07/04/14

Dieci grandi anime. 7. Raimon Panikkar. (4.fine)




Dieci grandi anime. 7. Raimon Panikkar. (4./fine)


Ma anche negli ultimi anni della vecchiaia, Panikkar, non ha perso di vista il momento storico, le sfide che al cristianesimo vengono imposte dal rapido sviluppo dei tempi.  Oggi, per questo pensatore, non si può fare a meno di chiedersi: chi è Gesù Cristo per l'Oriente, per l'Africa, per il terzo mondo? Come Gesù può divenire realmente il Salvatore per quei popoli, per le nazioni dell'emisfero povero del Sud che sono le protagoniste del presente, ma lo saranno ancor più, presumibilmente, del prossimo futuro? Ovvio che, in tale chiave, l'assise conciliare del domani dovrà essere un Vaticano III, chiamato a focalizzarsi sulle tematiche della mondializzazione del vangelo, sullo sforzo di adattamento della liturgia, dell'ascolto della Parola di Dio e dell'essere chiesa nei più svariati linguaggi e stili di vita. (9)

La speculazione teologica e filosofica di Panikkar, dunque, non si è ancora fermata, così come il suo interrogarsi dentro il mondo e la chiesa di oggi. 

Nel contempo, a rendere la sua figura esemplare e di forte richiamo per i giovani che accorrono a sentirlo parlare, è la serenità e la piena consapevolezza che dimostra anche di fronte ai temi irrisolti della modernità, come l’accettazione della morte.

Ad un uomo che ha oltrepassato splendidamente la soglia dei novant’anni, è stato chiesto di recente se non abbia paura di morire. E questa è stata la risposta di Panikkar:  Una gran parte dell’umanità non ha paura della morte; ha paura della sofferenza, il che è un’altra cosa.  La paura della morte è un fenomeno molto occidentale: se il tempo è un'autostrada che mi porta al cielo, all'inferno, al limbo, o al nulla, o a dove che sia, allora ho paura di non arrivarci. Ma se il tempo non è questo, se la realtà è piuttosto tempiternità - come uso dire con una parola di mio conio - allora la mia vita ha un senso adesso; e benvenuta sia la mia umana finitudine che mi fa scoprire l'unicità di ogni cosa, il valore di ogni momento, di ogni incontro, di ogni bicchiere d'acqua. Nessuna paura, dunque: Cotidie morior, dice San Paolo. E se la fede non trasforma la mia vita, allora questa fede è morta. (10) .

(4./fine) 

Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata. 
   
9.     Panikkar espresse queste opinioni in un colloquio informale con Bruno Hussar, fondatore in Israele del villaggio della pace di Nevè Shalom.  Il contenuto di questo colloquio è stato riferito da Brunetto Salvarani nella presentazione del vol.12 – Gesù – del mensile CEM mondialità, collana Le parole delle fedi.
10.     Giovanni Ruggeri, Se Dio diventa un’ipotesi inutile, intervista a Raimon Panikkar, pubblicata sulla rivista on line www.24sette.it



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