keith Carradine. Ospiti in un albergo a Trinità dei Monti, gli attori americani non vogliono rinunciare ad un po' di svago nella «Roma by night», ignari degli insoliti risvolti che riserverà loro la serata. 

A bordo di un'Alfetta due «paparazzi» attendono i divi all'uscita dell'hotel, pronti a pedinarli. È proprio quel veicolo ad insospettire l'autista del taxi che porta De Niro e Carradine in giro per la città. «C'è un'Alfetta che mi segue, mi sembra sospetta» comunica il tassista ad una pattuglia di carabinieri in Piazza del Popolo. 

Quando il taxi riparte, l'auto dei fotografi viene immediatamente bloccata dai militari. «In quel taxi ci sono due terroristi, volevamo fotografarli!» afferma uno dei reporter. A quel punto i carabinieri ripartono a sirene spiegate verso il tassì. Una volta raggiunto il veicolo, De Niro e Carradine vengono prelevati con la forza e perquisiti spalle al muro. 

Nel frattempo sono giunti di corsa anche i fotografi per poter immortalare quella ghiotta situazione. I militari hanno intenzione di chiarire ogni dettaglio e conducono presso la caserma di via In Selci sia gli attori che i paparazzi. Il bizzarro equivoco avrà fine soltanto dopo un'ora di accertamenti. 

E non si sa bene come sia finita: se poi, gli spavaldi (e incoscienti) paparazzi abbiano pagato per lo scherzo procurato ai due divi o, com'è probabile, l'abbiano fatta franca. 




Fonte: Spazio '70

05/10/21

Matthew McConaughey, un attore strepitoso e il suo incredibile dimagrimento in Dallas Buyers Club

 


C'è un grande e doloroso film che non ci si stanca di rivedere: Dallas Buyers Club diretto da Jean-Marc Vallée  nel 2013, con protagonisti Matthew McConaughey e Jared Leto. La pellicola ricevette sei candidature ai premi Oscar 2014, vincendo in tre categorie, tra cui miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista, assegnati rispettivamente a Matthew McConaughey e Jared Leto.

Come si ricorda, il film racconta la storia di Ron Woodroof, un malato di AIDS diagnosticato a metà degli anni '80 quando i trattamenti per l'HIV/AIDS erano poco studiati, mentre la malattia non era compresa e altamente stigmatizzata. In quel periodo, parte del movimento sperimentale per il trattamento dell'AIDS, contrabbandava farmaci farmaceutici non approvati in Texas per curare i suoi sintomi e li distribuiva a persone con AIDS istituendo il "Dallas Buyers Club" mentre affrontava l'opposizione della Food and Drug Administration (FDA).

E' stupefacente il cambiamento fisico che McConaughey affrontò per girare questo film, e che lui stesso ha raccontato in una intervista di quell'anno: 

McConaughey, non la spaventavano le possibile conseguenze di una dieta così drastica?
"No, dovevo farlo e basta. Ho visto un nutrizionista, mi sono dato 4 mesi, sapevo cosa sarebbe successo. Mi sono chiuso in casa, perdevo una media di 2 chili a settimana, poi abbiamo girato il film in 27 giorni e subito dopo ho ricominciato a mangiare. Ho perso così tanto peso dal collo in giù che in testa mi sentivo più sveglio e lucido, avevo un'energia incredibile, avevo bisogno di tre ore e mezzo di meno di sonno al giorno. Mangiavo pesce e verdure, ma in piccole dosi".
Perdere tanto peso l'ha aiutato nell'entrare nel personaggio?
"Molto, ha anche cambiato il mio stile di vita, stando sempre chiuso in casa mi sono dedicato di più alla ricerca e alla scrittura, che è quello che aveva fatto Ron, un uomo con solo sette anni di scuola alle spalle che è stato capace di diventare un esperto, sapeva tutto sul vrus dell'hiv, passava giornate in biblioteca. Quando ha scoperto la malattia si è isolato dal mondo ed è quello che ho fatto io. La sfida più grande è stata cercare di assorbire la sua rabbia: la paura, la disperazione, poi la rabbia che lo ha tenuto in vita per sette anni, per sopravviere. Ho incontrato i membri della sua famiglia e mi hanno dato tante foto e il suo diario, e quello mi ha aiutato a entrare nel suo mondo".
Come ha reagito la sua famiglia?
"Non è mai stato uno shock per loro, mi hanno visto perdere peso gradualmente. Anzi, si divertivano perché in quel periodo cucinavo tantissimo per loro, anche se non potevo mangiare niente. Ma chi non mi vedeva da mesi, tipo mia madre, si è spaventato a morte. Ero diventato un eremita, ma passare del tempo solo con te stesso può essere salutare, basta non continuare a farlo per sempre".
E lei com'è cambiato?
"Sono diventato un maniaco della pulizia in quel periodo, come Ron, che sapeva che ogni raffreddore sarebbe potuto diventare una polmonite e ucciderlo. Era terrorizzato dai germi, stava lontano dagli animali, puliva tutto".

Fonte Silvia Bizio, Matthew McConaughey, la trasformazione: "Questa volta ho messo in gioco il mio corpo", La Repubblica, 13 settembre 2013