Lewis Allan Reed, in arte Lou Reed, nato a Brooklyn, New York, e cresciuto a Freeport, Long Island, fu per tutta la vita riconoscente a quello che considerò il suo maestro, il poeta Delmore Schwartz, che il futuro musicista conobbe quando, alla fine del 1960, cominciò a frequentare la Syracuse University's College of Arts and Sciences, studiando giornalismo, regia cinematografica e scrittura creativa.
Nel giugno 1964 Reed ottenne la laurea.
Agli anni universitari risale dunque l'incontro. Delmore Schwartz ebbe Lou Reed fra i suoi allievi e, già malato e alcolizzato, prese in simpatia quel "ragazzo disorientato di New York", il quale, nel 1966 (anno della sua morte), gli avrebbe dedicato la composizione European Son inclusa nell'album di debutto dei Velvet Underground, considerato l'omaggio più intenso e più durevole alla memoria di questo campione dell'Alta Cultura.
Questa qui sotto è l'introduzione - struggente - scritta da Lou Reed per il libro Nei sogni cominciano le responsabilità che raccoglie alcuni famosi racconti di Schwartz e che a tutt'oggi è l'unico libro tradotto in lingua italiana di questo grande scrittore e poeta americano (il quale ispirò fra l'altro il personaggio di Humboldt a Saul Bellow per il romanzo che valse allo scrittore il premio Nobel per la letteratura nel 1976).
Oh, Delmore, quanto mi manchi. Sei tu che mi hai incoraggiato a scrivere. Eri l’uomo più grande che avessi mai incontrato. Riuscivi a esprimere le emozioni più profonde con le parole più semplici. I tuoi titoli bastavano da soli a far salire sul mio collo la musa di fuoco. Eri un genio. Segnato dal destino.
Nel giugno 1964 Reed ottenne la laurea.
Agli anni universitari risale dunque l'incontro. Delmore Schwartz ebbe Lou Reed fra i suoi allievi e, già malato e alcolizzato, prese in simpatia quel "ragazzo disorientato di New York", il quale, nel 1966 (anno della sua morte), gli avrebbe dedicato la composizione European Son inclusa nell'album di debutto dei Velvet Underground, considerato l'omaggio più intenso e più durevole alla memoria di questo campione dell'Alta Cultura.
Questa qui sotto è l'introduzione - struggente - scritta da Lou Reed per il libro Nei sogni cominciano le responsabilità che raccoglie alcuni famosi racconti di Schwartz e che a tutt'oggi è l'unico libro tradotto in lingua italiana di questo grande scrittore e poeta americano (il quale ispirò fra l'altro il personaggio di Humboldt a Saul Bellow per il romanzo che valse allo scrittore il premio Nobel per la letteratura nel 1976).
Oh, Delmore, quanto mi manchi. Sei tu che mi hai incoraggiato a scrivere. Eri l’uomo più grande che avessi mai incontrato. Riuscivi a esprimere le emozioni più profonde con le parole più semplici. I tuoi titoli bastavano da soli a far salire sul mio collo la musa di fuoco. Eri un genio. Segnato dal destino.
Le storie folli. Oh, Delmore, eri così giovane . Così pieno di speranza. Ci riunivamo attorno a te mentre leggevi Finnegan's Wake. Così divertente ma così impenetrabile senza il tuo aiuto. Dicevi che il modo migliore per vivere la propria vita era consacrarla a Joyce. Avevi annotato ogni parola nei romanzi presi in prestito in biblioteca. Ogni parola.
E dicevi che stavi scrivendo The Pig's Valise. Oh, Delmore, non era vero. Lo hanno cercato dopo che il tuo ultimo delirio ti ha provocato un infarto all'Hotel Dixie. Un corpo non reclamato per tre giorni. Tu - uno dei più grandi scrittori della tua epoca. Nessuna valigia.
Avevi la lettera di T.S. Eliot vicino al cuore. Il suo elogio di Nei sogni. Ci hai supplicati: "vi prego non lasciate che mi seppelliscano vicino a mia madre. Fate una festa per celebrare il viaggio da questo mondo a uno che mi auguro sia migliore. E tu, Lou, giuro - e sai che se esiste qualcuno sulla terra capace di farlo, quello sono io - giuro che se scriverai per i soldi ti perseguiterò."
Gli ho portato un racconto. Mi ha dato una B. Ero così ferito, così umiliato. Perché perseguitare uno senza talento come me ? Ero io l'orso di The Heavy Bear Who Goes With Me, l'orso che lo accompagnava. Ai cocktail letterari. Li odiava. E affidavano a me la responsabilità.
Delmore Schwartz
Dopo qualche drink - la camicia sbottonata - il lembo destro penzolante - la cravatta messa di traverso - la lampo slacciata. Oh Delmore, eri così bello. Con il tuo nome ispirato a un ballerino del cinema muto, Frank Delmore. O, Delmore - la cicatrice, un souvenir del tuo duello con Nietzsche.
La campanella aveva suonato mentre ci leggevi Yeats, ma la poesia non era finita e volevi continuare a leggerla - rivoli di liquido ti uscivano dal naso ma tu non hai smesso di leggerla. Ero paralizzato . Ho gridato - l'amore per la parola - l'orso pesante.
.... O, Delmore, dov'era il Vaudeville for a Princess. Un dono per la principessa offerto dalla star del teatro nel camerino.
La duchessa ha ficcato un dito nel culo del duca e il regno è svanito per sempre. Non porterà niente di buono. Basta con questo corteggiamento !
Signore si calmi o dovrò buttarla fuori.
Delmore capiva tutto e riusciva a scriverlo in modo impeccabile.
Shenandoah Fish. Eri troppo bravo per sopravvivere. Le tue intuizioni ti hanno tradito. Le aspettative di successo. Così insegnavi.
E io ho assistito al tuo ultimo round.
Amavo il tuo ingegno e la tua smisurata conoscenza.
Eri e sarai sempre il più grande.
Riuscivi a portare un cavallo alla fonte ma non a farlo pensare.
Volevo scrivere. Un solo verso che fosse all'altezza dei tuoi. La mia montagna. La mia fonte di ispirazione.
hai scritto il racconto più fantastico che sia mai stato concepito.
Nei sogni.
Lou Reed.
Finalmente pubblicata in Italia, da Ventura Edizioni, una raccolta organica delle poesie di Delmore Schwartz. Il titolo è "America! America!". Introduzione di Alessandra Calanchi. Traduzione di Angelo Guida.
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