NEW YORK — «Studio da mezzo secolo i meccanismi decisionali della mente
umana, ma non pretendo di saper spiegare alla gente come fare scelte migliori. Io
stesso non credo di aver raffinato, in tutti
questi decenni di lavoro scientifico, la mia
capacità di prendere decisioni immediate
ed efficaci, usando i meccanismi dell’intuito. L’unico consiglio che mi sento di dare è
quello di rallentare: quando si teme di sbagliare, meglio prendere tempo e analizzare di più, anziché agire d’impulso. Discutendo, poi, delle scelte fatte con qualcuno
di cui ci si fida: la gente nella maggioranza
dei casi prende le decisioni giuste, ma
quando sbaglia è talmente impegnata nel
commettere l’errore da non accorgersene.
Lo vede più facilmente qualcuno dall’esterno».
Strano personaggio Daniel Kahneman.
Nel 2002 ha vinto il Nobel per l’economia.
Ma non è un economista. È uno psicologo
che, dimostrando coi suoi esperimenti
scientifici che non esiste l’homo oeconomicus dai comportamenti perfettamente razionali che è alla base della teoria economica classica, ha aperto la strada alla nuova
economia comportamentale.