Come per molti artisti, il padre ha avuto una notevole importanza nella formazione di Francesco De Gregori, che si scopre anche dall'ascolto di alcune sue (celebri) canzoni.
Francesco De Gregori è nato nel 1951, dal matrimonio fra il bibliotecario Giorgio e l'insegnante di lettere Rita Grechi, e come raccontano le cronache, il nuovo arrivato ricevette il nome di Francesco in memoria di suo zio, ufficiale degli Alpini e successivamente partigiano vicecomandante delle Brigate Osoppo, ucciso a Porzûs nel 1945 dai partigiani comunisti delle Brigate Garibaldi.
E' a causa della professione del padre, che il giovane Francesco crebbe a Pescara fino circa ai dieci anni per poi tornare a Roma, dove frequentò il liceo classico Virgilio.
Il 1966 è un anno cruciale per il quindicenne Francesco: insieme a suo padre e a suo fratello Luigi, di sette anni più anziano, si reca a Firenze per prestare soccorso alla popolazione colpita dall'alluvione. E in quello stesso anno, decide di imparare a suonare la chitarra.
Ma chi era il padre di De Gregori? Certamente nella formazione di Francesco, hanno avuto la massima importanza le radici "umaniste" di lui e della moglie, Rita Grechi.
Giorgio De Gregori era nato a Roma il 25 settembre 1913. Laureatosi in lettere, entrò in servizio come bibliotecario aggiunto nelle biblioteche governative nel 1937, a soli 24 anni, presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze.
Trasferito nel 1942 a Roma, ma chiamato alle armi dopo pochi mesi, sul fronte francese, rientrò in Italia dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e fu comandato a prestare servizio fino alla fine della guerra presso la Direzione generale delle accademie e biblioteche a Padova.
Dopo la Liberazione rientrò in servizio alla Biblioteca di archeologia e storia dell'arte di Roma, con la responsabilità anche della custodia del materiale delle biblioteche tedesche in Roma.
Dal 1952 in poi Giorgio De Gregori rivestì molti e importanti incarichi che lo portarono ai vertici dell'AIB, l'Associazione delle Biblioteche Italiane, di cui fu segretario per molti anni.
Giorgio De Gregori, che è morto a Roma il 30 giugno 2003, era dunque un vero studioso, un intellettuale ed è immaginabile l'importanza che i libri - e l'amore per i libri - abbiano rivestito nella stessa educazione del futuro cantautore.
Francesco, dal canto suo, ha ripetutamente omaggiato il padre con accenni presenti in diverse delle sue canzoni e soprattutto in una canzone che gli ha interamente dedicato: "Tutto più chiaro che qui", contenuta nell'album "Canzoni d'Amore" pubblicato nel 1992. A tal proposito il cantautore romano dirà:
"Non era un Grande Vecchio. Era mio padre, Era lui che faceva il bagno nel Tevere. Canottiere negli anni Venti; grande uomo. Aveva visto tutto".
Ed è una canzone sempre bellissima da riascoltare: qui sotto
Fabrizio Falconi - 2021
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.