Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo". Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti.
Film leggendario, che parla di un'epoca maestosa del cinema italiano, Il Gattopardo , diretto da Luchino Visconti, adattato dal romanzo omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vinse con ogni merito la Palma d'oro al Festival del cinema di Cannes del 1963.
Il film segue fedelmente le vicende raccontate nel romanzo.
Nel Maggio 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia, a Marsala, il principe don Fabrizio Salina assiste con distacco e malinconia alla fine della nobiltà.
Questi signori, i "gattopardi", maestri dell'esercizio del potere e del trasformismo, comprendono che la fine della loro superiorità morale e sociale è ormai vicina: infatti, coloro che traggono profitto dalla nuova situazione politica sono gli amministratori e i grandi proprietari terrieri della nuova classe sociale che sta sorgendo.
Don Fabrizio, appartenente a una famiglia di antichissima nobiltà, è rassicurato dal suo nipote preferito Tancredi, che, pur combattendo nelle colonne garibaldine, cerca di sfruttare gli eventi a suo vantaggio.
Tancredi spiega a suo zio:
"Se non saremo coinvolti in questo business, costruiranno una repubblica per noi. Se vogliamo che tutto rimanga uguale, dobbiamo cambiare tutto. "
Quando, come ogni anno, il Principe Salina si reca, con tutta la sua famiglia, nella sua residenza estiva a Donnafugata, trova come nuovo sindaco del villaggio Calogero Sedara, un borghese di modesta estrazione, grezzo e scarsamente istruito, che si arricchisce e fa carriera in politica.
Tancredi, che all'inizio mostra un certo interesse per Concetta, la figlia maggiore del principe, si innamora di Angelica, la figlia di Don Calogero, che alla fine sposerà, sedotta dalla sua bellezza ma anche dalla sua notevole eredità.
L'arrivo a Donnafugata di un ufficiale piemontese , il cavaliere Chevalley di Monterzuolo, segna una svolta nella storia: propone a Don Fabrizio di essere nominato senatore del nuovo Regno d'Italia.
Tuttavia, il principe rifiuta, sentendosi troppo legato al vecchio mondo siciliano. Riflettendo sulla realtà siciliana, Don Fabrizio è pessimista: "Adesso sarà diverso, ma peggio ..." , dice all'emissario del nuovo regime.
L'unione tra la nuova borghesia e la nobiltà in declino è un cambiamento ormai indiscutibile.
Don Fabrizio ne avrà la conferma durante un gran ballo al termine del quale inizierà a meditare sul significato di nuovi eventi e a fare la dolorosa valutazione della sua vita.
Le riprese del film richiesero 15 mesi di intenso lavoro, dal dicemebre 1961 al maggio 1962.
L'investimento richiesto da questo colossale progetto si rivelò presto superiore alle previsioni della Titanus , mentre nel 1958, che immediatamente dopo la pubblicazione del romanzo, aveva acquistato i diritti per adattarlo.
Dopo un accordo di coproduzione fallito con la Francia, l'impegno di Burt Lancaster nel ruolo principale, nonostante la perplessità di Luchino Visconti (che avrebbe preferito Laurence Olivier o l'attore sovietico Nikolaï Tcherkassov), e forse dell'attore stesso, consentì un accordo di distribuzione per gli Stati Uniti con 20th Century Fox .
Tuttavia, le perdite subite dal film, insieme a quelle di Sodoma, Gomorra causarono il fallimento della Titanus.
La lunghissima scena del ballo, con l'incredibile fotografia di Giuseppe Rotunno, hanno consegnato questo film alla storia del cinema.
Regia di Luchino Visconti.
Italia-Francia, 1963
con Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Romolo Valli.
durata 205 minuti.
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