Dal momento in cui l'uomo, l'essere umano viene gettato nell'esistenza, per dirla con Heidegger, egli è chiamato a partecipare a una partita impari, che non potrà mai vincere contro tre avversari che hanno mezzi più potenti dei suoi: la natura (ivi compreso "il caso"), la massa degli altri uomini e se stesso.
Dal momento che gli avversari sono così potenti, l'uomo può aspirare solo a parziali - e molto limitate - vittorie, con esclusione degli eroi e dei santi che suppliscono al fallimento con un sovradimensionamento della parte dell'onore e della moralità.
E dal momento che le sconfitte saranno molte, l'esperienza più comune dell'essere umano è quella della frustrazione (cioè del non esaudimento dei propri desideri/aspirazioni).
Ecco dunque che nella vita la cosa più importante da insegnare non sarebbe la fuga o la rimozione dalle/delle frustrazioni. Ma la loro gestione.
Saper gestire le frustrazioni è ciò che rende un essere umano evoluto nel suo cammino durante la vita.
Ci sono molti modi per imparare a gestire le frustrazioni. La tradizione orientale punta alla radice: per eliminare le frustrazioni si punta alla riduzione crescente fino alla totale eliminazione dei desideri, ritenuti inganni della mente e dell'io.
In Occidente tutto è più complicato, perché l'occidentale non sa - o non può - rinunciare facilmente alle aspirazioni e ai desideri.
L'occidentale è antropologicamente aduso a costruire la propria individualità sulla realizzazione dei desideri e delle aspirazioni.
L'unica via che si presenta allora davanti all'essere occidentale è quella del discernimento, dell'imparare a districarsi nella giungla dei desideri e delle aspirazioni (e delle relative frustrazioni).
La saggezza risiede in questa lezione che si impara giorno per giorno, che insegna a giocare con la propria frustrazione come con l'istinto di un animale che si deve con dolcezza e fermezza addomesticare realizzando il prototipo di una giusta misura.
Fabrizio Falconi - 2021
Nessun commento:
Posta un commento
Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.