Un volo per la liberta' del popolo
italiano dal regime fascista.
È quello che ha compiuto su Roma
nel 1931 l'intellettuale antifascista Lauro de Bosis, un nome
forse sconosciuto ai più e che tutti potranno conoscere grazie
al romanzo storico scritto da Giovanni Grasso, che oltre ad
essere giornalista e scrittore è il portavoce del presidente
della Repubblica Sergio Mattarella, dal titolo 'Icaro, il volo
su Roma', edito da Rizzoli Libri.
Il volume è stato presentato a Bookcity Milano, la
manifestazione dedicata ai libri e alla lettura, dall'autore
insieme a Mario Calabresi e Filippo Nassetti, autore di un altro
libro dedicato al volo e ai piloti, 'Molte aquile ho visto in
volo', Baldini+Castoldi.
L'intellettuale antifascista che
sorvolò Roma dopo avere preso solo dieci lezioni di volo e il
brevetto, beffando clamorosamente il regime, morì poi nel
Tirreno al termine della sua traversata per la liberta'.
Lauro de
Bosis "era partito da un aeroporto vicino a Marsiglia il 3
ottobre del 1931 - ha raccontato Grasso - e passando sulla
Corsica era arrivato sopra Roma e l'aveva pacificamente
bombardata con migliaia di volantini antifascisti invitando la
popolazione a ribellarsi. Poi il suo aereo e' sparito e il suo
corpo non e' mai stato ritrovato, aveva 31 anni. La sua e' una
fine da eroe greco".
Per scrivere il libro Giovanni Grasso si è servito di documenti storici e, dove questi non erano disponibili, ha romanzato. "Lauro non e' mai stato ricordato tra gli eroi antifascisti, una storia cosi' bella e' rimasta sconosciuta. A 31 anni lui si e' sacrificato per la liberta' dell'Italia - ha ricordato -. Il suo era l'antifascismo di un letterato ma era stato isolato dagli altri antifascisti per la sua convinzione che fosse necessario togliere l'appoggio al regime di esercito, chiesa e del re. Il suo e' stato un antifascismo molto piu' profetico di altri".
Oggi a Roma una piazza ricorda Lauro de Bosis, quella di
fronte alla sede del Coni, dove si trova anche la stele con la
scritta Dux, ironia della sorte.
"Anche oggi c'è questo
tentativo revisionista secondo cui le leggi razziali e la guerra
furono i grandi errori di Mussolini e che in fondo se non fosse
stato per queste cose poteva anche andare bene - ha concluso
Grasso - . Le leggi razziali e la guerra erano nella logica del
fascismo, una logica di conquista e di potere".
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