Dieci grandi anime. 9 . Etty Hillesum (1./)
E’ piuttosto difficile spiegare il fenomeno Etty Hillesum. Al contrario di
altre celebri vittime dell’Olocausto, come Anna Frank, infatti – il cui diario
fu pubblicato la prima volta nel 1947, subito dopo la fine del secondo
conflitto mondiale – di Etty Hillesum, oggi divenuta una delle fonti spirituali
più feconde e più frequentate nell’occidente non solo cristiano, nessuno aveva
sentito parlare, fuori dai confini olandesi, fino al 1981, quando l’editore Jan Guert
Gaarlandt fece stampare ad Amsterdam una
selezione dei manoscritti, seguita, l’anno seguente da 40 lettere. Per avere una edizione completa, in lingua
olandese (1), bisognò attendere il 1986
mentre la prima opera completa tradotta in inglese uscì soltanto nel 2002
presso la casa editrice Eedermans.
Prima dell’edizione inglese c’era stata
quella in italiano, nel 1985 per meritoria e felice intuizione dell’editore
Roberto Calasso (Adelphi) che pubblicò in quell’anno il Diario, e due anni dopo le Lettere.
E’ incredibile considerare come, in un
brevissimo lasso di tempo – dopo un così lungo oblio durato dalla morte di Etty
avvenuta il 30 novembre del 1943 nel lager nazista di Auschwitz – l’opera della
Hillesum sia divenuta così universalmente nota, appassionando ed emozionando
intere generazioni di lettori, nel mondo.
Eppure già le circostanze strettamente
editoriali delle lettere e dei diari di Etty appaiono indicativi di un percorso
spirituale del tutto particolare.
Fu proprio Klaas A.D. Smelik, l’uomo a cui
si deve il salvataggio di questi meravigliosi testi, a raccontare qualche anno
fa in un appassionato intervento durante un convegno (2) a Roma le peripezie
che portarono nel corso di quattro decenni, all’emersione dei diari e dei
quaderni.
Ma prima di tutto l’antefatto: come è
noto Etty Hillesum tenne negli anni 1941 e 1942 ad Amsterdam, un
diario. Probabilmente, come racconta lo stesso Smelik, “lo fece su consiglio di
Julius Spier, psicochirologo e terapeuta ebreo-tedesco, come momento della sua
terapia. I diari non le servivano solo per la sua salute psicologica, ma anche
per esercitare il suo talento di narratrice; Etty Hillesum infatti aveva
l'ambizione di diventare scrittrice dopo la guerra, voleva scrivere un romanzo
sulle sue esperienze, che tentava di fissare meticolosamente.” (3)
Una volta rinchiusa definitivamente nel campo di transito di Westerbork
– dal quale passarono tutti i deportati dei Paesi Bassi, comprese Edith Stein e
Anna Frank - nel giugno del 1943, Etty
diede in custodia i diari che teneva ad Amsterdam alla sua amica e coinquilina
Maria Tuinzing, con l’indicazione di consegnarli ad uno scrittore Klaas Smelik,
che come amico, doveva prendersi cura della pubblicazione dei diari.
Il figlio dello scrittore, nella occasione di quel convegno, ha continuato così il suo racconto: “Ella aveva fatto conoscenza con mio padre a metà degli anni Trenta e sperava ovviamente che egli, attraverso le sue relazioni con vari editori, fosse in grado di trovare una via per realizzare la pubblicazione.
Quando, dopola Liberazione ,
risultò che Etty Hillesum era stata assassinata ad Auschwitz, Maria Tuinzing si
mise in contatto con mio padre e gli consegnò gli undici quaderni dei diari, nonché
le lettere. La figlia maggiore di Smelik, Johanna (nei diari chiamata Jopie)
dattiloscrisse una parte dei diari e delle lettere, poiché la scrittura di Etty
Hillesum era difficilmente leggibile. Alla fine degli anni Cinquanta e poi, di
nuovo, a metà degli anni Sessanta, mio padre si mise in contatto con vari
editori, che si rifiutarono di pubblicare i diari. Veniva considerato troppo
filosofico.”
Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata.
Il figlio dello scrittore, nella occasione di quel convegno, ha continuato così il suo racconto: “Ella aveva fatto conoscenza con mio padre a metà degli anni Trenta e sperava ovviamente che egli, attraverso le sue relazioni con vari editori, fosse in grado di trovare una via per realizzare la pubblicazione.
Quando, dopo
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1. Il titolo
originale dell’opera è Etty, De nagelaten geschriften van Etty Hillesum
1941-1943 (Gli scritti postumi di Etty Hillesum). Si tratta di un’opera di 864
pagine contenente tutti i quaderni e le lettere. Recentemente pubblicata anche in Italia dall'editore Adelphi.
2.
Il Convegno
internazionale su Etty Hillesum si tenne a Roma il 4 e 5 dicembre 1988 e i
relativi atti furono pubblicati nel volume: L’esperienza dell’Altro, Apeiron Editori, Sant’Oreste 1990.
3.
Klaas A.D.
Smelik, intervento in L’esperienza
dell’Altro, op.cit. pagg.121-125.
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