La testa di San Giovanni Battista nella chiesa di
San Silvestro in Capite in Piazza San Silvestro a Roma
Destò interesse qualche tempo
fa la notizia che la chiesa di San Giovanni Battista, una delle chiese cattoliche costruite all’inizio del
XIX secolo in uno dei luoghi di maggiore tradizione storica in Russia era stata
restituita ai cattolici a più di 50 anni di distanza dalla sua confisca ad
opera del potere sovietico.
Il tempio è situato nel paese del poeta Alexander Pushkin – Tsarskoe Selo, com’era chiamato in passato – nel nord-est della
Russia, a pochi chilometri da San Pietroburgo.
L’inizio della costruzione della chiesa di San Giovanni Battista risaliva
al 1823 per ordine dello zar Alessandro I, poiché la chiesa di
legno che esisteva a Tsarskoe Selo era diventata troppo piccola per accogliere
i fedeli. Dopo l’arresto del parroco ai tempi dell’Unione Sovietica, con
pressioni politiche coloro che si trovavano sotto la sua responsabilità, come
in molti altri casi, vennero obbligati a
firmare un documento in cui si dichiaravano impossibilitati
a riparare la chiesa e a pagare allo Stato le imposte corrispondenti
all’immobile.
Curiosamente, la restituzione della chiesa di San Giovanni Battista alla
comunità cattolica coincideva con la visita in Russia, nel luglio
del 2006, di alcune reliquie considerate, secondo la tradizione, i resti della
mano destra di colui che battezzò Gesù nel Giordano.
In quella occasione, i giornali
russi riferirono delle incredibili file di fedeli che si erano ammassate, per
vedere le famose reliquie del Battista, che mancavano in Russia da tanto tempo.
Alla luce di queste notizie provenienti dall’Oriente Europeo, faceva ancora
più impressione considerare il fatto che a Roma si veneri da tempo immemorabile
– certamente non con lo stesso seguito di fedeli registrato in Russia - quella
che è considerata la testa del Battista, esposta in
bella mostra in una piccola chiesa centralissima: San Silvestro in Capite, in
Piazza San Silvestro.
La reliquia si riferisce
ovviamente ad uno degli episodi evangelici più famosi, il martirio di San Giovanni
Battista, cioè del Precursore di Gesù
Cristo, episodio reso immortale dalle numerose riproduzioni nella storia dell'Arte, tra i quali
spicca la tela di Caravaggio conservata al Palazzo Reale di Madrid che ritrae
con particolari del tutto verosimili la decapitazione voluta dalla perfida Salomè, figlia di Erode.
La tradizione dunque vuole che proprio questa stessa testa del Battista
sia conservata a Roma, in una delle sue chiese più centrali.
La preziosa reliquia, la testa mummificata è custodita in un piccolo e
prezioso altare nella Chiesa di S. Silvestro in capite (il nome deriva da
questo), nella cappella dell’Addolorata, in un reliquiario del
1391, contenuto a sua volta in un altro, cuspidato, del 1881.
La Chiesa sorge - come altre del Rione - su un tempio più antico pagano,
in questo caso il Tempio del Sole, sopra il quale fu
edificata una prima chiesa paleocristiana dal papa Stefano II, chiamata inter duos hortos, perché era circondata
da orti.
La reliquia, pervenuta a Roma durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143) era tra le più venerate in città e veniva portata ogni anno in processione da quattro
arcivescovi (la tradizione durò fino al 1411), sorvegliata costantemente nella
chiesa da soldati armati.
Nel 1238 papa Martino IV la ripose
in un reliquiario d’argento che Bonifacio VIII decorò con una tiara preziosa
andata perduta, rubata purtroppo nel corso del Sacco di Roma del 1527.
La testa del Battista si salvò e continuò a restare al suo posto, fino al
1870 quando fu temporaneamente custodita in Vaticano, per poi essere restituita
alla chiesa nel 1904.
La disputa sulla veridicità della preziosa reliquia ha impegnato a lungo
gli studiosi. Ma a dimostrazione del
fatto che non si tratta di pura leggenda, sono di estrema rilevanza i
monumentali studi compiuti dallo Iozzi che in una sua pubblicazione confutò una
reliquia simile posseduta dalla cattedrale d'Amiens, in Francia e stabilì la veridicità di quella romana.
Nel corso poi di un’altra ricognizione
della reliquia effettuata nel 1962 si riscontrò la presenza di stoffa risalente con ogni
probabilità all'ottavo secolo e si trovarono due monete del XII secolo.
Fabrizio Falconi
tratto da:
MISTERI E SEGRETI DEI RIONI E DEI QUARTIERI DI ROMA
Newton Compton Editore
Roma, 2014-2017
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