Il 30 aprile 1975 la caduta di Saigon
pone fine alla lunga guerra del Vietnam, un conflitto che nel
corso degli anni '60 vide gli Stati Uniti sempre piu'
direttamente coinvolti nel contenimento dell'espansione
comunista nel sud est asiatico e che si concluse con la piu'
grande sconfitta militare della storia degli Stati Uniti con
costi umani altissimi.
Nel conflitto perdono la vita 58 mila
soldati americani, 250 mila soldati sudvietnamiti, 1 milione di
combattenti tra vietcong e soldati nordvietnamiti, 2 milioni di
civili.
Tra il dicembre del 1966 e l'aprile del 1967 lo
scrittore John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura nel
1962, segue da vicino il conflitto al fianco dei militari
americani in Vietnam, come inviato di guerra.
Il suo reportage,
58 dispacci dal fronte, viene pubblicato sul quotidiano Newsday,
sotto forma di lettere indirizzate ad Alicia, moglie di Harry
Frank Guggenheim, proprietario ed editore del giornale.
Anni
dopo, le lettere di Steinbeck sono raccolte e pubblicate in un
libro: "Vietnam in Guerra. Dispacci dal fronte".
Dal quale oggi è stato tratto un documentario: "Steinbeck e il Vietnam in guerra" (in onda stasera alle 22.10 su Rai Storia), che ruota intorno al reportage
dello scrittore sulla guerra in Vietnam "vista da vicino", alla
sua volonta' di raccontarla "in maniera oggettiva".
Steinbeck e'
convinto, come molti americani, che l'intervento militare in
Vietnam serva a "difendere la liberta' di una piccola nazione
coraggiosa dall'invasione comunista".
Quella guerra avrebbe
inoltre fatto emergere il meglio dell'America, e il Paese,
affrontando quella sfida, si sarebbe rigenerato.
Fino alla fine
della sua permanenza al fronte e al suo ritorno a casa quando il
grande scrittore cambia il suo giudizio su quella guerra, cresce
la sua perplessità sulla necessita' di quel conflitto e nasce una
nuova consapevolezza sulla sua illegittimità.
Il documentario, ideato e diretto da Francesco Conversano e
Nene Grignaffini, realizzato da Movie Movie per Rai Cultura,
raccoglie le testimonianze di tre protagonisti italiani di
quella stagione: il giornalista Furio Colombo che per anni, come
corrispondente della Rai dagli Stati Uniti, ha raccontato la
guerra in Vietnam attraverso una serie di reportage; Francesco
Guccini che, ispirato da Bob Dylan, diventa presto in Italia "la
voce della protesta", dell'antimilitarismo e del pacifismo,
della cultura libertaria e punto di riferimento di una intera
generazione; e, infine, la scrittrice Lidia Ravera che, ancora
giovanissima e' partecipe, insieme a migliaia di giovani donne,
delle lotte e delle manifestazioni di protesta che portano
nell'Italia di quegli anni grandi cambiamenti sociali, civili e
culturali, alla nascita del femminismo e alla rivoluzione
sessuale.
fonte: http://www.ansa.it
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