Ci sono due modi di vivere.
Quello del sentirsi intero a se stesso, di calcolare la possibilità solo come opportunità, e quello del sentirsi realmente e concretamente aperto al mondo, di vivere cioè la possibilità in quanto tale.
Possibilità è attraversamento del mondo. Con le sue paludi, le sue zone d'ombra, i suoi territori pericolosi, le sue estasi.
Non è necessario viaggiare, non è necessario esplorare. E' necessario aprire il cuore.
Una operazione niente affatto semplice, niente affatto banale.
Come il piccolo Ingemar (La mia vita a quattro zampe, di Lasse Hallstrom, Golden Globe per il miglior film straniero nel 1988), rimasto orfano. Che avrebbe ogni giustificazione per chiudere, barricare il suo cuore e non desiderare più alcuna possibilità.
Invece Ingemar imparerà a vivere, nonostante tutto. L'istinto di vivere è più forte in lui del dolore e del lutto e della pesantezza apparentemente insostenibile della vita.
Io vivo nella possibilità.
E se io non fossi questo, non sarei nemmeno vivo.
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.