17/10/19

"Le storie sono come falò nelle caverne" - Murakami in Italia


"Se con le storie che ho scritto sono riuscito, anche solo un pochino, a illuminare gli angoli oscuri di tante caverne in tanti posti del mondo, e se potessi continuare a farlo d'ora innanzi, non ci potrebbe essere per me gioia piu' grande". 

Chiude cosi' la sua lezione magistrale lo scrittore giapponese Haruki Murakami, uno dei piu' grandi autori della narrativa mondiale, vincitore della sezione La Quercia del Premio Lattes Grinzane 2019.

Ad ascoltarlo al Teatro Sociale di Alba - una inedita apparizione pubblica in Italia, dove non era mai venuto per ricevere un premio - ci sono 900 persone, tra le quali il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, i due traduttori italiani Giorgio Amitrano e Antonietta Pastore e molti studenti. 

La scena e' particolare perché il palco è al centro tra l'ala vecchia e quella nuova del teatro, aperte entrambe per l'occasione. Il titolo della lezione è 'Un piccolo falo' nella caverna', un richiamo agli uomini della preistoria che si radunavano attorno al fuoco per ascoltare o raccontare delle storie in grado di tenere lontane la fame e le paure. 

E' la magia del narrare. 

"Nei romanzi siamo discendenti dei narratori nella caverne" e scrivere serve "a illuminare gli angoli oscuri di tante caverne in tanti posti del mondo. Le storie sono come dei piccoli falo'", dice Murakami che legge in giapponese con traduzione simultanea in italiano. Racconta come nascono i suoi libri, da anni in testa alle classifiche.

"Le storie affiorano in modo del tutto spontaneo. Cose che emergono in maniera naturale dal profondo di me, come l'acqua sotterranea sgorga in superficie diventando una fonte". spiega lo scrittore. Nel teatro, mentre parla, c'e' un religioso silenzio. 

"Per uno scrittore e' fondamentale sentirsi libero, provare un sentimento di solidarieta' con i lettori. Non stabilisco un piano prima di iniziare un nuovo romanzo - racconta Murakami - nella maggior parte dei casi comincio col buttare giu' alcune pagine. In questa fase non ho quasi idea di quale sara' la trama della storia, non ci ho ancora pensato. Ma non ha importanza, basta che descriva le scene e le immagini che si formano nella mia testa man mano che si manifestano"

A Murakami, di cui Einaudi ha appena pubblicato l'ultimo libro Assolutamente musica, piace scrivere di getto su fogli di carta che conserva nel cassetto. 

Molti brani "fermentano felicemente", altri "restano dimenticati li' dentro", ma e' impossibile saperlo a priori. 

Occorre fare del tempo il proprio alleato: "A me piace creare le storie liberamente, senza avere in testa un progetto. Procedo incalzato dalla curiosita' di sapere come andra' a finire. E sono convinto che anche i lettori andranno avanti, una pagina dopo l'altra, per trovare risposta alla stessa domanda 'E poi cosa succede?' Se l'autore, fin dall'inizio, stabilisse la trama e il finale, scrivere un romanzo non sarebbe affatto divertente"

Murakami vuole non sentirsi "legato da una qualsivoglia scaletta, dalla logica o dall'abitudine, non essere limitato dalla necessita' di preservare l'armonia del progetto". 

L'importanza di sentirsi liberi e' uno degli insegnamenti della musica, spiega Murakami che da giovane ha gestito per tanti anni un Jazz bar: libera improvvisazione, importanza del ritmo e nella misura del possibile una bella melodia che animi la scrittura. Murakami, nonostante i milioni di fan nel mondo, e' schivo, riservato, non vuole foto ne' riprese video mentre legge il suo testo. E al termine della lezione non si concede al firma-copie. Il pubblico pero' lo ama e lo dimostra con la standing ovation finale.

Fonte: Amalia Angotti per ANSA

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