Cattedrale di Oura
La mostra, "Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento come patrimonio culturale dell’umanità, intende presentare come si è radicato il cristianesimo in Giappone e come esso abbia favorito per quattrocento anni lo scambio di valori tra Giappone ed Europa, sarà aperta al pubblico dal 23 al 29 di novembre 2015, è organizzata dalla Prefettura di Nagasaki, Prefettura di Kumamoto, Comune di Nagasaki, Comune di Sasebo, Comune di Hirado, Comune di Goto, Comune di Minamishimabara, Comune di Ojika, Comune di Shinkamigoto, Comune di Amakusa, è realizzata grazie al contributo dell’ANA, Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e si avvale del Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri del Giappone e del Pontificio Consiglio della Cultura.
Una statuetta di Maria Kannon
XIX secolo
Arcidiocesi di Nagasaki
La leggenda vuole che la statua fosse di proprietà dei credenti di Urakami. Sculture
raffiguranti la Dea kannon venivano prodotte in massa in Cina, perciò questo tipo di
scultura fu scelta per rappresentare la Vergine Maria. I “senpuku kirishitan” (cristiani
clandestini) la chiamavano “Hanta Maruya” (Santa Maria)
“Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki”, candidati al riconoscimento
tra i patrimoni culturali dell’umanità.
Le orme dello straordinario cristianesimo giapponese.
PALAZZO DELLA CANCELLERIA (PIAZZA DELLA CANCELLERIA 1, ROMA)
Da lunedì 23 a domenica 29 novembre
Chiesa di Egami
Situata all'estremo occidente del Giappone, la regione di Nagasaki è un territorio
costituito da una miriade di isole i cui colori dominanti sono l'azzurro e il verde grazie
all'intenso tono blu del cielo che le sovrasta ed al verde cristallino del vasto mare che le
circonda.
Sin dall'antichità attiva protagonista degli scambi culturali con il continente, la
regione di Nagasaki, nel suo ruolo di porta d'ingresso per gli scambi con l'Occidente, ha
svolto un ruolo determinante per lo sviluppo della cultura giapponese e per il processo di
modernizzazione della stessa. In tale contesto, si è assistito alla creazione di una cultura
originale di questa regione, che come caratteristica principale ha quella di essere in
grado di testimoniare il processo di radicamento del cristianesimo in Giappone.
Un paravento decorativo pieghevole raffigurante l’arrivo degli europei in Giappone
(copia)
ca. 1600
Questo paravento ritrae in maniera estremamente vivida le scene di arrivo in Giappone
di missionari e mercanti. Nella parte in alto a destra si può notare una chiesa,
circondata da numerosi negozi che vendono rosari e altri oggetti di culto.
L'introduzione del cristianesimo in Giappone, ad opera del missionario gesuita
Francesco Saverio, avvenne nel 1549 e a partire dal XVI secolo la regione di Nagasaki
costituì il centro delle attività dei missionari, che portarono alla diffusione della
religione cristiana. In seguito, a causa dei divieti, delle oppressioni e delle persecuzioni
delle autoritàà politiche del tempo, per un periodo di circa 250 anni i credenti della
regione di Nagasaki tramandarono la loro fede costituendosi in comunità clandestine,
fino a che, alla metà del XIX secolo, non riuscirono a ricongiungersi alla chiesa cattolica.
L’“O-kake-e” (L’Annunciazione)
Risalente alla seconda metà del XVIII secolo- inizio XIX secolo circa
Museo di Shimanoyakata nell'isola di Ikitsuki, Comune di Hirado
Immagine sacra tramandata dai “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) dell' isola
di Ikitsuki di Hirado, denominata “Il bucato”, poiché vi si sovrappongono strati pittorici
di diverse epoche, che testimoniano la trasformazione dallo stile pittorico occidentale a
quello giapponese.
Nel dipinto, che raffigura la scena dell’Annunciazione, sono ritratti l’Arcangelo Gabriele,
con le ali sul dorso, la Vergine Maria che già tiene il Cristo tra le braccia e, nella parte
superiore, Dio
Con la mostra "Le Chiese e i Siti cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità, intendiamo illustrare la peculiare storia del processo di recepimento del cristianesimo da parte del Giappone, verificatosi a partire dal XVI secolo e per un periodo di circa 400 anni e presentare la cultura e i patrimoni culturali ad esso legati, attraverso gli oggetti, le immagini e i documenti esposti. In un paese come il Giappone, le cui radici spirituali erano legate al buddismo e allo shintoismo sin dalla più remota antichità, come è stato possibile diffondere il cristianesimo ed assistere alla sua drammatica rinascita dopo un lungo periodo di agonia La meraviglia di questa storia è sotto i vostri occhi.
Villaggio di Sakitsu a Amakusa
Un’orecchia di mare (copia)
Museo della chiesa di Dōzaki
Una conchiglia chiamata “orecchia di mare”, riportante l'iscrizione: “San Givan”. Si
ritiene che il nome “San Givan” indichi San Giovanni Battista. I “senpuku kirishitan”
(cristiani clandestini) intravedevano la figura del Santo nei riflessi che risplendono
nella parte interna della conchiglia. Fu così che queste “orecchie di mare” iniziarono ad
essere utilizzate e tramandate in vari luoghi come oggetti di devozione.