Questo blog dedicherà da oggi, ad appuntamenti non fissi, un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo". Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di tutti.
1. Cabaret di Bob Fosse (1972)
Tutto è speciale in questo film, tutto è pura poesia. Cioè: essenzialità e verità.
Ispirato dai racconti berlinesi di Christopher Isherwood, Cabaret racconta la vita ai tempi della Repubblica di Weimar nel 1931, con l'ascesa al potere del Partito Nazionalsocialista di Adolf Hitler. Su questo sfondo si muovono le vicende di uno studente inglese di lingue moderne, Brian Roberts (Michael York), timido e inibito e della sua vicina di stanza nella pensione in cui alloggia, la soubrette Sally Bowles, un mix irresistibile di tenerezza e determinazione, che lavora al Kit-Kat, cabaret frequentato da omosessuali, intellettuali, artisti e da borghesi alla ricerca di fremiti trasgressivi.
Ben presto, l'amicizia tra i due si trasforma in un triangolo amoroso quando Sally conosce Maximilian von Heune, ricco aristocratico tedesco: bello ed affascinante.
Musiche e canzoni meravigliose, balletti straordinari, sceneggiatura sempre in bilico tra sublime e dramma. Cabaret avvolge e travolge il cuore. Portandolo oltre le potenzialità delle vite prosaiche, conducendolo alla formulazione delle domande vere che abitano le esistenze. L'amore, il destino, il darsi, il male, la violenza, la potenza della Storia, la fine, la malinconia, la dispersione, il ricordo.
Cabaret, un'opera irripetibile, che soltanto il genio di Bob Fosse poteva concepire e consegnare alla immortalità.
USA 1972
Durata 124 min
Regia Bob Fosse
Musiche John Kander
Liza Minnelli: Sally Bowles
Michael York: Brian Roberts
Helmut Griem: Maximilian "Max" von Heune
Joel Grey: maestro di cerimonie
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