24/11/22

Il giorno dei funerali di Grace Kelly: la maschera di dolore di Cary Grant

 


Alcune volte basta soltanto una foto per esprimere un intero mondo emotivo.

E' il caso di questa foto scattata il giorno dei funerali di Grace Kelly, il 18 settembre 1982, presso la Cattedrale di Monaco, dove si tennero le esequie dopo il drammatico incidente automobilistico in cui la principessa perse la vita e che riunì membri della famiglia principesca e quella dei Kelly, ma anche tante personalità tra cui la principessa Diana , il presidente dell'Irlanda Patrick Hillery , le mogli dei presidenti francese e americano, Danielle Mitterrand e Nancy Reagan , e molti dei suoi amici come l'attore Cary Grant. 

Il legame tra Cary Grant e Grace Kelly fu, in vita, molto stretto.

"L'attrice più straordinaria di sempre," così la definì quel giorno Cary Grant. E i ricordi di tutti, sono andati alla chimica sullo schermo che tra i due era naturale e innegabile, anche se, a scapito della storia del cinema, "Caccia al ladro", ovvero "To Catch A Thief", è stata l'unica volta che hanno condiviso sul grande schermo. 

Le loro scene avventurose e seducenti insieme immortalano le strade e le ville della Costa Azzurra e hanno portato il romanticismo a nuovi livelli con un momento iconico dopo l'altro. A quanto pare, la gioia condivisa di lavorare insieme e l'ammirazione reciproca sono continuate per il resto della loro vita. 

Mentre alcuni rapporti di lavoro finiscono quando le telecamere smettono di girare, Cary Grant e Grace Kelly hanno mantenuto un'amicizia per tutta la vita, con Cary che è diventata un ospite frequente al Roc Agel dopo che Grace Kelly è diventata la Principessa Grace di Monaco.

Cary Grant ha notato il talento di Grace molto prima che si trovassero insieme sullo schermo. In un'intervista per il libro del 1987 di James Spada, Grace: The Secret Lives of a Princess, Grant ha descritto di averla vista nei suoi primi film: “L'ho riconosciuta già allora come un'attrice brillante... Lo faceva sembrare così facile. Alcune persone hanno detto che Grace era semplicemente se stessa. Beh, questa è la cosa più difficile da fare se sei un attore, perché se sei te stesso, il pubblico sente come se quella persona stesse vivendo e respirando, semplicemente essendo naturale, non "recitando" - e questa è la cosa più difficile nel mondo da fare”. 

Cary Grant, a causa del suo ruolo indiscusso di star, è stato in grado di scegliere quasi sempre i suoi film e co-protagonisti e, opportunamente, le protagoniste femminili. 

Fortunatamente, il ruolo di John Robie era perfetto per Grant, e da lì il resto è storia: Alfred Hitchcock ha riunito il suo miglior attore e attrice nella sua località preferita: la Costa Azzurra. 

Dopo le riprese, Grant dichiarò: “Ho lavorato con molte belle attrici, ma secondo me la migliore attrice con cui abbia mai lavorato è stata Grace Kelly. Ingrid, Audrey, Deborah Kerr erano attrici splendide, splendide, ma Grace era assolutamente rilassata, l'attrice più straordinaria di sempre."  

Tra loro c'era davvero un legame speciale e innegabile. 

Cary Grant fu invitato al suo matrimonio con il principe Ranieri III nel 1956 e strinse anche la sua amicizia con il principe. Secondo un'intervista con il principe Alberto II sul Daily Mail , il principe Ranieri ricorderebbe i ricordi di Grant che visitava la famiglia e raccontava barzellette ai bambini. Presumibilmente, quelle battute erano spesso sporche, ma il principe Alberto ha insistito: "È sempre stato un gentiluomo". 

Una volta che la Principessa Grace si era affermata come la nuova Principessa di Monaco, Cary Grant e la sua famiglia visitavano regolarmente "The Rock" come ospiti della coppia principesca, partecipando a eventi e galà di beneficenza con la Principessa Grace e il Principe Ranieri. 

