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25/05/20

100 film da salvare alla fine del mondo: 66. "Hereafter" di Clint Eastwood, Usa 2010


Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo". Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 66. "Hereafter" di Clint Eastwood, Usa 2010 


E' abbastanza difficile scegliere un'opera in particolare nella variegata e qualitativa filmografia di Clint Eastwood, i cui film hanno segnato la cinematografia americana degli ultimi trent'anni, raccogliendo, soprattutto in Europa, ma anche in patria, successo di critica e ottimi risultati agli incassi. 

Scelgo questo, che forse è il più coraggioso, visto che nel 2010 il rude Clint, il prosaico Clint, decise di affrontare un tema scivoloso come l’aldilà e la vita dopo la morte, ponendolo all'evidente rischio stroncature da parte di molti suoi estimatori, abituati a un cinema molto maschile, forte, poco incline alla filosofia. 

Rischiando, Eastwood, realizzò un film importante, destinato a rimanere. Un film che libera lo spettatore dalla dittatura dell’hic et nunc con una storia tratta dal vero che riprende le drammatiche vicende dello tsunami in Indonesia del 2006,  e raccontando di una bella anchorman che è rimasta sospesa tra la vita e la morte,  pretendendo di aver avuto percezione diretta, in quegli istanti, dell’aldilà, e mettendo definitivamente al centro della sua vita e dei suoi interessi questa esperienza; la stessa cosa accade a Marcus, il ragazzino sopravvissuto alla tragica morte del suo gemello, che pretende di mettersi in contatto con lui, con il fratello morto, pretende di proseguire a dialogare con lui, a farlo parte della sua vita.

Le loro vicende si intrecciano con quelle del sensitivo George Lonegan (Matt Damon), il quale, in un mondo come il nostro, materiale e prosaico, deve addirittura rinnegare le sue qualità di tramite con i morti, per poter vivere tranquillo e avere una vita normale.

Eastwood affronta la vicenda con il consueto rigore, e la sua prospettiva non è né eretica, né pagana, né new age. E’ la più vicina, anzi, al buon senso. Il fatto che non sia corrispondente a una logica ‘confessionale’ cioè religiosa, non toglie nulla al rigore di un’opera che va letta semplicemente per quello che è.

E ancora una volta Clint riesce ad unire l'utile al dilettevole, in un film che intrattiene ma fa molto pensare. 

Hereafter

13/02/19

Nuovo studio: 3 Tsunami in età medievale causati da Stromboli.




Un cedimento del fianco nord-occidentale del vulcano Stromboli, nell`arcipelago delle Eolie, sarebbe la causa dei tre maremoti che hanno raggiunto le coste della Campania tra il 1343 e il 1456. 

A dirlo, lo studio Geoarchaeological Evidence of Middle-Age Tsunamis at Stromboli and Consequences for the Tsunami Hazard in the Southern Tyrrhenian Sea, recentemente pubblicato su Scientific Reports, a cui hanno partecipato l`Istituto Nazionale di Geofisica eVulcanologia (INGV), il Dipartimento di Scienze della Terra dell`Universita' di Pisa, le Universita' italiane di Modena-Reggio Emilia e di Urbino, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), la City University e l`American Numismatic Society di New York

"L`identificazione di Stromboli come la sorgente dei maremoti avvenuti nel 1343, nel 1392 e il 5 dicembre 1456 - spiega Antonella Bertagnini, vulcanologa dell`INGV di Pisa e co-autrice del lavoro - e' stata possibile grazie ad un lavoro interdisciplinare che ha messo in campo competenze vulcanologiche e archeologiche. Era noto che l`isola di Stromboli fosse capace di produrre tsunami di piccola scala (analoghi a quello osservato il 30 dicembre 2002)" - prosegue l`esperta - "questo lavoro porta pero' alla luce, per la prima volta, la capacita' del vulcano di produrre, anche in tempi relativamente recenti, tsunami di scala nettamente superiore e potenzialmente in grado di raggiungere aree costiere anche molto distanti"

Il principale dei tre eventi, avvenuto nel 1343, sarebbe la causa della distruzione dei porti di Napoli e di Amalfi, di cui fu testimone oculare d`eccezione il poeta Francesco Petrarca

Lo scrittore si trovava in missione come ambasciatore inviato nella citta' partenopea da Papa Clemente VI e racconto' l`accaduto in una lettera, descrivendo il maremoto come una misteriosa quanto violenta tempesta marina avvenuta il 25 novembre di quell`anno e che aveva causato l`affondamento di numerose navi nel porto di Napoli. 

"Incrociando metodologie, tecniche e competenze diverse - prosegue Bertagnini - lo studio ha permesso anche di rivelare come nella prima meta' del 1300 l`isola di Stromboli fosse abitata e rivestisse un ruolo importante come snodo del traffico navale dei crociati provenienti dalle coste italiane, spagnole e greche. A seguito dei crolli responsabili della generazione delle onde di tsunami e di una contemporanea e particolarmente intensa attivita' eruttiva del vulcano, l`isola fu abbandonata a partire dalla meta' del 1300 e fino alla fine del 1600, quando inizio' il suo ripopolamento

La scoperta conferma, quindi, il pericolo da tsunami generato da Stromboli nel Tirreno Meridionale, sebbene una sua precisa quantificazione richieda ulteriori studi mirati al riconoscimento e alla caratterizzazione di questo fenomeno su un periodo temporale piu' esteso". La ricerca pubblicata ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile.