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26/04/19

Quando il fumetto è arte: Corto Maltese sbarca a Napoli per una grande mostra.





Il più affascinante e misterioso dei marinai è approdato al Museo Archeologico di Napoli: intitolata 'Corto Maltese. Un viaggio straordinario', si è aperta al pubblico (fino al 9 settembre 2019) la mostra dedicata al maestro del fumetto mondiale Hugo Pratt (1927 - 1995) organizzata da Comicon con Patrizia Zanotti di CONG: circa 100 i pezzi tra tavole, schizzi, fotografie ed ingrandimenti in un suggestivo e ricco percorso nel mondo di un personaggio solitario, ramingo, condottiero, imprevedibile e arguto nelle sue battute

Allestita nelle sale che custodiscono reperti archeologici legati al mare, la mostra (patrocinata dal Comune di Napoli e realizzata in collaborazione con Rizzoli Lizard) fa parte del progetto Obvia dell'Universita' di Napoli Federico II per il MANN e rientra nella sinergia tra museo e Comicon per intercettare le passioni ed i gusti dei piu' giovani. 

"L'esposizione, la prima cosi' completa che la citta' dedica a uno dei piu' grandi fumettisti mondiali e alla sua graphic novel dallo spessore letterario, fa parte di un percorso di eventi, tra il Mann e i Campi' Flegrei, verso 'Thalassa. Mare, mito, storia ed archeologia - spiega il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini - una grande mostra che stiamo preparando dedicata all'archeologia subacquea del Mediterraneo". 

Claudio Curcio patron del salone Comicon sottolinea: "Siamo particolarmente fieri di poter finalmente lavorare con uno dei piu' grandi e celebrati autori italiani del fumetto che ancora non avevamo avuto la possibilita' di presentare al pubblico di Comicon e di Napoli e il cui lavoro mancava nella nostra citta' dagli anni novanta". Alla mostra e' abbinato il catalogo con approfondimenti di esperti del fumetto e dell'opera di Pratt, sul rapporto di Corto Maltese con il mare, le donne ed i viaggi. 

Analizzati i legami che Pratt ha avuto non soltanto con i suoi maestri ispiratori (tra questi, Milton Caniff e Will Gould), ma anche con il mondo del cinema; focus, ancora, sulla biografia dell'artista, narrando le sue avventure in giro per il mondo. 

 Patrizia Zanotti, Managing Director della Cong SA, disegnatrice, che ha iniziato a lavorare con Hugo Pratt a 17 anni scrive nel catalogo: "Da Venezia a Malta, da Hong Kong a Escondida, da Buenos Aires a Napoli, Hugo Pratt amava le citta' di mare perche' sono naturalmente aperte all'arrivo di altre genti, altre navi, altre culture".

C'e' molto fumetto nella comunicazione del Mann che ha prodotto anche il volume 'Nico e Canova' (Electa). Un Topolino speciale per celebrare la mostra su Canova sara' in edicola dal 1 maggio, entrambi i prodotti sono firmati dal disegnatore Disney Blasco Pisapia. L'artista americano Frank Santoro ha donato al Mann alcune tavole originali su Pompei che erano state in mostra lo scorso anno. 

Fonte - ANSA

02/08/18

50 anni fa: Quando Charles M. Schulz, il creatore dei Peanuts, disse "No" e fece entrare un bambino nero tra gli amici di Linus e Charlie Brown.

È il 31 luglio 1968. Un giovane nero sta leggendo un giornale, quando a un tratto il suo sguardo si posa su un dettaglio. Con le lacrime agli occhi, il giovane comincia a urlare e correre per tutta la casa, in cerca di sua madre. Anche lei rimane senza fiato di fronte a quella pagina: mai pensava di vivere così a lungo per vedere una cosa del genere. E così in altre case del paese. Cosa avevano visto madre e figlio? 

 La prima apparizione di Franklin Armstrong sull'iconico fumetto Peanuts. 

Il personaggio di Franklin nasce grazie a una lettera che un'insegnante, Harriet Glickman, scrisse a Charles M. Schulz. Martin Luther King, Jr. era stato appena ucciso con dei colpi di arma da fuoco fuori dalla sua stanza d'albergo di Memphis

Glickman, lavorando coi bambini e avendone di suoi, era consapevole del potere del fumetto tra i giovani. "Mi resi conto che i bambini neri e i bambini bianchi non si vedevano mai raffigurati in classe insieme". E ancora: "Dalla morte di Martin Luther King, mi sono chiesta continuamente cosa potessi fare io per cambiare quelle condizioni che hanno portato all'assassinio e che contribuiscono a questo clima di incomprensioni, odio, paura e violenza". 

Glickman, nella sua lettera, chiese a Schulz di prendere in considerazione l'aggiunta di un personaggio nero nel popolare fumetto: un modo per riunire il paese e dimostrare ai neri che non erano esclusi dalla società americana. 

L’insegnante aveva scritto anche ad altri autori: tutti però temevano che i tempi non fossero maturi, avevano paura per le loro carriere o di essere scaricati dal sindacato

Charles Schulz avrebbe potuto ignorarla. E invece trovò il tempo di risponderle: era intrigato dall’idea, ma non era sicuro che lui fosse la persona adatta o che fosse la scelta giusta. Non voleva peggiorare le cose o sembrare condiscendente. Glickman non si è arresa. Ha continuato a scrivergli, e Schulz non ha mai smesso di risponderle. L’insegnante ha coinvolto altri amici neri, per spiegare i motivi delle loro battaglie e dare all’autore qualche suggerimento su come introdurre il personaggio senza offendere nessuno. 

La conversazione è andata avanti finché un giorno, Schulz, ha detto a Glickman di controllare il giornale. 

Era il 31 luglio 1968. È in questa data che Charlie Brown incontra un nuovo personaggio di nome Franklin. 

Franklin è un ragazzino ordinario, che fa amicizia con Charlie e lo aiuta nelle sue avventure. Suo papà è a combattere in Vietnam. Alla fine delle tre strisce, Charlie invita Franklin a dormire da lui qualche volta. Nessun annuncio in pompa magna, nessuna formalità per l'introduzione di questo nuovo personaggio: tutto inizia con una naturale conversazione tra due bambini, dove non contano le differenze di pelle

Ma Schulz non dimentica una dichiarazione importante: un bambino nero ha un papà in Vietnam, a combattere per l'America. Per Schulz l’introduzione di Franklin era naturale e rilevante fino a un certo punto: non hanno pensato la stessa cosa alcuni fan, soprattutto negli stati del sud, che hanno protestato così tanto da far diventare la notizia un caso nazionale. Un editore del sud ha dichiarato: “Non mi interessa se c’è un personaggio nero, ma non va mostrato a scuola insieme agli altri”. 
Charles M. Schulz

Schulz finì a colloquio con il presidente della società di distribuzione del fumetto, che era preoccupato di questo nuovo personaggio che avrebbe potuto influenzare la popolarità dell’autore. Molti giornali in quei giorni minacciarono di tagliare le strisce di Schulz. 

La risposta di Schulz: "Ricordo di aver raccontato di Franklin a Larry. Ne abbiamo parlato a lungo al telefono, voleva che lo cambiassi. Mi sono seduto e ho detto no .” 

Alla fine, Franklin divenne un personaggio dei Peanuts a tutti gli effetti e - nonostante le proteste – a scuola si sedette di fronte a Peppermint Patty, mentre giocava come centrale nella squadra di baseball. 

Più di recente, Franklin è tornato sotto i riflettori nel 1973, dopo una serie di polemiche sulla serie"A Charlie Brown Thanksgiving" in cui il ragazzino appare seduto da solo su un lato del tavolo, mentre i suoi amici siedono insieme sull'altro lato, di fronte a lui. Schulz ha dichiarato di non avere controllo sulla serie animata. 

Aveva invece il controllo sulle sue strisce di fumetti, e la sua presa di posizione, ancora oggi così importante, lo dimostra. 

 Glickman avrebbe raccontato più avanti di essere cresciuta con i valori dei suoi genitori, che hanno instillato in lei e i suoi fratelli valori di uguaglianza e rispetto. Valori che nel corso degli anni li hanno resi consapevoli su questioni di razzismo e diritti civili in America. ”Ogni giorno vedevo, o leggevo, di bambini neri che cercavano di andare a scuola e di folle di bianchi che gli urlavano e sputavano contro... e delle percosse… e dei cani… ma anche del coraggio di tante persone in quel tempo". È grazie a Glickman e a Schulz se tutto il mondo oggi conosce e ama un ragazzino di nome Franklin.