La loro ospitalità fu ricambiata quando Grace e il principe Ranieri rimasero con la famiglia di Grant durante i loro viaggi in California. 

Condividendo battute e prendendo in giro il bell'aspetto di Grant, si dice che abbia detto "Tutti invecchiano, tranne Cary Grant". Come principessa, Grace ha istituito fondazioni, ospedali e orfanotrofi per assistenza finanziaria e rifornimenti. Ha tenuto balli di beneficenza per sostenere le sue numerose attività di beneficenza; era una vera umanitaria e filantropa. Cary Grant era spesso al suo fianco in questi eventi filantropici, che si trattasse del Ballo della Croce Rossa di Monaco, iniziato dalla Principessa Grace nel 1958, del Gala del Motion Picture and Television Relief Fund del 1971 o della "Serata di Gala a Monaco" del Dubnoff Center. nel 1981. 


21/11/22

Una straordinaria foto d'epoca: i Pink Floyd a Saint-Tropez con una - neonata - Naomi Watts

 



E' davvero una splendida foto, che rievoca una intera epoca, quella delle summer love, del flower power, del movimento hippie, della meravigliosa creatività della musica rock inglese.

Fu scattata nell'estate 1970 in Francia, a Saint-Tropez, con i Pink Floyd al completo - seduti da sinistra si riconoscono David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters (con gli occhiali scuri) e Richard Wright.

I Pink Floyd erano reduci dalla registrazione, negli Abbey Road Studios, di uno dei loro grandi capolavori, Atom heart Mother, che infatti uscirà il 2 ottobre di quell'anno.

Alla località francese, fra l'altro, i Pink Floyd dedicheranno un brano, così intitolato, attribuito al solo Roger Waters, nell'album seguente, Meddle, uscito nel 1971.

L'altra particolarità di questa foto è che vi figura anche una futura star, anche se ancora in fasce:

La bambina in braccio alla madre, ultima in piedi a sinistra è infatti l'attrice Naomi Watts a due anni. Di fianco è il padre dell'attrice, Peter Watts, per anni stretto collaboratore dei Pink Floyd, morto sei anni più tardi, nel 1976 a Notting Hill per overdose di eroina.

Fabrizio Falconi - 2022

20/11/22

Quel giorno che Lauro De Bosis fece la sua impresa antifascista nel cielo di Roma - Un libro di Giovanni Grasso oggi lo ricorda

 


Un volo per la liberta' del popolo italiano dal regime fascista. 

È quello che ha compiuto su Roma nel 1931 l'intellettuale antifascista Lauro de Bosis, un nome forse sconosciuto ai più e che tutti potranno conoscere grazie al romanzo storico scritto da Giovanni Grasso, che oltre ad essere giornalista e scrittore è il portavoce del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal titolo 'Icaro, il volo su Roma', edito da Rizzoli Libri. 


Il volume è stato presentato a Bookcity Milano, la manifestazione dedicata ai libri e alla lettura, dall'autore insieme a Mario Calabresi e Filippo Nassetti, autore di un altro libro dedicato al volo e ai piloti, 'Molte aquile ho visto in volo', Baldini+Castoldi. 

L'intellettuale antifascista che sorvolò Roma dopo avere preso solo dieci lezioni di volo e il brevetto, beffando clamorosamente il regime, morì poi nel Tirreno al termine della sua traversata per la liberta'. 

Lauro de Bosis "era partito da un aeroporto vicino a Marsiglia il 3 ottobre del 1931 - ha raccontato Grasso - e passando sulla Corsica era arrivato sopra Roma e l'aveva pacificamente bombardata con migliaia di volantini antifascisti invitando la popolazione a ribellarsi. Poi il suo aereo e' sparito e il suo corpo non e' mai stato ritrovato, aveva 31 anni. La sua e' una fine da eroe greco". 


