07/10/18
Poesia della Domenica - "Distacco" di Evgenij Evtusenko.
Distacco
Chissà da dove
approdava un soffio
di fresca estate
tra il lungo gemito dei respingenti
e i secchi contraccolpi delle ruote,
e a un tratto - un dialogo:
"Indovina, amico mio, indovina
che ragazza ho incontrato!
Se solo potessi fare amicizia,
conoscerla meglio,
rivederla almeno una volta..."
"Ma piantala con queste assurdità!
Ma dove credi che la rivedrai?"
"La rivedrò"
"Ma davvero pensi che la ritroverai?"
"La ritroverò"
Ascoltavo, come una corda vibra al suono;
come un'eco, ascoltavo
le confidenze di sconosciuti.
Scusate.
Anch'io lasciavo qualcuno,
anch'io mi separavo
dalla mia ragazza.
Sì, mia brava ragazza,
che senso
ha lamentarsi perché ci attende
un nuovo disagio,
una nuova inquietudine?
Non te ne vai forse anche tu?
Ma tu, soltanto,
da una stazione diversa per diversa strada...
Non m'importa che la gente
di casa
dica di me:
"Quando si stancherà,
alla fine,
di ripartire, di andar lontano, sempre ?..."
Si, andarmene lontano, questo per me ci vuole,
correre col treno,
rotolare con la neve,
incontrarti di nuovo
e poi di nuovo -
via! partire.
A ogni nuova separazione,
sempre più ti avvicini.
A te
io vengo
per sentieri di cerca.
"Ma dove credi che la rivedrai?"
"La rivedrò!"
"Ma davvero pensi che la ritroverai?"
"La ritroverò!"
Evgenij Evtusenko
tratta da: Poesie, Traduzione di Alfeo Berdin, Garzanti 1970, p. 10.
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