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06/07/21

Libro del Giorno: "Quando abbiamo smesso di capire il mondo" di Benjamìn Labatut

 



Adelphi sceglie un'opera di Yves Klein del 1960 come felice copertina per un romanzo assai sui generis che è già diventato uno dei casi dell'anno, grazie al passa parola e alle positive (in alcuni casi entusiastiche) recensioni dei giornali.  

L'opera di Klein richiama il suo famoso blu e si ricollega subito alla prima parte del libro intitolata appunta Blu di Prussia che racconta le vicende dell’alchimista che all’inizio del Settecento, infierendo sulle sue cavie, crea per caso il primo colore sintetico, lo chiama «blu di Prussia» e si lascia subito alle spalle quell’incidente di percorso, rimettendosi alla ricerca dell’elisir.  La scoperta finisce molto tempo dopo nelle mani di un brillante chimico al servizio del Kaiser, Fritz Haber, quando a Ypres constata che i nemici non hanno difese contro il composto di cui ha riempito le bombole e quando intuisce che dal cianuro di idrogeno estratto dal blu di Prussia si può ottenere un pesticida portentoso, lo Zyklon, che verrà poi utilizzato dagli aguzzini nazisti per lo sterminio degli ebrei nei Lager. 

La scelta di Adelphi è felice anche nel titolo: nella difficoltà di utilizzare quello originale (Un verdor terrible) si è scelto il titolo di uno dei capitoli, il più lungo, quello riferito alla figura del genio della fisica del Novecento, Heisenberg, il quale all'epoca ventitrenne, durante la tormentosa convalescenza per una forte allergia, sull'isola sperduta nel mare del Nord, di Helgoland, intuisce e scopre che bisogna  smettere di capire il mondo come lo si è capito fino a quel momento e avventurarsi verso una forma di comprensione assolutamente nuova. Per quanto terrore possa, a tratti, ispirare: è la nascita della meccanica quantistica, che ha cambiato la storia del mondo e che resta ancora oggi una teoria profondamente misteriosa anche se verificata un numero infinito di volte (basti pensare che gran parte della nostra moderna tecnologia, tra cui telefoni cellulari o internet funziona grazie ad essa), senza mai essere smentita nemmeno una volta. 

Benjamín Labatut, l'autore, è uno scrittore cileno nato a Rotterdam nel 1980. Ha trascorso la sua infanzia tra L'Aia, Buenos Aires e Lima, per poi trasferirsi a Santiago del Cile all'età di quattordici anni. E in questo paese vive attualmente in un remoto villaggio sulla Cordigliera. Il suo primo libro di racconti, La Antártica empieza aquí, ha vinto il Premio Caza de Letras nel 2009 e il Santiago Municipal Literature Award – nella sezione racconti – nel 2013. A questo libro sono seguiti Después de la luz e Quando abbiamo smesso di capire il mondo, che è stato nominato per l'International Booker Prize 2021.

Con il suo stile lucido e disturbante, Labatut costruisce un libro strano e diverso dagli altri. L'assunto è forse proprio quello di esplorare il lato demoniaco/distruttivo della scienza che si esprime nelle stesse vicende biografiche ossessivo/compulsive dei geni, che da Heisenberg a Schrodinger, sono i protagonisti del libro. 

La scelta di romanzare, cioè di inventare particolari biografici e non mano a mano che il racconto va avanti, è spiazzante per il lettore. E lo costringe ad andare ogni volta a verificare se quello che scrive Labatut è del tutto vero o no. 

Poiché l'avvertenza sulla libertà presa dall'autore nel raccontare queste storie è messa alla fine e non all'inizio del libro, qualche lettore potrà anche sentirsi coinvolto in un gioco scomodo. Forse però è proprio quello che Labatut voleva, visto che il tema centrale del libro è proprio il dubbio relativo alla esistenza di quello che noi chiamiamo "reale", sulla consistenza del quale è proprio la scienza moderna a farci dubitare. 

Cosa è vero, cosa no? Chi e cosa sono queste menti geniali che hanno scoperchiato abissi? 

La cosa certa è che grazie a Labatut si imparano molte cose su argomenti su cui abbiamo letto tanto, senza mai finire di meravigliarsi di quanto il mistero in cui siamo calati sia spaventosamente fitto e infinitamente complicato. 

La mancanza di qualsiasi parvenza di oggettività in quello che noi pensiamo/vediamo/ realizziamo, rispetto al piano di "realtà" - ammesso che esista poi, una realtà - è sconvolgente, dato che le cose nella fisica quantistica sembrano esserci, esistere soltanto se e quando qualcuno le osserva (influenzandolo fra l'altro). 

È la via che ha preferito Benjamín Labatut in questo singolarissimo e appassionante libro, ricostruendo alcune scene che hanno deciso la nascita della scienza moderna. Ma, soprattutto, offrendoci un meraviglioso intrico di racconti, e lasciando scegliere a noi quale filo tirare, e se seguirlo fino alle estreme conseguenze.

L'unica pecca per un libro così bello è la cura editoriale - assai strano per un editore come Adelphi - che scivola sul piano dei refusi e della impaginazione. Nella edizione cartacea c'è addirittura una intera riga completamente saltata a fondo pagina, più tanti altri piccoli errori piuttosto imbarazzanti. 