Per scrivere il libro Giovanni Grasso si è servito di documenti storici e, dove questi non erano disponibili, ha romanzato. "Lauro non e' mai stato ricordato tra gli eroi antifascisti, una storia cosi' bella e' rimasta sconosciuta. A 31 anni lui si e' sacrificato per la liberta' dell'Italia - ha ricordato -. Il suo era l'antifascismo di un letterato ma era stato isolato dagli altri antifascisti per la sua convinzione che fosse necessario togliere l'appoggio al regime di esercito, chiesa e del re. Il suo e' stato un antifascismo molto piu' profetico di altri"

Oggi a Roma una piazza ricorda Lauro de Bosis, quella di fronte alla sede del Coni, dove si trova anche la stele con la scritta Dux, ironia della sorte. 

"Anche oggi c'è questo tentativo revisionista secondo cui le leggi razziali e la guerra furono i grandi errori di Mussolini e che in fondo se non fosse stato per queste cose poteva anche andare bene - ha concluso Grasso - . Le leggi razziali e la guerra erano nella logica del fascismo, una logica di conquista e di potere". 

19/11/22

Arriva sugli schermi la parabola del grande Gigi Riva, uno dei calciatori italiani più forti di sempre

 


Da lunedi' 21 novembre arriva nei migliori multiplex e nelle principali citta' italiane distribuito da Vision Distribution, il film "Nel nostro cielo un rombo di tuono" scritto e diretto da Riccardo Milani, accolto da una critica unanimemente positiva. 

Il film che ripercorre la vita, le scelte esemplari e la parabola della straordinaria carriera sportiva del grande campione, ha totalizzato oltre 14 mila presenze e un incasso di piu' di 90 mila euro nei primi 9 giorni di programmazione nella sola Sardegna, rappresentando circa un terzo degli incassi della regione e posizionandosi subito sotto "Black Panther: Wakanda Forever" che in 7 giorni ha totalizzato 95 mila euro ma con quasi 13 mila presenze. 

Il grande pubblico potra' cosi' rivedere o scoprire per la prima volta la figura di un uomo che ha influenzato generazioni di sportivi e che ha rappresentato un esempio morale e umano di integrita' e coraggio per tutti. 

"La straordinaria testimonianza di affetto che Cagliari e la Sardegna hanno tributato a Gigi Riva e al commovente e suggestivo film di Milani - dichiara l'assessore regionale alla Cultura e allo Sport Andrea Biancareddu - sono il piu' bel ringraziamento che la Regione ha meritato per aver sostenuto questa produzione. Complimenti alla Film Commission, a Milani, agli attori e a tutti quelli che hanno reso possibile questosuccesso. E grazie al grande sardo (anche se come si sa il calciatore è originario di Leggiuno, comune in provincia di Varese, dove è nato il 7 novembre del 1944), Gigi Riva!". 

16/11/22

Una caccia al tesoro negli archivi scopre l'incredibile storia di un pittore ebreo alla Corte dei Medici, nel '600 !

 


C'era un pittore ebreo alla corte dei Medici nel '600, caso unico nella storia dell'arte: il fiorentino Jona Ostiglio (1620/1630-1695), ricordato come artista abile e versatile, capace di acquisire importanti commissioni dai granduchi e da potenti famiglie fiorentine, stimato tanto da far parte, nel 1680, della prestigiosa Accademia delle Arti e del Disegno restando di fatto unico membro ebreo fino al '900. 

L'inedita 'riscoperta' della storia di Ostiglio, per secoli nascosta tra le pieghe della storia dell'arte, la si deve all'ebraista Piergabriele Mancuso e alla storica dell'arte e funzionaria degli Uffizi Maria Sframeli. 

Dice Mancuso: "Una serie di opere e documenti sconosciuti attestano l'attivita' nella Firenze granducale del pittore ebreo Jona Ostiglio, al quale si fa brevemente riferimento per la prima volta in un articolo del 1907 a firma del rabbino, biblista e orientalista Umberto Cassuto". 

