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10/11/20

Juliette Récamier, la donna più bella di Francia - 14 (fine)

 



Juliette Récamier, la donna più bella di Francia - 14 (fine)

Dopo la morte di Chateaubriand e la pubblicazione delle sue Memorie dell'Oltretomba, in cui grande spazio aveva la sua relazione con Juliette, lo scrittore fu apertamente accusato da Sainte-Beuve in primis, di aver cercato di "risistemare la storia dalla tranquillità del sepolcro."
Sainte-Beuve accusò Chateaubriand con toni drastici: "E' freddo, pensa solo a se stesso, è simile a un rettile. I suoi amori sono "ardenti capricci". Quello che vuole dalle donne non è il tenero affetto che così spesso riceve, piuttosto un'occasione di tumulto interiore, di fantasie sensuali, e la cosa peggiore è che cerca di nascondere questa sensibilità erotica facendo della virginale Juliette l'unico affetto realmente elevato."
La sensibilità di Chateaubriand, scrive ancora Sainte-Beuve è ipercerebrale e troppo nervosamente anticipatoria: le sue fantasie prosciugano in anticipo l'esperienza riducendola a una specie di "grisaille" (chiaroscuro).
Oggi occorre un'ora circa per leggere le due parti delle "Memorie" dedicate a Juliette.
E oggi sappiamo che il resoconto fatto da Chateaubriand di quell'unione ha troppi punti oscuri ed elisioni.
L'opzione ad esempio di raccontare la sua infedeltà a Juliette è per lui inconcepibile.
La realtà è che il rapporto tra Chateaubriand e Juliette fu quello tra l'incantatore e l'incantata o se vogliamo tra l'ingannatore e l'ingannata e proprio questo faceva della relazione una relazione (anche) erotica.
Sicuramente con il passare degli anni, il loro legame lentamente maturò e diventò quello che la coppia aveva sempre sostenuto che fosse: la solidarietà più affettuosa e più esemplare.
Molti mesi dopo la morte della moglie Céleste, nell'inverno del 1847, Chateaubriand chiese a Juliette di sposarlo. Ella fu sopraffatta dall'emozione, tuttavia rifiutò e nessuna supplica riuscì a farla recedere. "Un matrimonio - e perché? A quale fine?", gli rispose.
Comunque sia, l'anno dopo la morte di Chateaubriand, nel 1849 anche Juliette morì, di colera all'età di settantuno anni.
Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di Montmartre.

fonte: Dan Hofstadter - La storia d'amore come opera d'arte

06/11/20

Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia - 13


 Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia - 13

Juliette dunque, partita per la Svizzera nell'estate del 1832 (ha ora 55 anni), va a stare da una vecchia amica a Castle Arenenberg; Chateaubriand (che di anni ne ha 64), lascia la moglie con un conoscente a Lucerna, poi aspetta Juliette in una locanda di Costanza.
Poco dopo Juliette arriva, ma la locanda è addobbata per un matrimonio e i preparativi nuziali colmano la coppia di malinconia.
Decidono di andare sul Bodensee, noleggiano una barca, approdano su una spiaggia di ciottoli; attraversano una siepe di salici e scoprono un viottolo di sabbia che si snoda tortuosamente tra prati molto curati e arbusti ornamentali.
Un velo di crochi di fine estate copre l'erba inducendo nell'anziano cavaliere tristi riflessioni, dalla vicina casetta del custode fluttua una melodia incantevole suonata da un'arpa e da un corno che cessa non appena si fermano ad ascoltare.
Si siedono vicino a lago ed egli legge ad alta voce una composizione che ha scritto sulla gola alpina del Passo del San Gottardo, così cara ai romantici.
Juliette lo implora di scrivere qualcosa nel suo diario. Egli osserva che la pagina è già riempita per metà da una annotazione riguardante la morte di Rousseau e sotto questo appunto scrive:
"Non desidero, come Rousseau, morire. Per molti anni ancora voglio il sole, se posso continuare a stare al vostro fianco. Spero che i miei giorni spireranno ai vostri piedi, come queste onde il cui mormorio voi amate."
Queste righe stabiliscono esattamente lo spirito nel quale egli vivrà gli anni che gli restano: in un certo senso, sarà sempre suo.
Alla trionfante Juliette ormai non rimane che un ultimo girarsi, un'ultima occhiata all'indietro verso i morti: porta Chateaubriand a Coppet, poco distante, sulla tomba di Germaine M.me de Stael.
Chateaubriand muore nel 1848.
13-segue

