- E' il modo in cui sono fatti gli esseri umani: io e te e Alvaro e il senor Daga e tutti gli altri. Il modo in cui veniamo al mondo quando nasciamo. E' quello che tutti abbiamo in comune.
Ci piace credere di essere speciali, ragazzo mio, a tutti piace.
Ma in senso stretto non può essere così: se fossimo tutti speciali, non ci sarebbe più niente di speciale. E però continuiamo a credere in noi stessi. Scendiamo giù nella stiva della nave, nel caldo e nella polvere, solleviamo i sacchi e ce li mettiamo sulle spalle per poi trascinarli su alla luce, vediamo i nostri amici faticare come noi, fare esattamente le stesse cose.
Non c'è niente di speciale in tutto questo e andiamo fieri di loro e di noi stessi, noi compagni tutti a sgobbare insieme per un obiettivo comune; eppure in un angoletto del nostro cuore che teniamo nascosto sussurriamo a noi stessi: "E nondimeno, nondimeno, tu sei speciale, vedrai ! Un giorno quando meno ce lo aspettiamo, un gran fragore risuonerà sopra il fischio di Alvaro e saremo chiamati tutti a raccolta sulla banchina, dove in attesa ci sarà una grande folla e un uomo col vestito nero e il cappello a cilindro; e quell'uomo col vestito nero ti inviterà a fare un passo in avanti, dicendo: "Guardate questo operaio speciale, di cui tutti ci rallegriamo!" E ti stringerà la mano e ti appunterà sul petto una medaglia - con su scritto "Onore al merito" - e tutti ti acclameranno battendo le mani."
- E' tipico della natura umana fare sogni, anche se sarebbe saggio tenerseli per sè.
Tratto da J.M. Coetzee, L'infanzia di Gesù (The Childhood of Jesus), 2013 Einaudi Editore, Traduzione di Maria Baiocchi, pag. 46.
Grazie!!!
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