William Turner, The Colosseum, 1820
E poi c'è Roma che sembra una cagna in mezzo ai maiali.. Cantava qualche anno fa Francesco De Gregori (la canzone era Viaggi e Miraggi, 1992).
E mai come in questi giorni, la figura sembra calzare giustamente.
Del resto Roma una cagna in mezzo ai maiali è stata per lungo tempo e lunghi secoli durante la sua storia.
Lo è stata anche molto spesso in primis, da parte delle popolazioni che l'hanno, nelle diverse epoche, abitata. Poi per via delle diverse invasioni, dei diversi prìncipi o papi che ne hanno abusato, perpetrando rovina su rovina.
Quel che accade oggi, dunque, con gli scandali di Mafia (parola che in Italia ormai si adatta a qualunque tipo di realtà materiale), non è certamente inedito.
Quel che forse avvilisce ulteriormente quelli che amano questa città (non solo per le vestigia, ma per il presente) è il surplus di cialtroneria, di volgarità, che sembra - proprio come una frotta di maiali intorno ad una cagna - essere calato su questa (un tempo nobile) città.
Dovrei però abdicare ? Dichiararmi definitivamente schifato, apolide, senza patria, dovrei gongolare per l'imminente crollo del Colosseo ?
No.
Mi riservo di dire, con Flaiano:
Tuttavia Roma è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l'enorme garage del ceto medio d'Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un'estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi. (1)
Fabrizio Falconi
1. Citato in La Fiera Letteraria p. 21, n. 5, 14 marzo 1971.
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