Ruga
La piega amara formata sul volto
non l’hanno fatta gli anni, i punti e le virgole
le prudenze miserabili, i fuochi disperati
i balli fino all’alba, le misericordie
i crimini tentati, l’alacre monumento costruito
a te stesso, curvo
sul traguardo, le linee hanno preso corpo
si sono divise e demarcate come il ramo
stentato di un ciliegio
il rosso s’è sparso, la quiete in un giorno
dissolta
come l’acqua che prima c’era
le rane di notte
i pomeriggi senza requie, sudore inutile
cerchio di cose che contano
i nomi di quelli che restano,
tutto me stesso, l’amore al settimo
cielo, allontanati da me curami distraimi
rendimi pane che precipita dalla scarpata
rendimi pioggia che non s’intride
ai tessuti
rendimi pieno di attesa eterna
scevra di rancore.
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