Benjamín Labatut 

Quando abbiamo smesso di capire il mondo 

Traduzione di Lisa Topi 

Adelphi 2021, pp. 180 

isbn: 9788845935183 

€ 18,00 

30/06/21

Torna a Settembre il Festivaletteratura di Mantova, che compie 25 anni.


Il Festivaletteratura di Mantova compie 25 anni e li festeggia, dall'8 al 12 settembre, tornando nelle strade e nelle piazze con un'edizione, dopo le restrizioni per la pandemia, che vede piu' appuntamenti dal vivo rispetto al 2020

Un'edizione che cerca di raccontare il nostro tempo con oltre 250 autori e autrici presenti tra i quali Colum McCann, l'islandese Jón Kalman Stefánsson, l'inglese Ruth Padel, Milo De Angelis, Antonio Scurati fino al Carlo Verdone scrittore

Tra inediti dialoghi tra autori, riprese di format di grande successo, come le lavagne e la panchina epistolare, spazi di confronto tra saperi umanistici e scientifici (Scienceground), percorsi di "trasformazione" della citta', una casa d'arte e letteratura per bambini, sperimentazioni avviate nel 2020 come il furgone poetico, piazza balcone e Radio Festivaletteratura, arrivano alcune novita' come il Dante Jukebox e la pesca poetica.

Tornano anche i grandi autori e autrici internazionali, dal vivo e in collegamento video per chi li vuole seguire da lontano, con tra i nomi piu' attesi Alice Walker, voce iconica della cultura afroamericana, l'attivista e scrittrice statunitense Rebecca Solnit e Bernhard Schlink, uno dei massimi esponenti della narrativa tedesca contemporanea. 

Ci sono anche scrittori che si sono recentemente imposti all'attenzione dei lettori di tutto il mondo come Benjamin Labatut, Mariana Enriquez, Santiago Roncagliolo, Fouad Laroui e Aleksej Ivanov ed economisti come Gaël Giraud, Anne Case e Angus Deaton, premio Nobel 2015. 

A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, il Sommo Poeta viene celebrato con un'azione poetica corale condotta dal Teatro delle Albe con oltre cinquanta adolescenti, con le collane alla Biblioteca Teresiana di Carlo Ossola e Andrea Canova su codici ed edizioni dantesche, gli incontri con Marco Martinelli, Lella Costa e Gabriele Vacis, il Dante Jukebox di Simone Marchesi - lettura critica a' la carte di terzine dantesche accompagnata dal vivo dai disegni di Roberto Abbiati. 

Nell'anno trans-pandemico, il Festival stimola riflessioni attorno alle complesse questioni connesse al cambiamento climatico e punta a mettere in campo azioni che vanno oltre i cinque giorni della manifestazione con l'adesione a progetti europei come C-Change, dedicato alla riduzione dell'impatto ambientale degli eventi culturali, e l'elaborazione di modelli e protocolli di monitoraggio. 

Accanto agli appuntamenti "verdi" su scarti, ecosistemi, cattura della CO2, geoingegneria climatica proposta in laboratori per ragazzi, letture, micro-lezioni, il punto focale del confronto, che vede coinvolti da diverse prospettive Christiana Figueres, Andri Snaer Magnasson, Luca Mercalli, e' come raccontare le trasformazioni di intere geografie e le loro gia' drammatiche conseguenze. Attenzione anche alla scienza, alla tecnologia e alle sue conseguenze sui nostri meccanismi cognitivi con autori come gli scienziati Giorgio Vallortigara, Peter-Godfrey-Smith e Joseph LeDoux, filosofi come Slavoj &.381;i&.382;ek, e un premio Nobel come Daniel Kahneman.

Al centro anche il confine tra casa e mondo esterno con una riflessione filosofica sull'abitare e sulla ridefinizione dei rapporti tra citta' e natura che coinvolge Emanuele Coccia, Luca Molinari, Marco Filoni, Annalisa Metta, Elena Granata. Con la scrittrice statunitense Deirdre Mask si parlera' di che cosa ci dicono di una citta' i nomi delle vie. 

Mentre 'Una citta' in libri' sara' dedicata ad Helsinki. Tra gli incontri quelli con la vincitrice del Booker Prize 2019 Bernardine Evaristo, con la giovane fumettista Josephine Yole Signorelli alias Fumettibrutti, con lo storico francese Ivan Jablonka e l'omaggio alla filosofa María Zambrano. 

Molti gli autori e autrici italiani in dialogo sulla letteratura tra cui Gabriele Romagnoli e Marcello Fois, Marco Malvaldi e Desy Icardi, Alessandro Piperno e Annalena Benini. E ancora Teresa Ciabatti ed Elisa Ruotolo sul racconto del corpo, Claudio Piersanti e Andrea Vitali sul romanzo d'amore scritto al maschile, Simonetta Agnello Hornby e Maria Attanasio sull'anima della Sicilia. 

E qual e' lo spazio della gioventu' in un mondo che fatica a immaginare un futuro? Ne parleranno tra gli altri Mario Desiati, Giulia Caminito e Antonio Dikele Di Stefano. Spazio ai piu' piccoli alla Casa del Mantegna con autrice di punta la scrittrice americana Susie Morgenstern. Non mancheranno gli appuntamenti musicali con tra l'altro due concerti di tema ambientale: le Tre Sonate Nordiche del pianista Fabiano Casanova e Vox balenae del Gruppo Musica Insieme, organizzati in collaborazione con Mantova Musica e una lezione sulla storia del melodramma con Marcello Fois e i Solisti della Fenice.