Coniando sfere dissimili
come granelli,
biglie sbeccate
nell'ilare quiete della valle,
segnata dallo strisciare serpesco
della morte, tutti c'eravamo:
assonnati risvegliati menomati,
pulzelle disarcionate da selle,
musicisti temporalmente tristi,
inconsapevoli reticenti colpevoli,
spersi bambini tersi,
tutti,
sotto il campanile mattonato
acuminato,
contro il cielo alabardato.
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