Fonte: Dan Hofstadter, La storia d'amore come opera d'arte

03/11/20

Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (12)


 

Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (12)

Ma Chateaubriand rispose che quella proposta aveva risvegliato in lui "dolorose memorie" e che purtroppo non poteva accettarla.
Disperata, sentendo venir meno la determinazione, Juliette lasciò Roma poco dopo Pasqua e arrivò a Parigi alla fine di maggio.
Pochi giorni dopo il suo arrivo, Chateaubriand andò a farle visita nel piccolo appartamento all'Abbaye-aux-bois. Fu un incontro decisivo.
Non si vedevano da circa 20 mesi, tutti e due erano notevolmente invecchiati e dovevano essere pieni di timori. E secondo le testimonianze, non una parola di rimprovero comunque fu pronunciata da nessuno dei due.
Questo è molto credibile. Juliette aveva sempre avuto il dono di riuscire a trasformare in amicizia l'altrui desiderio e ora, rassegnandosi alla delusione permanente, si rese conto di dover applicare lo splendido incantesimo a se stessa.
Poteva essere per lui una cara amica, fargli da confidente, essere un'ame-soeur, ma nulla più: essere qualcosa di più era impossibile.
In quanto a Chateaubriand possiamo congetturare che il suo cuore fosse turbato dalla donna contenuta che gli stava davanti. Perché Juliette era ormai divenuta quello che lui amava e aveva sempre amato di più: era diventata un rudere, una rovina.
La loro vita insieme assunse dunque la sua ultima e mitica forma.
Nel frattempo Juliette era rimasta in ottimi rapporti col marito, Jacque Récamier; egli morì nel 1830, con gran dolore di lei.
Chateaubriand continuava ad andare da lei tutti i giorni alle due e mezza per prendere il tè insieme. E nel tardo pomeriggio se ne andava per cenare con la moglie.
Solo una volta Chateaubriand e Juliette furono insieme fuori di lì, il che avvenne durante l'estate del 1832 quando, all'inizio della grande epidemia di colera che si stava diffondendo per tutta Parigi, si accordano per incontrarsi in Svizzera.
(12 - segue)

Fonte: Dan Hofstadter - La storia d'amore come opera d'arte

02/11/20

Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia - 11


 Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (11)

Dal canto suo, Delécleuze si era infatuato in modo cupo e addirittura quasi autopunitivo di Amélie.
Nello stesso tempo Delécleuze presto inorridì perché Juliette incoraggiava avventatamente l'infatuazione del giovane Ampère.
Delécleuze si decise allora a scrivere una lettera di dura reprimenda a Juliette.
Secondo Delécleuze, quel pericoloso legame che si stava instaurando tra i due a Roma, permetteva a Ampère di mascherare il proprio desiderio fisico, mentre Juliette dissimulava il persistente accoramento per la rottura con Chateaubriand, adoperando per ripicca verso Chateaubriand, l'affetto di Ampère per il suo orgoglio ferito.
Ampère era sempre più pazzo di Juliette: inosservato dagli altri, come scoprì Delécleuze, prendeva gli abiti di Juliette strappandoli con i denti, pensando di baciarli.
La lettera di Delécleuze sortì qualche effetto: la donna chiese ad Ampère, per il suo stesso bene e anche per quello di lei, di darle un po' di respiro.
Per una apparente coincidenza, il padre di Ampère richiamò il figlio a Parigi. La partenza del giovane addolorò Juliette perché aveva bisogno dei suoi sospiri, della sua mano a sostenerla e disse poi a Delécleuze di aver provato un "terribile senso di vuoto" quando il giovane era partito.
Era terribilmente sola e, durante il secondo inverno passato a Roma, alla fine cedette alla nostalgia di Chateaubriand e lo invitò a raggiungerla.
11- segue

fonte: Dan Hofstadter - La storia d'amore come opera d'arte

27/10/20

Juliette de Récamier, la Donna più bella di Francia (9)