La scoperta e' importante non solo per la storia ebraica, ma anche per la storia dell'arte mondiale. 

Inoltre alcune sue opere mature conservate agli Uffizi, alla villa Medicea di Poggio a Caiano, nella chiesa fiorentina di San Michele in San Salvi e alla Farnesina a Roma da oggi non saranno di Anonimo seicentesco ma porteranno nome e attribuzione di Jona Ostiglio

Jona Ostiglio, Natura morta con pesci e granchi 


"Malgrado i limiti imposti dalla Chiesa e dall'Inquisizione, nel '600 i Medici salvarono la vita e le ricerche di Galileo - spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt - e ora apprendiamo che a un ebreo era permesso esercitare la pittura (attivita' che non rientrava tra quelle permesse ai suoi correligionari), era concesso l'onore di far parte dell'Accademia patrocinata dai granduchi e di ricevere incarichi dalle famiglie nobili piu' in vista. Certamente e' un'acquisizione storica che testimonia l'apertura mentale dei Medici".

Per Ruth Dureghello, presidente della Comunita' Ebraica di Roma, "siamo di fronte a una scoperta eccezionale che documenta, nella sua rarita', quanto la cultura ebraica abbia contribuito nei secoli alla formulazione delle storie che hanno fatto la nostra nazione, anche in quei periodi, come quello illustrato dalla vicenda di Jona Ostiglio, ancora molto distanti dai concetti di integrazione e di dialogo"

15/11/22

Un bellissimo documentario dedicato a Umberto Eco e alla sua incredibile biblioteca !


 

 

Giovedì 17 novembre 2022 alle 19 (con replica venerdì 18 novembre alle 19) presso Anteo Palazzo del Cinema (Piazza Venticinque Aprile, 8, Milano) è in programma la proiezione di Umberto Eco - La biblioteca del mondo (80’, 2022), un film di Davide Ferrario dedicato alla figura di Eco e alla biblioteca personale che ne racconta lo spirito e il pensiero. 

 

Il film è una produzione Rossofuoco, in collaborazione con Rai Cinema, con il sostegno di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Piemonte Doc Film Fund - Film Commission Torino Piemonte e Regione Piemonte, e il contributo di RA.MO S.p.A e della Scuola di scrittura Belleville, che organizza la serata.

 

Dopo l’anteprima del 15 ottobre alla Festa del Cinema di Roma, Umberto Eco - La biblioteca del mondo arriva a Milano nell’ambito di Bookcity 2022, in programma dal 16 al 20 novembre. Le due proiezioni sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.

La distribuzione del film, prevista per il febbraio 2023, è affidata a Fandango.

 

IL FILM 

La biblioteca privata di Umberto Eco era un mondo a sé: più di 30.000 volumi di titoli contemporanei e 1.500 libri rari e antichi. Davide Ferrario, che con Umberto Eco aveva collaborato per una videoinstallazione alla Biennale Arte di Venezia un anno prima della morte dello scrittore, ha avuto accesso alla biblioteca grazie alla fattiva collaborazione della famiglia. Ne è nato un documentario che non solo descrive un luogo straordinario, ma cerca di afferrare il senso dell’idea di biblioteca in quanto “memoria del mondo”, come Eco stesso la definiva.


LA SCUOLA

L’incontro tra la scuola di scrittura Belleville e il film di Ferrario nasce nel segno di una passione comune: quella per i libri. Il primo gesto dello scrittore è amare i libri, possederli e saccheggiarli senza soggezione. La biblioteca di Eco, con la sua vertiginosa estensione nel tempo e nello spazio, è un monumento alla curiosità, un invito a addentrarsi nei meandri della “memoria del mondo .

