E' un bellissimo film, il nuovo di Kore-Eda, Little Sister, dopo My father my son. Dal Giappone una lezione di stile e di sostanza sui rapporti affettivi, sulla realtà e i bisogni del mondo interiore.
Riporto qui sotto due recensioni che condivido interamente.
"Poteva nascere un mélo di lacrime e sangue, ne esce invece il ritratto coinvolgente e pacato di una generazione alle prese con le «eredità» psicologiche lasciate dai genitori, il senso di riconoscenza in lotta con la voglia di indipendenza, il «doverismo» contro la libertà. Kore-Eda racconta tutto questo con un tocco sensibilissimo e delicato, attento a piccoli gesti privati (molti legati alla quotidianità del cibo), con un'asciuttezza e una sensibilità che evitano qualsiasi caduta verso la lacrima o il ricatto sentimentale." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 14 maggio 2015)
"Non perdetelo perché è davvero un bel film nonostante le inevitabili penalizzazioni del doppiaggio (più forti e fastidiose in film come questo), di quelli che regalano momenti di intensa emozione, leggerezza, e felicità. (...) Piccoli drammi o episodi lontani, l'incognita del futuro, sentieri impalpabili lungo i quali si avventurano i personaggi che il suo sguardo segue con pudore e dolcezza. (...) Siamo in un mondo declinato interamente al femminile, le sorelle, la anziana pro zia, la madre delle tre ragazze, la piccola Suzu, che condividono il fantasma paterno, quella figura per le tre maggiori fantasmatica, per Suzu invece concreta intorno alla quale continuano a fluttuare ricordi, rancori, delusioni, rimpianti. (...)
Il Diario narra lo scorrere di queste giornate, il rito sospeso del tempo quotidiano in cui nulla sembra accadere, i passaggi dell'esistenza, gli incontri e gli addii, le lente scoperte di sé, la crescita dei desideri, la necessità di lasciarsi alle spalle l'infanzia mondo dell'infanzia ... Oltre i bordi delle immagini balena il Giappone in crisi delle piccole imprese oppresse dai debiti e dalle banche, di un'irrequietezza giovane, di sogni lasciati a metà.
Non è facile mantenere teso questo filo dell'emozione, e renderlo immagine. Kore-eda guarda al cinema classico del Sol levante, alle sfumature emozionali impalpabili di Ozu, anzi 'Little Sister' è forse il più vicino per sensibilità alle storie del regista di 'Viaggio a Tokyo', e non solo per i fiori di pesco che danzano spinti dal vento o per la delicatezza con cui costruisce la sua messinscena.
Il movimento delle esistenze tra conflitti, silenzi, ferite anche involontarie, sorrisi, umorismo che disegna questa geometria narrativa ci parlano di una ricerca del proprio posto al mondo in cui ognuno porta in sé le tracce di qualcun altro (...). Un film «piccolo» questo 'Little Sister', senza proclami, che lieve rende la vita, e lo scorrere delle sue stagioni nel tempo del cinema." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 2 gennaio 2016)
Molto poetico e quasi fiabesco, questo Little Sister, ma quello che mi rapisce è la semplicità, l'innocenza, l'educazione e il minimalismo materiale di questo mondo rappresentato, da noi così lontano eppure per sentimenti così vicino...
RispondiEliminaè il valore della famiglia e dei suoi legami e sentimenti che si mostra come un nido, a protezione dall'esterno, che a volte è difficile abbandonare ...
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