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21/11/21

I resti di Villa Pepoli - Un luogo romano del tutto sconosciuto

 


A Roma, nascosta dal e al caos cittadino quotidiano, c'è una porta "magica" che conduce in un luogo insolito, dove restano le memorie di antichi fasti, a un passo dalle grandiose Terme di Caracalla. 

Via di Villa Pepoli è una strada molto elegante, inclusa nel quartiere di San Saba, uno dei più appartati e suggestivi della Capitale, e alla quale si accede attraverso una vecchia porta rimasta ancora in piedi. 

Questa porta, in realtà, era uno degli accessi alla Villa Pepoli (di cui è rimasto il toponimo), anche conosciuta come Vigna Cavalieri, sulla quale insisteva l'antico tracciato della Via Ardeatina, quello all'interno delle mura Aureliane. 

La villa apparteneva, fino ai primi del '900 al conte Agostino Pepoli, studioso, collezionista e archeologo, che morì nel 1910. 

Villa Pepoli era magnifica: disponeva di un amplissimo parco - sovrastante le Terme - con scorci di paesaggio rurale, tipicamente romano, che dovevano apparire di grande suggestione. 

Alla morte del conte Agostino, questa stupenda proprietà fu velocemente dismessa e poi svenduta a privati, con la conseguenza di venire usata per la realizzazione di nuove costruzioni. 

Oggi l'ingresso a quanto resta del parco è indicato proprio dall'elegante portale posto all'entrata della via di Villa Pepoli, oltrepassato il quale però si aprono due file di villini quasi tutti realizzati intorno agli anni '20. 

E' assai curioso che durante i lavori di costruzione di questi villini non risultano essere emersi resti archeologici - i quali furono invece quasi sicuramente riinterrati - considerando che invece negli anni '50, durante i lavori di scavo per la rete fognaria, vennero alla luce importantissimi resti di antichi edifici di età imperiale, a 2 metri di profondità, decorati con splendide pavimentazioni a mosaico. 

I resti più imponenti vennero scoperti più recentemente, nei pressi della odierna via Fabio Cilone. 

Gli archeologi si misero al lavoro dunque per trovare anche le pertinenze della famosa Porta Naevia, da cui doveva avere inizio la Via Ardeatina e che doveva trovarsi fra la Chiesa di San Saba e quella di Santa Balbina, che però non è mai stata identificata con esattezza. 

Tutta la zona, si è scoperto successivamente, è comunque occupata da sepolture antiche, che culminano in un incredibile mausoleo circolare, ritrovato alla fine di Via Fabio Cilone, datato ad età augustea, che  finora non è stato possibile attribuire a nessun personaggio dell'epoca, e che - incredibilmente - oggi è impossibile visitare, essendo stato completamente invaso dalla vegetazione spontanea della zona e dal degrado. 

L'edificio fu esplorato per la prima volta nel 1838 dal sacerdote Alessandro Volpi, che ottenne il permesso di scavare nella proprietà della allora Vigna dei Cavalieri

Il sacerdote si imbatté in un sepolcro enorme, di circa 40 metri di diametro! Con un interno purtroppo completamente spogliato durante i secoli. In quella occasione furono comunque recuperate epigrafi e materiali di spoglio, funerari. 

Intorno al Mausoleo più grande, negli scavi successivi furono identificati altri 39 ambienti funerari, una domus, i resti di due strade e l'acquedotto antoniniano. 

Purtroppo tutto questo incredibile apparato archeologico è oggi nascosto e inaccessibile ai visitatori.

L'unico auspicio che si può fare è che presto ritorni ad essere fruibile per la città e per la ricostruzione della sua stessa millenaria storia.

Fabrizio Falconi - 2021 

(notizie tratte da: Paola Quaranta, La Via Ardeatina nella Villa Pepoli all'Aventino Minore, in Studi Romani, Anno LVIII - NN. 1-4, p.107)