Dal 2014 la Scuola di scrittura Belleville di Milano offre corsi di scrittura, poesia, giornalismo culturale, editoria, traduzione letteraria, divulgazione. Tra i docenti della Scuola figurano alcuni tra i più importanti scrittori, giornalisti e professionisti dell’editoria italiana. 

www.bellevillelascuola.com


Crediti film

regia DAVIDE FERRARIO

montaggio CRISTINA SARDO

fotografia ANDREA ZAMBELLI, ANDREA ZANOLI

musica CARL ORFF

musica originale FABIO BAROVERO

sound designer VITO MARTINELLI

produttore esecutivo LADIS ZANINI

con GIUSEPPE CEDERNA, NICCOLÒ FERRERO, PAOLO GIANGRASSO, WALTER LEONARDI, ZOE TAVARELLI, MARIELLA VALENTINI

prodotto da DAVIDE FERRARIO, FRANCESCA BOCCA

una presentazione SCUOLA DI SCRITTURA BELLEVILLE

una produzione ROSSOFUOCO

in collaborazione con RAI CINEMA

con il sostegno di MIC - DIREZIONE GENERALE CINEMA E AUDIOVISIVO PIEMONTE DOC FILM FUND – Film Commission Torino Piemonte, Regione Piemonte

distribuzione FANDANGO

Paese ITALIA

anno 2022

durata 80’


                                                 Giovedì 17 novembre 2022, ore 19

e venerdì 18 novembre 2022, ore 19

Belleville presenta 

UMBERTO ECO – LA BIBLIOTECA DEL MONDO

un film di Davide Ferrario


anteprima milanese in occasione di Bookcity 


Per entrambe le proiezioni: ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Milano, Anteo Palazzo del Cinema 

Piazza Venticinque Aprile, 8

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Info: info@bellevillelascuola.com

 


14/11/22

Il suicidio "più bello" del mondo: Empire State Building, New York, 1931






Sin dalla sua costruzione - 1931 - l'Empire State Building fu teatro di tragici e "spettacolari" suicidi.

Il 1º maggio 1947 vi fu quello più noto e sconcertante, quando la ventitreenne Evelyn Francis McHale si lanciò dalla terrazza dell'ottantaseiesimo piano e piombò fatalmente su una limousine nera parcheggiata in strada.

Ciò che stupì tutti fu il corpo della giovane vittima che giaceva supino e praticamente intatto sull'abitacolo sfondato della vettura. 

Fotografata da Robert Wiles, uno studente accorso sul posto, l'immagine fece il giro del mondo. Sembrando davvero una "icona moderna" della morte. 

Il gesto estremo della ragazza fu motivato da un biglietto autografo che la vittima lasciò sulla terrazza dell'ottantaseiesimo piano che recitava la seguente frase: «He's much better off without me... I wouldn't make a good wife for anybody,» ovvero: "Sta molto meglio senza di me... Non sarei una buona moglie per nessuno".

Dunque, dietro al gesto, come accade sovente, motivi sentimentali. 

La fotografia venne pubblicata il 12 maggio dello stesso anno dalla nota rivista statunitense Life riferendosi ad essa come «the most beautiful suicide» e fu acquistata anni più tardi dal noto esponente della Pop art Andy Warhol, che la elaborò intitolando l'opera Suicide (fallen body), inserendola nella galleria di sue serigrafie intitolata Death and disaster.

Fabrizio Falconi - 2022 

06/11/22

100 anni dallo scavo di Tutankhamon, il primo "mediatico" e il più famoso dell'intera storia dell'Archeologia

Howard Carter al lavoro sulla tomba di Tutankhamon appena scoperta 

E' passato un secolo dalla scoperta, a Luxor, della tomba di Tutankhamon e del suo tesoro immenso, ma il fascino del faraone bambino resta intatto. 

Reso eterno dalla sua splendida maschera d'oro e lapislazzuli. 

Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, ripercorre i momenti salienti di quella scoperta e il suo posto di primo piano nella storia dell'archeologia. "Era il 4 novembre 1922 - ricorda Greco - quando l'archeologo Howard Carter, nel suo diario, scrive 'Ho trovato i gradini di una nuova tomba'. Quei gradini conducevano a una porta ancora sigillata con il nome di Tutankhamon. Voglio, però, subito sfatare un mito. La tomba non fu trovata intatta, ma aveva subito due furti. Carter notò che c'era confusione, mancavano unguenti, cosmetici, gioielli". 

Greco sottolinea che quando la tomba viene ritrovata e' appena finita la Grande Guerra, che ha sconvolto il mondo e ha visto tanti giovani morire. 

"E' la tomba che appartiene a un ragazzo, perché Tutankhamon morì probabilmente intorno ai 18 anni e questo nella mente di molti forse richiama alla memoria quei giovani morti durante la Grande Guerra. In secondo luogo rappresenta tutto quello che ci aspettiamo da una scoperta archeologica: trovare in una camera nascosta sotto terra, in Egitto, preservata dopo i due furti, i resti e la cultura materiale di un faraone, i gioielli, la maschera, i sarcofagi dorati. L'idea di trovare dei tesori. E' l'elemento negativo di questa scoperta: tutti pensano che archeologia significhi trovare la maschera di Tutankhamon, e non pensano che significa togliere livelli di stratificazione del terreno per ricostruire la nostra memoria". 

Il direttore del Museo Egizio lo definisce "il primo scavo mediatico". 

"Subito i giornalisti si affollano, vogliono avere notizie. Lord Carnarvon - racconta - fa un'esclusiva con il Times creando il malcontento tra gli altri giornalisti, soprattutto tra quelli egiziani. Non fu una scelta lungimirante dare i diritti a un giornale straniero, in un momento in cui in Egitto c'era la volonta' di rendersi indipendenti dai poteri coloniali europei. Come se noi trovassimo la tomba di Augusto intatta e i diritti venissero dati a un giornale straniero". 

Greco torna poi sulla cosiddetta "maledizione di Tutankhamon". "Sfatiamo un mito. Non esiste, e' stata creata forse per aggiungere mistero al mistero. Il Medical Journal nel 2002 ha fatto un'analisi della vita media di coloro che lavoravano alla tomba, vissero di piu'. Quindi porta bene". 

Greco sottolinea anche un altro aspetto: "Il British Museum ha pubblicato una foto della regina Elisabetta II che guarda la maschera di Tutankhamon, scattata per la grande mostra del 1972. Ce n'e' anche una degli anni '60 di Jacqueline Kennedy che guarda la stessa maschera. Il sovrano bambino che non ha mai incontrato i potenti li incontra oggi. Il suo nome e' diventato icononico, molto piu' di quanto lo sia stato durante il suo regno". 

Nell'anniversario della scoperta il Museo Egizio di Torino ospita un'installazione dell'artista egiziana Sarah Sallam, che da' voce a Tutankhamon. "Ci fa ragionare su un concetto che ci siamo dimenticati: che questo e' un sepolcro, il luogo del riposo eterno di Tutankhamon. Noi lo abbiamo portato alla luce, il suo corpo e' stato sbendato, sottoposto ad analisi. Abbiamo interrotto il suo riposo eterno". 

05/11/22

Esce il 25 novembre "Le Basiliche di Roma", il nuovo Libro di Fabrizio Falconi

 



Esce in tutte le librerie (e su quelle online) il prossimo 25 novembre "Le Basiliche di Roma", il nuovo Libro di Fabrizio Falconi.

