C'è un grande e celebre quadro di Salvador Dalì, chiamato L'ultima cena o più propriamente Il sacramento dell'Ultima cena, dipinto nel 1955 e conservato alla National Gallery of Art di Washington.
E' un quadro misterioso e pieno di fascino, come altri di Dalì.
Un ulteriore motivo di interesse è però contenuto nel suo stretto legame con la Sezione Aurea, o rapporto aureo.
La sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo o costante di Fidia o proporzione divina, è come si sa denominata in matematica con il simbolo Φ (oppure φ o ϕ; φ) ed esprime il numero irrazionale 1,6180339887... ottenuto effettuando il rapporto fra due lunghezze disuguali delle quali la maggiore a è medio proporzionale tra la minore b e la somma delle due (a+b).
Già le dimensioni originali del quadro - cm. 268 X 167 - sono in un rapporto molto vicino a quello aureo.
Ma ancora più emblematico è l'enorme dodecaedro (un solido a dodici facce, ognuna delle quali è un pentagono regolare) che fluttua sopra la tavola e al tempo stesso la circonda.
Come è noto in geometria, i poliedri regolari (come il cubo) possono essere inscritti in una sfera. In particolare poi, proprio il dodecaedro è legato al rapporto aureo.
La circostanza fu fatta notare ovviamente a Dalì, che - perfettamente in linea con il suo personaggio - diede una risposta sibillina: "l'Eucaristia dev'essere simmetrica".
Una risposta che apre o aprirebbe un intero capitolo filosofico o teologico.
Certo è che come molti altri artisti prima e dopo di lui, Dalì fu fortemente influenzato nella sua opera da quel numero particolare, la proporzione geometrica scoperta da pitagorici, definita da Euclide e definita dal genio matematico Luca Pacioli in un trattato illustrato da Leonardo, "divina proporzione" e in seguito nell'Ottocento, "sezione aurea" che sembra inscritta nelle leggi dell'universo, e nei più disparati campi, dalla biologia, all'astronomia, dall'architettura alla psicologia, alla musica e perfino al misticismo.
Fabrizio Falconi
(per approfondire vedi Mario Livio, La sezione aurea, Traduzione di Stefano Galli, Rizzoli 2003).
Già le dimensioni originali del quadro - cm. 268 X 167 - sono in un rapporto molto vicino a quello aureo.
Ma ancora più emblematico è l'enorme dodecaedro (un solido a dodici facce, ognuna delle quali è un pentagono regolare) che fluttua sopra la tavola e al tempo stesso la circonda.
Come è noto in geometria, i poliedri regolari (come il cubo) possono essere inscritti in una sfera. In particolare poi, proprio il dodecaedro è legato al rapporto aureo.
La circostanza fu fatta notare ovviamente a Dalì, che - perfettamente in linea con il suo personaggio - diede una risposta sibillina: "l'Eucaristia dev'essere simmetrica".
Una risposta che apre o aprirebbe un intero capitolo filosofico o teologico.
Certo è che come molti altri artisti prima e dopo di lui, Dalì fu fortemente influenzato nella sua opera da quel numero particolare, la proporzione geometrica scoperta da pitagorici, definita da Euclide e definita dal genio matematico Luca Pacioli in un trattato illustrato da Leonardo, "divina proporzione" e in seguito nell'Ottocento, "sezione aurea" che sembra inscritta nelle leggi dell'universo, e nei più disparati campi, dalla biologia, all'astronomia, dall'architettura alla psicologia, alla musica e perfino al misticismo.
Fabrizio Falconi
(per approfondire vedi Mario Livio, La sezione aurea, Traduzione di Stefano Galli, Rizzoli 2003).
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