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27/09/20

La morte scampata (per miracolo) di Andy Warhol


La morte scampata (per miracolo) di Andy Warhol

La mattina del 3 giugno 1968 Andy Warhol si trovò puntata addosso una calibro 22 impugnata dalla ventottenne Valerie Solanas.
Solanas aveva scritto il manifesto (intitolato "Scum", cioè "Feccia" di un movimento che aveva come obiettivo lo smantellamento della società dominata dai maschi, che non fece mai proseliti e di cui rimase unico membro.
Solanas, dopo l'attentato identificata come femminista radicale affetta da schizofrenia paranoide, aveva avvicinato nelle settimane precedenti Warhol nella sua Factory, che si trovava al secondo piano di un edificio in Union Square.
La Factory era una sorta di tempio aperto delle arti, ed era facilissimo accedervi senza controllo. Nel grande spazio centrale dell'edificio Warhol lavorava alle sue grandi tele e ai set fotografici. Per molti era facile presentarsi, senza essere invitati, e provare ad avvicinare Warhol: aspiranti attori e artisti, poeti e originali di ogni specie.
Alla Solanas, Warhol aveva affidato una piccola parte al film "I, a man", ma non aveva dato nessuna risposta a un copione che lei gli aveva sottoposto, intitolato ("Up your ass", "In culo a te").
In preda alla rabbia dunque Valerie si presentò alla Factory intrufolandosi nell'ascensore insieme a un assistente di Warhol. Questi, appena vide ala Solanas tentò di liquidarla e tornò alla sua scrivania. Valerie gli si avvicinò ed estrasse il revolver. Warhol la implorò di non sparare, ma la ragazza fece fuoco per due volte.
Warhol cercò scampo sotto la scrivania, ma la Solanas gli esplose addosso un terzo colpo, con l'intenzione di finirlo.
La Solanas si rivolse poi a Mario Amaya, il compagno di Warhol e gli sparò. Poi, puntò il revolver contro Fred Hughes, il manager dell'artista, il quale la supplicò di non sparare.
Per fortuna la pistola di Valerie a quel punto si inceppò e la ragazza prese la via della fuga.
In ospedale, Warhol venne dichiarato clinicamente morto.
I proiettili avevano perforato i polmoni, l'esofago, il fegato e la milza.
Un medico italiano del Columbus Hospital, Giuseppe Rossi, riuscì a salvare con un intervento lunghissimo e miracoloso, Warhol.
Solanas rivendicò con orgoglio il suo gesto. Warhol rifiutò di deporre contro di lei e questo valse alla ragazza un grosso sconto della pena, che si ridusse a 3 anni di carcere per tentato omicidio, aggressione e detenzione d'arma da fuoco.
Warhol non la perdonò, ma non volle infierire.
L'attentato e la miracolosa salvezza rinforzarono il senso religioso di Warhol ma ne cambiarono il carattere: da allora in poi divenne schivo, riservatissimo, e secondo alcuni cinico e crudele.
Cosa che stride fortemente con la descrizione dell'uomo che ne fecero i suoi amici più intimi, in primis Lou Reed e John Cale nell'album celebrativo che gli dedicarono dopo la morte.
(nella foto, Warhol fotografato da Avedon qualche anno dopo l'attentato)

Fabrizio Falconi - 2020

(fonti: Demetrio Paparoni, Il senso religioso di Andy Warhol oltre i colori della Pop Art, Domani, 22 settembre 2020)

Valerie Solanas fotografata dopo l'arresto


23/09/20

Il lato religioso di Andy Warhol

 


Il senso religioso di Andy Warhol

Anche se pochi lo sanno, in Andy Warhol esisteva un profondo lato spirituale, o meglio, religioso.
Le cui radici affondavano nel rapporto viscerale che aveva con la religiosissima madre cattolica Julia. Appartenendo all'élite dello star system, Warhol evitava di parlarne, temendo che avrebbe danneggiato la sua immagine pubblica rivelare che teneva un libro di preghiere sul comodino, un crocefisso a fianco del letto a baldacchino, immagini sacre ovunque e addirittura una cappella privata nella quale recitava ogni mattina le preghiere insieme alla madre, quando lei veniva a trovarlo nella sua casa di New York.
Non era insolito che si fermasse il pomeriggio a pregare nella chiesa di Saint Vincent Ferrer di Lexington Avenue, dove accendeva sempre una candela.
La pietà segreta di Warhol si concretizzava anche nell'aiuto ai poveri: donava con regolarità il suo tempo a una mensa di senzatetto e bisognosi e provava grande orgoglio nel finanziare gli studi dell'adorato nipote in seminario.
Solo gli amici più stretti erano a conoscenza della sua religiosità.
Accuratamente nascosta dietro la parrucca nascosta e il modo particolarissimo, eccentrico di parlare che erano la sua maschera.
Il suo rapporto con la fede si consolidò dopo l'attentato del 3 giugno 1968, in cui la ventottenne Valerie Solanas gli scaricò addosso diversi colpi di pistola, al torace e al ventre. Si salvò per miracolo, dopo giorni di agonia.

Fabrizio Falconi - 2020

(fonti: Demetrio Paparoni, Il senso religioso di Andy Warhol oltre i colori della Pop Art, Domani, 22 settembre 2020)