 Juliette de Récamier, la Donna più bella di Francia - 9

L'idillio di Juliette durò ben poco.
Gli amici di Juliette sapevano che in quel periodo l'amante di Juliette, Monsieur de Chateaubriand, si recava assiduamente in visita presso una certa casa padronale normanna abitata da una giovane e graziosa signora.
E nel gennaio del 1820 un rapporto di polizia (che lo teneva costantemente sotto controllo) rilevava che Chateaubriand "ha scritto tutti i giorni alla moglie del musicista Lafont".
In giro insomma tutti parlavano della sua infedeltà e inevitabilmente le dicerie raggiunsero Juliette.
Quello che per gli altri è l'argenteria di famiglia, per Juliette era stata la verginità. Era ormai sparita e, nella sua piccola stanza, deve aver sofferto terribilmente.
Cominciò dunque a cercare di tenerlo a distanza, cominciando a diffidare della natura incostante di lui, cercando di soffocare il proprio amore.
"Non si riesce a trovare di vivere con una persona che manca di sincerità," scrisse a un'amica, "e io sono assolutamente decisa a non espormi più a una tale, terribile, infelicità."
All'inizio del 1824, Juliette decise di cercare rifugio in Italia.
L'afflizione di Juliette, per la quale essa cercava la panacea come se fosse un male nordico di molti suoi contemporanei, era il mal d'amour.
Le solenni dichiarazioni di dolore da parte di Chateaubriand la seguirono per tutta la strada e la sua infelicità era probabilmente genuina perché le era profondamente affezionato anche se non in modo esclusivo.
Ma in realtà non la seguì mai a Roma e l'intermezzo italiano potrebbe essere tranquillamente trascurato se non fosse per un intrigo secondario che rivelò molto della natura di Juliette.
9 - segue

Fonte: Dan Hofstadter, La storia d'amore come opera d'arte

26/10/20

Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (8)

 


Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (8)

Juliette ammise con un confidente che "era impossibile che qualcuno avesse la mente così completamente sconvolta come la mia lo era da Monsieur de Chateaubriand e io piangevo tutto il giorno."
Sicuramente Juliette lo ricevette spesso, anche se non sappiamo "quanto" spesso. E dopo un po', con i nervi logorati da emozioni contrastanti, trovò riparo a Dieppe e poi a Aix-la-Chapelle per fare la cura delle acque.
Quando fu terminata, non tornò ad Aulany, ma comprò una residenza più piccola a Rue d'Anjou, una strada alla moda nel Faubourg Saint-Honoré; e nel suo piccolo giardino lei e Chateaubriand celebrarono, nell'autunno del 1818 (Juliette aveva 41 anni), la prima pienezza del loro amore.
Dovevano formare una coppia curiosa, il dongiovanni dalle gambe arcuate e la vergine quarantunenne.
Lei scrive in un biglietto indirizzato a Chateaubriand:
"Amarvi di meno?" Voi non lo credete amico. Ci incontreremo questa sera alle otto. Non è più in mio potere né nel vostro né in quello di alcuno impedirmi di amarvi: il mio amore, la mia vita, il mio cuore - sono tutti vostri."
Nell'iniziare una relazione amorosa i due infrangevano i voti matrimoniali - lei per la prima volta, lui per l'ennesima.
Per tutto questo tempo le relazioni di Juliette con il marito erano rimaste serene ma distanti.
Jacques Récamier aveva ormai perso il tocco fortunato in Borsa e ora Juliette fece l'errore di affidargli la maggior parte della modesta fortuna che aveva ereditato dalla madre.
Récamier provvide quasi immediatamente a perdere tutto il denaro che gli aveva dato.
Juliette si ritirò allora in convento, all'Abbaye-aux-Boix, sentendosi autorizzata a vivere separata dal marito ridotto in povertà, ma assicurandogli che poteva contare su di lei per una piccola somma di denaro.
La sua maggior consolazione erano le gioie dell'amore con Chateaubriand, genuinamente commosso dalla sua devozione: "Voi sola riempite la mia vita, e quando entro nella vostra piccola stanza, dimentico tutto quello che ho sofferto."
Per due anni - successivamente Juliette avrebbe sostenuto che furono i soli felici della sua vita - fu totalmente monopolizzata da lui.
(8- segue)

Fonte: Dan Hofstadter, La storia d'amore come opera d'arte

23/10/20

Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (7)

 



Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (7)

L’anno dopo, nell’ottobre, al ritorno dalle acque di Aix-la-Chapelle, Madame Récamier divenne tutta di Chateabriand.
Era stato per lei un anno e mezzo d’inferno: non voleva cedere, era tormentata da crisi nervose, confessava di aver perso completamente la testa. Gli amici, specie il severo Mentore brontolone, Montmorency, la rimproveravano e tentavano di scongiurare la tempesta. Ma la povera colomba trentottenne era stanca della sua eterna veste candida, anche se cercava disperatamente di salvare le apparenze della sua leggenda, di avvolgere tutto nel mistero.
Non sappiamo, infatti, dove e quando François-René e Juiette si amarono.
Forse, come ha supposto Levaillant, in una casa della Foresta di Chantilly, dove Madame Récamier fece in quegli anni molte soste.
“Non dimenticate Chantilly.”,le scriveva l’amico.

