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21/12/22

Krishnamurti: L'amore non è un contratto

 



Volete forse una prova dell'amore?

Quando amate qualcuno, cercate una prova? Se chiedete una prova d'amore, è amore quello ? Se amate vostra moglie, vostro figlio, e volete una prova, allora l'amore è senz'altro un contratto. 

Così, la vostra preghiera a Dio è un mero contrattare. Chi pone la domanda si accosta a ciò che egli chiama Dio mediante l'implorazione e la supplica.  Non potete trovare la realtà mediante il sacrificio, mediante il dovere, mediante la responsabilità, perché questi sono mezzi per raggiungere un fine, e il fine non è diverso dai mezzi. I mezzi sono il fine. 

.... 

Per comprendere la sofferenza occorre la cessazione di ogni fuga, perché solo allora sarete in grado di riconoscere voi stessi in atto; e nel comprendervi in atto - vale a dire in rapporto - troverete un modo per liberare del tutto il pensiero da ogni conflitto e per vivere in una condizione di felicità, di realtà. 


Tratto da: Krishnamurti - Verso la Liberazione Interiore, Guanda Editore, Milano, 1998 





12/05/20

Oggi 125 anni dalla nascita di Jiddu Krishnamurti, uno dei più importanti pensatori del Novecento.




Si celebrano oggi i 125 anni dalla nascita di Krishamurti. Riporto qui di seguito la voce completa del Dizionario Filosofico Treccani. Per approfondire clicca qui. 

Krishnamurti, Jiddu Filosofo indiano (Madanapalli, Madras, 1895 - Ojai, California, 1986). 

Adolescente, fu ‘scoperto’ dal teosofo C.W. Leadbeater (1909) e nel 1910 condotto in Europa e adottato dalla presidentessa della Società teosofica, Annie Besant, che lo aveva riconosciuto come il futuro ‘maestro universale’ (allo stesso modo di Mosè, Buddha, Zoroastro, Gesù e Maometto). 

Besant fondò intorno a lui l’Ordine della stella d’oriente, in cui presto si riunirono oltre centomila persone. 

Tuttavia K., divenuto adulto, respinse il ruolo che gli era stato affidato e sciolse (1929) l’Ordine. 

L’invito etico a essere autonomamente responsabili nei confronti di sé stessi che caratterizza il suo pensiero attirò nuovi aspiranti discepoli, ma K. rifiutò sempre il ruolo di maestro e predilesse lo stile della conversazione a quello della lezione.

Evitò perciò di formalizzare un suo ‘insegnamento’: le sue parole dovevano solo servire come specchio perché le persone potessero osservarsi ed, eventualmente, cambiare. 

Fondò varie scuole ispirate dal principio che i pregiudizi sociali non dovessero condizionare le menti dei bambini e finalizzate non soltanto all’acquisizione di conoscenze, ma soprattutto al «risveglio dell’intelligenza». 

Si prodigò molto per il dialogo fra religione e scienza (cfr. la conversazione con il fisico D. Bohm raccolta in The ending of time, London 1985; trad. it. Dove il tempo finisce).

Non esiste, secondo K., un unico metodo che valga per tutti, nessuno può perciò evadere dai propri problemi affidandosi a un maestro o a un’istituzione («la verità è una terra senza sentieri», disse nel discorso di scioglimento dell’Ordine). 

Allo stesso modo tentare di migliorare la società è aggirare il problema, poiché non è questa a determinare l’uomo bensì il contrario. 

Per evitare di portare confusione e quindi dolore nel rapporto con il prossimo è invece centrale la conoscenza di sé, che può e deve essere realizzata immediatamente: «Capire me stesso non è questione di tempo; posso capirmi in questo esatto momento» (The first and last freedom, 1954; trad. it. La prima ed ultima libertà).

05/05/19

Poesia della Domenica - "Non amare il florido ramo" di Jiddu Krishnamurti



Non amare il florido ramo

Non amare il florido ramo,
non mettere nel tuo cuore
la sua immagine sola;
essa avvizzisce.
Ama l'albero intero,
così amerai il florido ramo,
la foglia tenera e la foglia morta,
il timido bocciolo ed il fiore aperto,
il petalo caduto e la cima ondeggiante,
lo splendido riflesso dell'Amore pieno.
Ama la vita nella sua pienezza,
essa non conosce decadimento
.