L'absinthe o Dans un café fu dipinto da Edgar Degas tra il 1875 e 1876.
Anche il Café de la Nouvelle Athènes, dove la scena è ambientata, ha una lunga storia: si trovava a Place Pigalle ed era un famoso ritrovo degli impressionisti. Il Café prendeva il nome da un quartiere di Parigi di fine Ottocento. Nel corso degli anni il caffè cambio nome più volte: negli anni quaranta, divenuto un locale di spogliarelliste, venne chiamato Sphynx divenne il luogo di incontro dei militari nazisti prima e statunitensi poi. Più recentemente, tra gli anni ottanta e gli anni novanta, fu chiamato New Moon. Il caffè fu poi chiuso definitivamente nel 2004 ed il palazzo che lo ospitava, completamente ristrutturato.
La terrazza del Café offriva ai pittori impressionisti un luogo ideale da cui ritrarre i loro modelli.
Degas ne sceglie due particolari: l'attrice Ellen Andrée e il pittore Marcellin Desboutin, un aristocratico caduto in disgrazia divenuto un vagabondo pieno di orgoglio e dignità e pittore senza troppa fortuna.
L'uomo ha il gomito sul tavolo, la pipa in bocca e guarda fuori dal locale. La donna, come ipnotizzata davanti ad un bicchiere di assenzio - bevanda poi definitivamente abolita, definita la droga dei poveri - con lo sguardo perso nel vuoto.
I due sono vicini, ma non hanno nulla in comune. Sembrano ciascuno dei due prigionieri del proprio mondo, delle proprie fantasie, della propria visione del mondo.
L'isolamento popola questa tela, la abita.
Lo sguardo di Ellen è la diagonale che attraversa il quadro, e fuoriesce da esso verso un altrove sconosciuto. Il bicchiere sembra non ancora sfiorato. Il liquido verdognolo lo riempie fin quasi all'orlo. Ma la caraffa è vuota. E forse, anzi, certamente, quello non è il primo bicchiere.
Desboutin ha gli occhi rossi e il suo aspetto arruffato - il cappello inclinato - testimonia il dissidio aperto con il mondo.
I giornali sono avvolti nelle stecche, in primo piano. Nessuno li vuol leggere, non servono. La scena si svolge ben oltre l'attualità, l'ordinarietà della vita. Soltanto la firma di Degas si può leggere sopra.
Ellen e Marcellin sono incompleti.
Aspettano qualcosa che forse - o quasi certamente - non arriverà mai. Aspettano.
Edgar Degas, L'absinthe, olio su tela, 92 x 68 cm, lascito del conte Isaac de Comondo, 1911, Musée d'Orsay, Parigi.
Fabrizio Falconi
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