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06/03/15

Libri in carcere - "Leggere è un diritto?" a Firenze, da marzo a novembre.



Leggere è un diritto? coinvolge un gruppo di persone detenute presso la Casa circondariale «Mario Gozzini» di Firenze che - seguiti dalla Scuola interna - avvieranno una riflessione sui testi di quattro scrittori italiani con i quali si incontreranno alla fine di ogni ciclo di letture. 

Filo rosso nella scelta dei brani sarà il tema della diversità, come valore in sé ma anche come fonte di stereotipi

La lettura come ponte fra il dentro e il fuori è un diritto affatto scontato, capace di aprire alla possibilità di esercitarne altri: dall’istruzione, alla salute intesa come benessere, da una piena cittadinanza al sentirsi parte di una comunità. 

Un percorso che avvicinerà Voci della narrativa italiana e persone detenute, viste non come soggetti passivi, ma artefici del proprio futuro reinserimento

Ideazione e progetto di Giada Ceri con la consulenza di Manuela La Ferla - Casa dell’autore ®

Incontri fra persone detenute e scrittori italiani 

Casa circondariale «Mario Gozzini» 

FIRENZE marzo - novembre 2015 

Leggere è un diritto? è promosso da LILA Toscana Onlus con la collaborazione di Comune di Firenze (Direzione Cultura, Turismo, Sport – Servizio Biblioteche, archivi e eventi), Fondazione Sistema Toscana, Garante dei diritti dei detenuti a Firenze; Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, Associazione Donne di carta - Persone libro, Associazione Fiesolana 2b - Libreria delle Donne (Firenze); Associazione volontariato penitenziario; Centro europeo teatro e carcere, CNCA (Centro Nazionale Comunità di Accoglienza); Robert F. KennedyCenter for Justice&Human Rights, Unione Camere Penali Italiane. 

Programma 

A piedi nudi sulla terra (Mondadori 2011) Folco Terzani Incontro con l’Autore: 5 marzo 

Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori 2014) Antonella Cilento Incontro con l’Autore: 28 maggio 

Ogni altra vita, storia di italiani non illustri (Il Saggiatore 2015) Paolo Di Stefano Incontro con l’Autore: 24 settembre 

Pugni (Sellerio 2006) Pietro Grossi Incontro con l’Autore: 5 novembre 

Leggere è un diritto? nasce sotto gli auspici del Centro per il libro e la lettura #leggereèundiritto? Info/comunicati stampa: 3349540947

08/01/13

Manuela La Ferla: a Firenze nasce la "Casa dell'Autore."





A Firenze nasce CASA DELL’AUTORE: intervista a Manuela La Ferla
di Massimo Maugeri per letteratitudinenews



Nasce a Firenze la CASA DELL’AUTORE di Manuela La Ferla. L’obiettivo dichiarato è quello di rimettere al centro del lavoro il testo e il suo autore, nel rispetto estremo della scrittura e fuori dalle forzature del mercato: un luogo dove le storie potranno circolare liberamente e le idee trovare terreno fertile, una modalità di lavoro che conserverà il nucleo antico del lavoro editoriale, ma guarda al futuro, alle nuove forme che con il digitale assumeranno un aspetto ancora difficile da immaginare. Uno spazio per autori italiani di eccellenza, per testi di narrativa e progetti di saggistica contemporanea. 

Manuela La Ferla, catanese di nascita ma fiorentina di adozione, vive e lavora a Firenze Ha collaborato a vario titolo con: Rizzoli, Feltrinelli, Adelphi, Einaudi, Theoria, Giunti, Mondadori, Fazi, Il Saggiatore, Cadmo e Longanesi. Ha collaborato a lungo anche con diverse testate, tra cui Diario e La Stampa e curato testi di Letteratura fantastica per diversi editori. Da un paio di anni cura la rubrica «Piccole Italie», su Latitudes. Come curatrice e autrice, è onorata di far parte nel suo piccolo del catalogo Sellerio. Da molti anni insegna editing alla Scuola Europea di Traduzione Letteraria. Nel 2013, in linea con l’evoluzione del mondo editoriale aprirà la casa dell’autore®, un crogiolo di eccellenza per testi e autori di qualità. Il vero lavoro editoriale, prima e oltre le case editrici. A Firenze, in via maggio 35. info@casadellautore.it

- Cara Manuela, da quanto tempo lavori del mondo dell’editoria? Ti andrebbe di raccontarci un po’ di te?
In breve: lavoro da venticinque anni in campo editoriale, come Editor Italiani, sia di narrativa che di saggistica contemporanea. Nasco in Sicilia cinquantanni fa, nella città da cui mi scrivi e che saluto. Vivo con mio marito e mio figlio Natnael di anni sette, a Firenze, mia città adottiva da oltre trent’anni (con tutti questi conti finirò per sentirmi vecchissima). Ho dedicato gran parte della mia vita alla letteratura e alle parole, fare l’editor è il mio modo di stare al mondo e quando penso penso da sempre sotto forma di libro. E per libro intendo un testo, originale, in lingua italiana, che poi vada in cartaceo o digitale è un’altra storia, ma non è questo il punto fondamentale, almeno per me. 
- A tuo avviso, cosa è cambiato nell’attuale sistema editoriale italiano dall’inizio della tua attività a oggi? Quali i pro e i contro?
Non è cambiata la passione dei giovani che vorrebbero entrare a far parte di questo nostro piccolo mondo, molto conservatore. Non è cambiata la dedizione dei molti che si prendono cura dei testi e non è cambiato il desiderio degli autori di arrivare ai propri lettori attraverso il filtro editoriale di una casa editrice. Per il resto, sembra di stare in un mondo capovolto. Chi guarda al mondo editoriale da fuori non credo lo sappia: ma l’industria editoriale è spesso strozzata da tempi di produzione accelerati e vittima colpevole della dittatura delle tirature (tranne che per il digitale). La cornice insomma si è un po’ mangiata il quadro. E il quadro, almeno per me, era e resta l’autore e il suo testo. 
- Credi che il ruolo e i compiti dell’editor, in particolare, siano cambiati in questi anni? Perché la figura dell’editor è ancora importante? 
Oggi l’editor è soprattutto un publisher, una persona molto competente che però compra libri già fatti altrove, mentre io mi sono sempre dedicata a farli i libri, e per farli non intendo costruirli a tavolino, anzi, intendo dire, anche pensarli, sì, se si tratta di saggistica, ma soprattutto aiutare l’autore a riflettere sul senso del proprio lavoro. Ed è proprio questo tipo di figura che è quasi del tutto scomparsa, quello che una volta si chiamava il consulente letterario di professione. Ci sono delle eccezioni, ma sono mosche bianche ormai. Il clima è mutato e non da oggi. Oggi su tutto vince il commerciale e le aspettative del lettore, quasi fosse la domanda a generare l’offerta e non viceversa.

Massimo Maugeri per Letteratitudinenews - continua a leggere qui.