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02/03/22

Le domande a un cane che sta per morire. Il meraviglioso "questionario" immaginato da David Leavitt

 



E' una delle cose più belle e alte e toccanti che abbia letto a riguardo dei rapporti con l'animale più amato, il cane, il proprio cane. David Leavitt lo ha scritto, e in italiano lo ha tradotto Fabio Cremonesi. 

Sei settimane fa a Toby, il nostro adorato Bedlington terrier, è stata diagnosticata una massa tumorale nell'addome con metastasi ai polmoni. Dato che Toby ha nove anni e il cancro è in uno stadio così avanzato, abbiamo deciso di risparmiargli un'operazione e la chemioterapia e passare direttamente alle cure palliative

Ci è stato detto che sarebbe morto nel giro di poche settimane, forse di giorni. Mentre sto scrivendo, sta bene, molto meglio rispetto al momento della diagnosi. 

Come percepisci il tempo? 
Percepisci il tempo? 
Pensi di doverci proteggere? 
Pensi che siamo noi a dover proteggere te? 
Se la tua risposta è sì a entrambe le domande, questo ti provoca angoscia esistenziale? 
Quando andavamo allo stagno a vedere le anatre e tu abbaiavi, come le vedevi? Come amiche? Nemiche? Prede? (Di solito tu gli uccelli non li guardi nemmeno). E ora che le anatre sono partite e nello stagno non ce ne sono più, senti la loro mancanza? 

Perché abbai quando l'automobile di un estraneo si ferma nel vialetto di casa, ma quando è la mia macchina a fermarsi nel vialetto non abbai? 
È perché riconosci il rumore del motore della mia macchina? O perché la mia macchina ha un odore tutto suo? 
È per il ritmo dei miei passi quando mi avvicino alla porta? 
Cosa ti passa per la testa quando senti le parole «giro in macchina»? 
Cosa ti passa per la testa quando senti la parola «bocconcino»? 

Perché quando sei nel nostro letto, dormi rivolto nella direzione opposta rispetto a noi? 
Come hai fatto a scoprire come si apre la maniglia della porta del bagno? 
Perché bevi l'acqua dal water anziché dalla tua ciotola? 
Pensi che il water sia una fonte? 
Come fai a sapere quando manca un'ora al momento della pappa? 

Lo capisci dalla luce che cambia? Dal mio umore che cambia? Dalla posizione del sole e della luna che cambia? Com'è per te la sensazione di fame? 
Perché sradichi sempre i gigli? È qualcosa che ha a che fare con i gigli in sé? È qualcosa che ha a che fare con il cane che c'è dall'altra parte della recinzione accanto a cui sono piantati i gigli? È qualcos'altro? 

Capisci che la mia mente è dentro la testa? 
Mi consideri assurdamente lungo? Ti consideri più proporzionato di me? Come percepisci l'età? Sai quanto sei invecchiato rispetto alla prima volta che ci siamo visti? Sai quanto sono invecchiato io rispetto alla prima volta che ci siamo visti? 

Capisci che siamo destinati a invecchiare a velocità diverse? Ti confonde il fatto che, dopo essere stato più giovane di me per tutta la vita, adesso ti ritrovi a essere più vecchio di me? 
Ti sembro tragico? Comico? Volgare? Intelligente? Indolente? Noioso? Poco collaborativo? Affettuoso? Negligente? Patetico? Capisci cos' è la morte? 

Capisci che tra chi hai conosciuto, ci sono persone che rivedrai e altre che non vedrai più, in certi casi perché sono morte? Quando hai ucciso quello scoiattolo, hai capito di averlo ucciso? 
Quando hai strappato dal tuo scoiattolo-giocattolo il meccanismo che produceva il suono, hai capito di non averlo ucciso? 

Ricordi tua madre? 
Perché quando c'è un temporale vai sempre a nasconderti dietro la sedia sul lato destro della stanza e mai dietro a quella che c'è a sinistra? 

Cosa pensi quando vedi un altro cane? Dipende dal cane? Se sì, da quale aspetto del cane dipende se lo considererai un amico o un nemico? Ho ragione a supporre che non ti piacciano i cani neri? Questo fa di te un razzista? 

La prima volta che hai tirato fuori la soletta da una mia scarpa e l'hai lanciata all'altro capo della stanza, ti sei divertito a farlo? È perché quella prima volta ti sei divertito così tanto che da qual momento in poi l'hai fatto altre centinaia di volte? È corretto che io chiami «gioco» quel tuo tirare fuori le solette dalle mie scarpe? Posso dire agli altri: «Il mio cane si è inventato un gioco?». Perché tiri fuori le solette solo dalle mie scarpe sinistre? 

Secondo te perché sogno spesso di fare le valigie all'ultimo momento? Perché spesso in quei sogni tu sei una delle cose che devo mettere in valigia? Perché in quei sogni quando salgo sul taxi per l'aeroporto, all'improvviso mi ricordo di essermi dimenticato di prendere qualcosa? Perché in quei sogni sei così spesso tu la cosa che ho dimenticato di prendere? 

Perché nei miei sogni l'aeroporto è sempre Malpensa? Perché quando mi sveglio da quei sogni e ti vedo dormire accoccolato accanto a me, mi sento addolorato? Tu cosa sogni? Capisci cosa vuol dire «abbastanza»? Capisci cosa vuol dire «troppo»? 

Capisci di essere malato? La prospettiva della tua morte ti spaventa quanto spaventa me? Come farò a vivere senza di te?

15/03/21

Libro del Giorno: "E l'uomo incontrò il cane" di Konrad Lorenz

 


Un libro che tutti coloro che possiedono un cane dovrebbero, prima o poi, leggere. E che farebbe comunque bene anche a quelli che un cane non lo possiedono o non l'hanno mai posseduto.

A Konrad Lorenz è stato conferito il Premio Nobel 1973 per la medicina in riconoscimento della sua opera fondatrice di una scienza che rivela sempre più la sua enorme portata: l’etologia

Ma Lorenz non è soltanto un grande scienziato: pochi libri hanno affascinato così tanti lettori in questi ultimi anni come le storie di animali da lui magistralmente raccontate nell’Anello di Re Salomone. 

E anche in E l’uomo incontrò il cane, il lettore troverà una sorta di proseguimento di quelle storie, tutto dedicato all’animale che più di ogni altro crediamo di conoscere e sul quale però tante cose abbiamo da scoprire – il cane. 

Lorenz ci guida qui innanzitutto verso le origini dell’«incontro» fra l’uomo e il cane, quando il rapporto era piuttosto con i due, assai differenti, antenati dei cani attuali: lo sciacallo e il lupo

Queste origini lasciano le loro tracce in tutte le complesse forme di intesa, obbedienza, odio, fedeltà, nevrosi che si sono stabilite nel corso della storia fra cane e padrone

Spesso ricorrendo a dei casi a lui stesso avvenuti, Lorenz riesce in queste pagine a illuminare rapidamente tutto l’arco della «caninità» con la grazia di un vero narratore, con la precisione e la sottigliezza di uno scienziato che ha aperto nuove vie proprio nello studio di questi temi, con la fertile intelligenza di un pensatore che, attraverso le sue ricerche sugli animali, è riuscito a porre i problemi umani in una nuova luce.

Konrad Lorenz 

E l’uomo incontrò il cane 

Traduzione di Amina Pandolfi 

Piccola Biblioteca Adelphi, 

1973, 45ª ediz., pp. 123, 

€ 11,00