intervista di Alessandra Magliaro per ANSA
Il premio Nobel per la letteratura
Orhan Pamuk alla Mostra del cinema di Venezia per la prima mondiale, nelle Giornate degli Autori del film
di Grant Gee Innocence of Memories, che evoca il titolo di unodei suo romanzi piu' noti, Il museo dell'innocenza (Einaudi), non e' voluto mancare alla
proiezione dell'opera che sara' distribuita in Italia da Nexo
Digital.
C'e' ancora un ruolo che gli intellettuali possono svolgere
rispetto a quello che accade in Europa con l'ondata biblica di
rifugiati di guerra?
"Non bisogna esagerare con il ruolo degli
intellettuali. Pubblicare la foto del povero bambino Aylan e'
stato centinaia di volte più' forte di tanti nostri appelli.
Scegliendo di mostrare quell'immagine si e' riusciti a provocare
un vero cambiamento. Anche in Turchia come in altri paesi si e'
discusso se fosse da mettere in prima pagina o no, ma io sono
stato d'accordo e felice che sia stato fatto anche nel mio
paese. Questo non significa che l'impegno degli intellettuali
non abbia piu' senso: possiamo criticare, non restare passivi, ma
la nostra azione nel mondo dominato dalle immagini e' decisamente
inferiore a quello che aveva un tempo".
La Turchia, non solo geograficamente, e' stata centrale nei
cambiamenti del corso della storia, pensa che lo sia ancora
oggi?
"Istanbul e la Turchia sono da sempre crocevia di
movimenti demografici, non solo dall'Asia verso l'Europa ma
anche dalla Russia verso il sud e dai Balcani verso l'Europa.
Abbiamo avuto due milioni di migranti in Turchia, mentre
l'Europa ne voleva accogliere duemila. Ora sono felice che anche
la Germania abbia deciso di aprire le porte".
Istanbul, dove e' nato nel '52, e' il centro di tutto. Pamuk e'
lo scrittore di Istanbul come Dickens lo era di Londra e' stato
detto. Cosa rappresenta per lei?
"Ci sono nato, cresciuto, ci
vivo, da sempre cerco di vedere il mondo attraverso questa citta'
che negli anni si e' sviluppata immensamente. Sono le mie
fondamenta, la mia famiglia, il mio corpo, ma non l'ho mai
immaginata e descritta sotto una lente romantica, sdolcinata o
glamour, ne ho viste tutte le contraddizioni".
Nel 2012 ha finalmente realizzato il sogno di aprire a
Istanbul il Museo dell'Innocenza, che accoglie tutti gli oggetti
descritti nel libro, gli oggetti di un amore innocente come
quello sbocciato fra i due protagonisti del romanzo, perche'
renderli reali, concreti?
"Sono gli oggetti a dare la
definizione di memoria, come quando nella tasca di una giacca
trovi due biglietti di un film che hai visto anni prima,
immediatamente ricordi quei momenti. Gli oggetti risvegliano la
memoria. Noi siamo memoria e non esiste la possibilita' di
felicita' e sopravvivenza senza la memoria. Ricordare ci rende
intelligenti".
Innocence of Memories, il film di Grant Gee, che relazione ha
con lei e la sua opera letteraria?
"Il film non e' la versione
cinematografica del romanzo, e' la storia del museo del romanzo
Il museo dell'Innocenza. I principali protagonisti di quella
storia, Kemal e Fusun che vivono un amore contrastato nella
Turchia degli anni '70, sono ampliati e poi c'e' la citta', il mio
lavoro, in una narrazione che e' poetica, un lungo unico ponte
tra immaginazione e realta'".
Dopo questo documentario e' cambiato il suo rapporto con la
narrazione e con il cinema?
"E' una delle mie più grandi gioie
poter andare al cinema. Uscire da un bel film immediatamente da'
felicita', e' un grande potere che ha il cinema. Da ragazzo ero un
assiduo frequentatore della Cineteca di Istanbul, ora un po'
meno. Dopo aver partecipato alla realizzazione di questo film e
aver visto il processo creativo che c'e' dietro, quasi quasi mi e'
venuta voglia di fare un film. Del resto in passato le ambizioni
cinematografiche erano frustrate dal costo di realizzazione,
oggi con lo sviluppo tecnologico puoi fare un piccolo film con
uno smartphone. Quei piccoli video sono come il diario segreto
che avevamo da ragazzi".
Tra i libri piu' attesi del 2015 c'e' il suo nuovo romanzo,
sette anni dopo Il Museo dell'Innocenza. Di cosa si tratta?
"A
strangeness in my mind. In Italia a fine novembre lo pubblichera'
Einaudi come tutti i miei libri, non so ancora con quale titolo.
E' un romanzo d'amore che ha come sfondo i cambiamenti sociali
della Turchia. Si parte dalle lettere d'amore che un venditore
ambulante scrive, tra il 1969 ed il 2012, alla ragazza di cui si
e' innamorato".
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