E lei più tardi, al tempo di certe sue avventure londinesi, gli rimproverava di aver dimenticato Chantilly.
Chateaubriand, infatti, non le fu fedele a lungo, specie quando, nel 1820, tornò in auge politica, come ambasciatore e ministro di Stato.
Juliette soffriva come una donna qualunque, non trovava più le sue antiche armi di vergine civetta.
Scelse l’unica degna della sua natura schiva: nel tardo 1823, d’un tratto, scomparve dall’Abbaye-aux-Bois, e partì per l’Italia, trascinandosi dietro la figlia adottiva, il vecchio e fedele Ballanche, e il giovanissimo Jean Jacques Ampère, figlio di un amico di Lione, futuro inventore dell’elettricità dinamica: un nuovo spasimante da tormentare e deludere, alla maniera antica, pre-Chantilly.
Al suo ritorno a Parigi, nel maggio del 1825, i due amanti si ritrovarono muti e commossi: non una parola di rimprovero fu pronunciata.
Deposti gli antichi ardori, iniziava, per Juliette, quel ruolo di consolatrice, che si accentuò dopo il 1830, quando, con la rivoluzione di luglio e il passaggio del trono dai Borboni a Luigi Filippo d’Orléans, il legittimista Chateaubriand si ritirò clamorosamente dalla vita politica, per dedicarsi tutto al completamento delle memorie, pubblicate postume.
Storia della sua vita, le Mémoires d’Outre-Tombe divennero, a poco a poco, un altare eretto per la cara figura di Juliette, ormai nobilmente idealizzata.
Non vi si parlava, beninteso, della danza dello scialle né dei bigliettini galanti della piccola posta di Coppet né di Chantilly.

Juliette, che qualcuno tra il 1820 e il 1830 osava ancora chiamare la Circe dell’Abbaye-aux-Bois, alludendo al traffico di nomine e portafogli del suo nuovo salotto, era consacrata ormai come Madonna dell’Abbaye, come ange fatal della sua epoca.

22/10/20

Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (6)


 Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (6)

Il primo incontro tra René de Chateaubriand e Juliet Récamier avvenne durante il Direttorio, nel 1802: Chateaubriand si presentò all'improvviso nella favolosa casa di Juliette, rimanendo impietrito .
"Stavo ancora uscendo dalla cupa foresta della mia oscurità," scrisse nelle sue memorie, "e fui scontrosamente timido. Non osavo alzare gli occhi verso una donna circondata di adoratori e così lontana da me per fama e gloria."
Si rincontrarono qualche settimana più tardi in casa di M.me de Stael. Quando Juliette fece il suo ingresso nella stanza, Chateaubriand non udì più il suono della voce di Germaine (de Stael).
Neppure nei sogni più sfrenati avrebbe potuto immaginare una donna pura e tuttavia voluttuosa come Juliette e in quel momento sentì di non avere speranza di affascinarla. Dentro di sé maledì la propria piccola statura e l'espressione cupa da celtico. Qualche minuto dopo era uscita dalla sua vita.
Ben dodici anni dopo quell'incontro, nel 1814, Juliette decise di organizzare una lettura di brani tratti dall'opera di Chateaubriand.
Nel frattempo il marito di Juliette era caduto in disgrazia economica, e i due vivevano in una residenza molto meno lussuosa, anche se una folla illustre continuava ad affollare il salotto di Juliette.
Juliette, cattolica credente, si riavvicinò a Chateaubriand, perché in quegli anni aveva concepito una profonda ammirazione per le capacità letterarie di lui per l'impiego che ne faceva.
Juliette coltivava assiduamente la moglie di Chateaubriand ("il cui carattere è aspro e difficile") con l'unico scopo di conquistare l'amicizia e la fiducia dello scrittore.
L'amicizia interessava molto anche Chateaubriand, che era precipitato dal punto di vista della reputazione politica: Juliette divenne il suo "angelo custode", adoperando la sua influenza a corte, in favore dello scrittore.
Il rapporto tra i due si fece più intimo alla morte di M.me de Stael, nel luglio del 1817 (Juliette aveva ora 40 anni).

Juliette che si sentiva instabile per l'improvvisa assenza della cara amica, e per il vuoto che le si spalancava davanti, in quel momento cominciò a sentirsi particolarmente attratta dall'incantatore bretone.
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Fonti: Dan Hofstaedter - La storia d'amore come opera d'arte