Carl Gustav Jung spiegò nel 1942 il suo interesse, che si faceva sempre più insistente, sull'attraversamento delle cosiddette ombre dell'inconscio, i territori più oscuri della personalità individuale.
Attirando l'attenzione sugli aspetti oscuri dei sottopiani psichici, non agisco per pessimismo; desidero, al contrario, far comprendere che, malgrado il suo aspetto pauroso, l'incosciente esercita un fascino potente, non solo sulle nature morbose, ma anche sugli spiriti sani e positivi.
Alla base dell'anima c'è la natura, e la natura ha in sé la vita creatrice.
E' vero che la natura distrugge ciò che essa ha creato, ma distrugge per costruire nuovamente.
I valori che il relativismo distrugge nel mondo visibile ci vengono restituiti dall'anima. Dapprima non vediamo che la discesa in tutto ciò che vi è di oscuro e di brutto;
ma colui che non sopporta tale spettacolo, non creerà mai la luminosa bellezza.
La luce nasce sempre dalle tenebre notturne, né mai la timorosa aspirazione umana è riuscita aggrappandosi al sole a trattenerlo nel cielo.
Carl Gustav Jung, Il problema dell'inconscio nella psicologia moderna, pref. di G. Jervis, traduz. di A.Vita e G.Bollea, Einaudi, Torino, 1942.
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