Sinossi

Dalle costruzioni pagane e paleocristiane fino a San Pietro e San Giovanni in Laterano

La storia bimillenaria di Roma è indissolubilmente legata a quella delle numerose basiliche che punteggiano la città. Che si tratti delle grandi chiese della cristianità o degli edifici pubblici pagani superstiti, questi luoghi sono diventati iconici della grandezza di Roma, e non mancano mai di stupire e affascinare i milioni di turisti che visitano la Città Eterna. In questo prezioso libro, Fabrizio Falconi illustra la nascita e il significato originale delle basiliche, per poi condurre il lettore in un percorso che tocca tutte quelle presenti nell’Urbe. Si raccontano aneddoti e curiosità sulla costruzione e la storia di questi magnifici luoghi, spaziando dalle quattro basiliche apostoliche ai ruderi di quelle di Roma antica, fino ad arrivare alle basiliche minori e a numerose chiese di fondazione paleocristiana. Da San Pietro in Vaticano alla Ulpia, da San Giovanni in Laterano a Santa Croce in Gerusalemme fino a Santa Cecilia in Trastevere e San Martino ai Monti: uno straordinario viaggio all’interno della storia della Capitale.

La storia di intere generazioni racchiusa in monumenti eterni

La basilica di San Paolo fuori le mura
Santa Maria Maggiore
Santa Croce in Gerusalemme
San Sebastiano fuori le mura
San Lorenzo fuori le mura
Santa Prassede
Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
Santi Dodici Apostoli
Santa Maria sopra Minerva
Santa Maria in Domnica
San Clemente

e tante altre...

  • ISBN: 8822767179
  • Casa Editrice: Newton Compton
  • Pagine: 288
  • Data di uscita: 25-11-2022

TUTTE LE INFORMAZIONI QUI







02/11/22

2 Novembre: La Lettera d'Amore a Mastroianni sulla sua tomba al Verano a Roma

 

La Tomba di Mastroianni al Verano fotografata qualche giorno fa /foto Rashide Andrade

Oggi, il giorno dei morti, vorrei ricordare il grande Marcello Mastroianni (1924-1996) sepolto al Cimitero Monumentale di Roma al Verano. 

Proprio qualche giorno fa, abbiamo realizzato questa foto e quella che segue: ci sono infatti morti che continuano a parlare e a ricevere messaggi anche molto tempo dopo la loro morte, per quello che hanno lasciato artisticamente certo, ma anche per la persona che sono stati. E' così bellissimo questo bigliettino lasciato da una ammiratrice che si definisce "giovane" e che si firma Claudia. Un semplice bigliettino con l'inchiostro scolorito dalla pioggia. 

La lettera lasciata da una ammiratrice sulla Tomba di Mastroianni al Verano/foto di Rashide Andrade

Si scopre, avvicinandosi, che il biglietto contiene nient'altro che alcune delle frasi più famose nella storia del cinema: quelle pronunciate da Marcello Mastroianni (Guido Anselmi) nel suo monologo contenuto nel capolavoro di Fellini, 8 e Mezzo e che rappresenta pienamente lo spirito del film. 

Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola e di essere fedele a quella, riuscire a farla diventare la ragione della tua vita, una cosa che raccolga tutto, che diventi tutto proprio perché è la tua fedeltà che la fa diventare infinita, saresti capace? 

Qui sotto il video.

E un ricordo oggi, per tutti i nostri morti.

Fabrizio Falconi - 2022


Fabrizio Falconi


01/11/22

La Poesia di Ognissanti: "Er Mortorio" di Aldo Fabrizi







Er mortorio 
Aldo Fabrizi 

Appresso ar mio num vojo visi affritti,
e pe’ fa’ ride pure a ‘ st’occasione
farò un mortorio con consumazione… 
in modo che chi venga n’approfitti. 

Pe’ incenso, vojo odore de soffritti, 
‘gni cannela dev’esse un cannellone, 
li nastri –sfoje all’ovo e le corone 
fatte de fiori de cocuzza fritti. 

Li cuscini timballi de lasagne, 
da offrì ar momento de la sepportura 
a tutti quelli che “sapranno” piagne. 

E su la tomba mia, tutta la gente 
ce leggerà ‘sta sola dicitura: 
Tolto da questo mondo troppo al dente”.