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10/07/21

Terry Gilliam: "Chi tiferò tra Italia e Inghilterra? Ovviamente l'Italia!"




"Chi tifero' tra Italia e Inghilterra? Ovviamente l'Italia": sono le parole di Terry Gilliam che nel borgo umbro di Montone ha inaugurato la 25/a edizione dell'Umbria film festival. 

Un luogo che lo vede concittadino (e' sua citta' d'adozione da oltre trent'anni perche' qui trascorre sempre le vacanze) e una kermesse che ha l'onore di fregiarsi della presidenza onoraria del grande regista e sceneggiatore statunitense naturalizzato inglese.

Gilliam si e' presentato cosi' al pubblico che lo aspettava in piazza San Francesco, dicendo quindi la sua sulla finale degli Europei di calcio. "Voglio diventare presto un vostro connazionale" ha aggiunto. "Per anni - ha spiegato - sono stato cittadino sia americano che inglese e pagavo le tasse in tutti e due i Paesi. Poi solo inglese, poi e' arrivata la Brexit e ora comunque, dopo tanti anni che sono qui, mi sento italiano". 

 Il ritorno a Montone di Gilliam e' stato omaggiato con la proiezione in piazza San Francesco del film che lo ha portato in Italia la prima volta, quel 'Le avventure del Barone di Munchausen', annata 1988, che il pubblico ha potuto ammirare sul grande schermo alla presenza quindi del genio di Minneapolis

Insieme al regista c'erano anche alcuni dei suoi collaboratori del tempo, come due premi Oscar come lo scenografo Dante Ferretti e la costumista Gabriella Pescucci, il direttore della fotografia Nicola Pecorini e Charles McKeown, attore e sceneggiatore britannico. 

Parlando del film 'Le avventure del Barone di Munchausen', Gilliam ha detto di "aver rubato Ferretti a Fellini e Pescucci a Pasolini". 

Si e' detto onorato di aver potuto lavorare nel 1988 con professionisti di questo tipo a Cinecitta', ricordando l'aneddoto che lo vedeva "parlare" con Pescucci, che all'epoca non conosceva bene l'inglese, solo attraverso i disegni per come realizzare i costumi del film. 

Quando gli e' stato chiesto qual era il suo film preferito da poter presentare anche per festeggiare i suoi 80 anni, Gilliam ha comunicato agli organizzatori proprio il 'Barone' perche', ha spiegato, "e' il film che mi ha fatto conoscere dal punto di vista professionale l'Italia e quindi per me ha una valenza enorme". 

L'Italia in generale, ha poi sottolineato, e' ormai la sua "dimensione artistica" e in Umbria ha detto di aver trovato la propria "dimensione di vita". 

"Per la prima volta quest'anno non sono venuto solo in vacanza - ha infine annunciato - ma mi sono messo a scrivere a Montone il nuovo film". 

Le sorprese del festival, che andra' avanti fino all'11 luglio, non finiscono qui, tra anteprime cinematografiche, cortometraggi e grandi ospiti. 

Il prossimo sara' infatti Thomas Vinterberg, fresco vincitore del premio Oscar come Miglior Film Straniero con 'Un altro giro', che oggi, 10 luglio ricevera' le Chiavi della Citta' di Montone. Il regista danese, gia' tra i fondatori del movimento cinematografico Dogma95 e regista di capolavori come 'Festen' e 'Il Sospetto', presentera' al pubblico il suo ultimo film alle ore 21 in piazza San Francesco. 

25/11/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 47. "Brazil" di Terry Gilliam (1985)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 47.  "Brazil" di Terry Gilliam (1985) 

Brazil è un film distopico di fantascienza del 1985 diretto dal grande Terry Gilliam e scritto dallo stesso Gilliam insieme a Charles McKeown e Tom Stoppard . 

Il film, interpretato da Jonathan Pryce, Robert De Niro, Kim Greist, Michael Palin, Katherine Helmond, Bob Hoskins e Ian Holm, è incentrato sulle vicende di Sam Lowry, un uomo che cerca di trovare una donna che appare nei suoi sogni mentre è dedito ad un lavoro alienante e vive in un piccolo appartamento, ambientato in un mondo fantastico in cui c'è una parossistica dipendenza da macchine mal mantenute (e piuttosto stravaganti). 

La satira del regime burocratico e totalitario in cui Lowry vive, ricorda il 1984 di George Orwell ed è stato chiamato Kafkaesque o assurdista  e solo un genio visionario come quello dell'ex Monty Phyton  Terry Gilliam, avrebbe potuto realizzarlo in questo modo. 

Il film prende il nome dal tema musicale ricorrente, "Aquarela do Brasil" di Ary Barroso, interpretato qui da Geoff Muldaur.  Sebbene abbia avuto successo in Europa, il film non ha avuto successo nella sua prima uscita in Nord America. Ma, con il passare degli anni, è diventato a tutti gli effetti un  film cult, trasformandolo nelle valutazioni della critica, uno dei migliori film britannici di sempre. 

La trama del film è quantomai stravagante e ipnotizza lo spettatore in una rutilante giostra di visioni e incubi: Sam Lowry è un impiegato governativo di basso livello che sogna spesso se stesso come un guerriero alato che salva una damigella in pericolo . Una mosca viene inceppata in una stampante e crea un errore tipografico, con conseguente incarcerazione e morte accidentale durante l'interrogatorio del calzolaio Archibald Buttle, scambiato per errore con il sospetto terrorista Archibald Tuttle. A Sam viene assegnato il compito di correggere l'errore. 

Visitando la vedova di Buttle, Sam incontra il loro vicino Jill Layton, e si stupisce di scoprire che assomiglia alla donna dei suoi sogni ricorrenti. Jill ha cercato di aiutare la signora Buttle a stabilire cosa è successo a suo marito, ma i suoi sforzi sono stati ostacolati dalla burocrazia.  Ora è considerata complice terrorista di Tuttle per aver tentato di denunciare l'errore dell'arresto di Buttle. 

E così fino alla fine di questo film prodigioso e anche spettacolare, che conduce fino al finto "lieto fine" che si rivela in realtà un delirio: in realtà, Lowry è legato a una sedia ed è implicito che sia stato lobotomizzato con Sam che sorride, canticchiando " Aquarela do Brasil ".

Una cruda, dura metafora (che assume i tratti di una profezia) sul potere e sulla coercizione della tecnologia e della burocrazia, che riducono gli esseri umani in larve senza dignità e condannate alla solitudine. 

Un film che negli anni non ha perso nulla della sua forza dirompente e della sua pura qualità cinematografica.

Fabrizio Falconi

Brazil
di Terry Gilliam 
GBR-USA, 1985 
con Robert De Niro, Jonathan Pryce, Katherine Helmond, Bob Hoskins, Jim Broadbent. 
Durata 131 minuti.