Potrebbe nascondersi
una piccola Pompei sotto i templi del parco archeologico di
Selinunte, in Sicilia. E' quanto sperano gli archeologi, i
geologi e i geomorfologi che stanno lavorando nel sito.
Con una
termocamera ad alta sensibilita' termica, caricata su un drone, i
geologi dell'Universita' di Camerino, in particolare, hanno
rilevato sul terreno alcune anomalie termiche riconducibili ad
importanti strutture sepolte di circa 2700 anni fa che dal
'Tempio M' scendono verso il porto.
Lo ha annunciato il
geoarcheologo Fabio Pallotta, consulente dell'Universita' di
Camerino e del Parco Archeologico di Selinunte.
"Verosimilmente - spiega Pallotta - era un susseguirsi di
templi e di vasche colme di limpida acqua sorgiva che ruscellava
verso il mare africano per offrire prezioso ristoro ai
viaggiatori di confine. Da queste immagini termiche tutti
possono osservare come il gradiente di calore delinei nel
terreno perfetti disegni geometrici che circondano proprio i
resti del cosiddetto 'Tempio M', ora collocato lungo la sponda
destra del fiume Selino, ma che in origine spiccava con tutta la
sua bellezza sull'estremo promontorio occidentale
dell'incantevole laguna".
"Questa scoperta - commenta il
direttore del Parco Enrico Caruso - ci permettera' di trovare le
soluzioni migliori per perpetuare nel futuro prossimo ed anche
oltre il patrimonio straordinario di Selinunte".
Quattordici, sino a oggi, i piani di volo effettuati con un
esacottero, un drone con sei braccia che ha rilevato le
temperature dei corpi sia vivi sia inerti. "Rimangono ancora
molte strutture da indagare - ha rilevato sempre Caruso -. Va
compresa la conformazione geologica della zona e il perché i
selinuntini la scelsero per il loro insediamento. La citta' e'
certamente molto piu' ampia di quella odierna".
Ma non e' questa l'unica importante novita' che arriva da
quello che e' considerato uno dei parchi archeologici piu' grandi
d'Europa.
"A Selinunte - ha annunciato sempre Caruso incontrando
oggi la stampa italiana e internazionale, invitata a un press
tour nell'area - sono state trovate le tubature costruite dai
greci ed attraverso le quali l'acqua arrivava nelle case, nuovi
ambienti domestici destinati al culto come ad esempio altari
cilindrici e la piu' antica raffigurazione di tutto il mondo
greco di Hekate, personaggio di origine pre-indoeuropea che fu
ripreso nella mitologia greca. Ecate, o Hekate, regnava sui
demoni malvagi, sulla notte, sulla luna"
"In 2700 anni il
terreno di questa area sismica della Sicilia si e' alzato di
circa tre metri, mentre negli ultimi 60 anni le falde acquifere,
di cui questa zona e' molto ricca, si sono abbassate di quasi 20
metri". Lo ha detto Marco Materazzi, geomorfologo
dell'Universita' di Camerino. Il dramma
di Selinunte e' la conservazione. Dobbiamo capire cosa vuol dire
tenere in piedi un tempio che puo' rischiare di cadere in caso di
terremoto. Questo ci deve indurre a riflettere".
Il riferimento e' alla ricostruzione del tempio G, tanto
auspicata nelle ultime settimane in particolare dal neo
assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi. Una
faglia ancora attiva, infatti, attraversa proprio l'area nella
quale si trovano i resti del tempio G. "Selinunte - ha osservato
il geologo strutturale Pietro Paolo Pierantoni - ha subito
terremoti importanti, uno tra il III e il IV secolo avanti
Cristo e uno fra il VI e il XIII secolo. Una faglia aveva
direzione Nord-Sud e un'altra Est-Ovest e quella che attraversa
il tempio G e' ancora attiva".
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