21/09/20

A proposito delle minigonne e della professoressa del Liceo Socrate


Sono, in totale controtendenza col plebiscito del pensiero conformista, dalla parte della professoressa del liceo Socrate di Roma che è stata linciata in nome della cancel culture e del politically correct: la quale professoressa ha detto, goffamente, quella che è una semplice verità.

Ovvero che nel rapporto insegnanti-alunni bisognerebbe fossero evitati inutili sovraesposizioni, abbigliamenti estremi, oltre che naturalmente atteggiamenti sconsiderati.
L'uso della minigonna rientra nella totale libertà della donna, ma è perfino ovvio - anche se l'ipocrisia al contrario oggi dominante vieta di dirlo - che essa viene indossata per essere belle, cioè attraenti. Comportamento che anche tutti i maschi fanno oggi in altri modi, evidenziando anche in modo esagerato i propri tratti attrattivi, in nome dell'unica religione oggi dominante: il narcisismo personale, che si impara da piccoli o da piccolissimi.
E pretendere che un uomo o una donna - solo perché (in)vestiti di un camice o di un ruolo - dimentichino o elidano i propri istinti erotici/sessuali è cosa che farebbe sorridere non soltanto il Dr. Freud, ma qualunque studioso della natura biologica umana.
E' per questo motivo che nelle università serie di tutto il mondo si usano norme molto severe preventive, come la regola che un professore NON PUO' MAI chiudere la stanza del suo ufficio quando riceve uno studente, oppure le rigide regole di dress-code che vengono imposte dai più prestigiosi istituti del mondo (pubblico qua sotto quelle di Stanford - cliccando su 'traduci' si possono leggere in italiano, per chi vuole).
Il rispetto insomma, viene richiesto da entrambe le parti e in senso biunivoco: i professori devono fare i professori e stare al loro posto, ma gli studenti devono fare gli studenti e non le pin-ups o i tronisti, quando entrano in luogo dove si studia.

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.