La Casa di Fiammetta e le tombe delle
prostitute.
Proprio
alle spalle di Piazza Navona, all’angolo tra Piazza Fiammetta e via degli
Acquasparta, si trova la celebre Casa di
Fiammetta, quella cioè che la tradizione popolare associa a residenza di
una celebre cortigiana fiorentina, Fiammetta Michaelis, vissuta a Roma nel
Quattrocento.
Si
tratta di un palazzetto medievale – a Roma non ne esistono molti - sormontato da un torrione e sopravanzato da
una loggia a tre archi, che fu nel corso dei secoli più volte rifatto fino agli
inizi del Novecento quando fu acquistato dalla famiglia Bennicelli che gli
conferì l’aspetto attuale.
Il
Palazzo e la Piazza omonima, dunque, non hanno nulla a che fare con la
Fiammetta (in realtà Giovanna) che era la figlia di Roberto d’Angiò, re di
Napoli, che fu amata da Boccaccio, ma con la giovane e bellissima cortigiana di
cui si occupò perfino Pietro l’Aretino nei suoi Ragionamenti.
Secondo
studi più accurati sembra anche che la vera Fiammetta Michaelis non abbia
abitato nella Piazza che porta il suo nome: questa casa però frequentò
sicuramente e qui ricevette i suoi numerosi amanti, tra i quali quel brutale e
potente Cesare Borgia, condottiero, cardinale e arcivescovo, figlio di Alessandro VI, chiamato il Valentino perché investito da Luigi
XII del titolo di Duca di Valentinois.
Ma il
tracotante rampollo della famiglia Borgia era soltanto uno dei molti amanti ricevuti dalla bellissima donna, che
alla sua morte, avvenuta il 19 febbraio del 1512, fu comunque omaggiata da
tutta Roma anche per la fedeltà con cui si occupò di suo figlio illegittimo,
Andrea, al quale con un espediente – riconoscendolo cioè come fratello e non
come figlio – riuscì a lasciare in eredità due prestigiose case, quella in Via
dei Coronari e quella nei pressi del Vaticano, con una estesa vigna, che le era
stata donata da uno dei suoi amanti, Giacomo Ammannati Piccolomini, detto il Papiense, cardinale ed umanista.
Meriti
che gli valsero di essere seppellita – nonostante il suo mestiere equivoco –
nella Chiesa di Sant’Agostino, nella Cappella di Santa Monica (dove si venera
anche il corpo della madre di Sant’Agostino, morta ad Ostia nel 387 d.C.)
insieme ad altre celebri prostitute, le cosiddette onorate puttane, che godendo di alte protezioni e della
rispettabilità popolare, potevano avere sepoltura ecclesiastica: tra di loro,
Giulia Campana, Tullia d’Aragona e la giovane sorella di lei, Penelope e
naturalmente anche Fiammetta, che nel
documento testamentario si firmò come Fiammetta del Duca di Valentino, un titolo che evidentemente la metteva e la
mise al riparo da qualsiasi fastidio o compromissione.
Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata. Tratto da Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma, Newton Compton Editore
Veramente molto interessante!!!!, complimenti !!
RispondiEliminaBella riesumazione. Bravo
RispondiEliminaLa storia ha sempre qualcosa da insegnarci
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